Roma FF17 – Il corsetto dell’Imperatrice (Corsage): recensione del film

Il bellissimo biopic di Marie Kreutzer è uno straordinario affresco storico capace di connettere tradizione e sperimentazione.

Il corsetto dell’Imperatrice (presentato alla Festa del Cinema di Roma 2022 col titolo Corsage, dopo aver vinto il premio Un Certain Regard per la migliore interpretazione al Festival di Cannes 2022) ci introduce al momento difficile che sta vivendo l’imperatrice Sissi (Vicky Krieps), che nella Vienna del 1875 sta vivendo probabilmente il momento più difficile del suo matrimonio con l’imperatore Francesco Giuseppe (Florian Teichtmeister), anche per la morte improvvisa della giovanissima figlia Sofia.
Senza avere esattamente idea di come dare una svolta alla propria esistenza, ritmata dalla necessità di essere sempre giovane, in crisi per il passaggio di età che la porta ai 40 anni, la donna bene o male cerca una via di fuga da un infelicità cronica.

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Dove potrà salvarsi? Forse nelle attenzioni del guardiacaccia inglese Bay Middleton (Colin Morgan)? Oppure nella ricostruzione di un vero rapporto con il primogenito, il cinico principe ereditario Rodolfo (Aaron Friesz). Magari sarà il cugino, il creativo, anticonformista e sensibile Ludwig (Manuel Rubey) a darle quella libertà che cerca, che nega a sua volta alle dame di compagnia come Marie (Katharina Lorenz) obbligata ad una sorta di monachismo ufficioso.
Tra abiti sfarzosi, cerimoniali, cene fredde e confronti sempre più stringenti con il marito, la regina si troverà infine alle prese con una battaglia interiore, innestata della mancanza totale di felicità e della volontà di essere finalmente Libera

Un biopic diverso dalla norma hollywoodiana

Tra le pellicole presentate all’ultimo Festival di Cannes, senza ombra di dubbio Corsage è una di quelle che ha maggiormente impressionato, perché capace di rinnovare completamente il genere del biopic, sicuramente tra i più abusati e malamente utilizzati degli ultimi anni come in Bohemian Rapsody, o nella derivazione femminile nel film dedicato a Billie Holiday.
La regista Marie Kreutzer, autrice anche della sceneggiatura, si allontana dai cliché hollywoodiani, ma allo stesso tempo decide di non essere neppure completamente fedele alla versione classica della biografia cinematografica, inserendo più e più volte elementi di rimando alla modernità.
In questo appare molto vicina a ciò che ha fatto Susanna Nicchiarelli fin dai tempi di Nico 88, per poi passare a Miss Marx. Corsage è infatti soprattutto un film che ci parla della eterna lotta della donna per ottenere l’emancipazione, una libertà che sia trasversale, interessi sia il privato che la propria figura pubblica, e senza ombra di dubbio pochissime donne nella storia hanno rappresentato tale dimensione come Sissi, l’Imperatrice del mito. Ma è un mito che questo film distrugge pezzo per pezzo.
Corsage bene o male è quindi soprattutto il racconto d’un disfacimento esistenziale, spirituale, nonché anche fisico, dal momento che la straordinaria interpretazione della Krieps, ci fa comprendere quanto questa donna si ritrovasse sostanzialmente ingabbiata in una dimensione che non poteva controllare

Il corsetto dell’Imperatrice (Corsage) è la storia di una prigione esistenziale

La straordinaria fotografia di Judith Kaufmann conferisce all’insieme l’identità di un opprimente prigione senza sbarre, senza guardiani, se non l’etichetta, la tradizione, la necessità di una corte che vive ancorata nel 1700, anche se ormai ci si appresta ad abbracciare il XX secolo.
Corsage ci parla anche dell’immutabilità che porta alla morte delle dinastie, dell’incapacità di adattarsi ad un epoca che film ci mostra come orami essere strettamente connessa alla modernità, con la tecnologia che compie i suoi primi passi, mentre si palesa la necessità da parte dell’Impero austro-ungarico di muoversi verso il futuro.
Sissi lo comprende, lo capisce, nel privato cerca di esercitare in un qualche modo se non il proprio potere, che in realtà non esiste, la propria opinione. Anche in questo frangente il film compie un decisivo salto di qualità, dal momento che è uno dei migliori che si sono visti negli ultimi anni nel dipingere la realtà intima di un matrimonio aristocratico.
Quello di questa donna bellissima, inseguita dal dolore negli affetti, fu profondamente infelice, perché comunque connesso ad un vissuto che era quello di una donna dell’epoca, in cui persino la sessualità era un pericolo, nascondeva una gravidanza che all’epoca era a volte una condanna a morte.

La realtà storica dell’essere donna

Il sesso in Corsage è la metafora di una mancanza di libertà totale, è agognato, sperato, in seguito persino nei modi più convenienti eppure non arriva mai, come non arriva mai la liberazione totale se non con la morte. Di enorme qualità per quello che riguarda la regia, che è intima, ma allo stesso tempo capace di fare un passo indietro rispetto alla protagonista, Corsage è più che un film storico, un film sulla storia intesa come quella femminile. Lei, imperatrice tra le più leggendarie, di fatto fu anche la prima vera e propria celebrità modernamente intesa, con il fanatismo riguardo il proprio corpo, il peso forma, la necessità di avere un fisico che entrasse appunto in quel corsetto, che rappresenta la metafora di una dittatura dell’immagine sulla vita reale. In questo, Corsage si connette al Blonde di Andrew Dominik nel fare piazza pulita di un mito maschiocentrico in favore di una cruda realtà. Sissi che mangia solo delle fettine di arancia, brodini insipidi, mentre Francesco Giuseppe cerca di raccapezzarsi con un piatto di spaghetti. Vediamo Sissi perdersi in disperate cavalcate, cercare di circondarsi di quella natura comunque decadente e ammansita, in cui trovava se non altro sollievo. Film sulla maternità imposta e non voluta, su una maschera che viene indossata nel privato tanto quanto nel pubblico, il film la vede come un manichino da applaudire privo di anima, privo di intenzioni è privo di opinioni. Pochissimi film degli ultimi anni ci hanno fatto comprendere quanto profonda fosse la sofferenza del mondo femminile nella società di un tempo, e di certo Corsage può rivendicare una grande qualità formale quanto semantica.

Il corsetto dell’Imperatrice è al cinema dal 7 dicembre 2022 con BIM Distribuzione.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.7