Conversazione su Tiresia: recensione del film di e con Andrea Camilleri

Conversazione su Tiresia è tratto dallo spettacolo teatrale di e con Andrea Camilleri, che s'interroga sulla figura mitica dell'indovino cieco per ripercorrere le tappe della propria vita.

Arriva in sala, in un evento speciale della durata di tre giorni, l’ultimo spettacolo scritto e interpretato da Andrea Camilleri, Conversazione su Tiresia.
Il celebre e affermato scrittore italiano, sceneggiatore e drammaturgo, nonché insegnante di regia presso l’Accademia nazionale d’Arte drammatica, ha portato in scena Conversazione su Tiresia lo scorso giugno, con il Teatro Greco di Siracusa a far da prezioso sfondo. Ora, per lo spettatore, sarà possibile rivivere (o vivere, per la prima volta) il viaggio vissuto e riprodotto dallo stesso Camilleri sul grande schermo, grazie al film diretto da Roberto Andò.

Conversazione su Tiresia: un viaggio fra mito e realtà

Conversazione su Tiresia Cinematographe.it

Si apre con un’esclamazione che sembra un ordine, “Chiamatemi Tiresia!”, lo spettacolo del drammaturgo Camilleri. La storia dell’indovino simbolo della mitologia classica greca, figlio di Evereo, la cui anima appare a Odisseo nell’opera dello svizzero Füssli e della cui famosa cecità non si è mai saputo stabilire origine certa, neppure con la fantasia della tradizione più feconda di tutte. C’è chi dice che Tiresia fosse cieco per la prevenzione di dèi che non volevano far trapelare i propri segreti; chi, invece, pensa che la cecità fosse da attribuire a una punizione divina a seguito di un corpo di donna, quello di Atena, che non avrebbe dovuto vedere nudo.
La sola caratteristica basilare che rende Tiresia ciò che è nella letteratura, nel teatro e nella pittura basterebbe a trarne infinite storie. Tutto quel che ancora non era stato detto riguardo l'”indovino cieco” azzarda Conversazione su Tiresia, in cui Andrea Camilleri modella continuamente gli aneddoti, le origini, gli eventi attorno alla figura mitica per ricalcare i punti salienti della propria vita.

In Conversazione su Tiresia traspare un genuino interesse per la figura dell’indovino

Tiresia adesso ha potuto attraversare le epoche, e nello spettacolo di Camilleri si ritrova a intrattenere anacronistiche e improbabili, eppure affascinanti, conversazioni con personalità di ogni stampo e ogni nazionalità, di ogni era e di ogni corrente poetica, senza distinzioni di ambito intellettuale. Virginia Woolf, Borges, Dante, T.S. Eliot, Sofocle, Omero, Primo Levi, Seneca sono solo alcuni dei privilegiati individui che, nell’opera teatrale ora riportata sullo schermo, hanno l’opportunità di uno scambio con la mitologia più profonda ed enigmatica, da Tiresia rappresentata.

Conversazione su Tiresia Cinematographe.it

L’interesse per la materia trattata e per la figura studiata e riprodotta, da lui stesso interpretata, è cristallino nell’opera di Camilleri, attraverso le cui pieghe traspare genuino interesse e fascinazione in perfetto equilibrio fra quella di fanciullo, nonostante i novantatré anni, e quella di artista vissuto.

Tornare indietro, al principio di sé e al principio della letteratura: prima dei lumi e delle ondate romantiche, prima dell’amore per la sapienza e dell’idealismo, c’era la leggenda. Il voler credere, la fiducia nell’immaginazione. Conversazione su Tiresia s’interroga su una figura di straordinaria modernità, con lirismo e sentimento sincero, con sagacia e spirito di navigato cantore della contemporaneità.

Conversazione su Tiresia sarà in sala il 5, il 6 e il 7 novembre, distribuito da Nexo Digital.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 2
Recitazione - 3.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

2.9