Con tutto il cuore: recensione del film di Vincenzo Salemme
Il nuovo film di Vincenzo Salemme racconta le conseguenze di un trapianto di cuore in un mite professore di latino e greco.
Dal 7 ottobre 2021 in sala, distribuito da Medusa, il nuovo film diretto e interpretato da Vincenzo Salemme: Con tutto il cuore, trasposizione cinematografica dell’omonimo spettacolo teatrale dell’attore e regista napoletano che ha scelto di avere al suo fianco l’immancabile spalla Maurizio Casagrande, Cristina Donadio e Serena Autieri.
Ottavio Camaldoli è un onesto e quieto professore di latino e greco, “un fesso” per gli altri: per i suoi vicini di casa e per la donna delle pulizie che gli mancano continuamente di rispetto, per il figlio adolescente, per i suoi studenti, per il preside della scuola, per la sua ex e per chi gli passa davanti al bancone della salumeria. Un giorno inaspettatamente viene chiamato per l’operazione per la quale era in lista da tempo e gli viene trapiantato il cuore di un temibile boss mafioso soprannominato “’O Barbiere” assassinato da un suo acerrimo nemico. Secondo la spietata madre del criminale, donna Carmela, il figlio in questo modo è ancora vivo nel petto di Ottavio e sarà proprio lui stesso a vendicare il suo omicidio. Ma il buon professore sarà capace di macchiarsi di un simile crimine?
Con tutto il cuore – Può un professore trasformarsi in un camorrista dopo un trapianto?
Come in una precedente commedia dello stesso Salemme, Amore a prima vista (1999), un’operazione chirurgica cambia la vita del protagonista: nel primo caso Bruno Garramone, uno sciupafemmine figlio di un boss, in seguito a un trapianto di cornea riceveva gli occhi di una donna, moglie di un maggiore dei carabinieri, del quale l’uomo si innamorava, appunto, a prima vista; qui è un uomo qualunque a ricevere il cuore di un boss e a entrare a far parte suo malgrado di un ambiente criminale. Non sono le uniche differenze tra il secondo film da regista di Salemme e la sua ultima fatica – scritta con Gianluca Bomprezzi, Gianluca Ansanelli e Antonio Guerriero – qui manca, infatti, quella poesia e quella genuinità che ha contraddistinto per molto tempo il cinema, e il teatro, dell’autore napoletano. Con tutto il cuore è una vera e propria farsa che riesce a suscitare solo qualche sorriso, grazie alla bravura del protagonista, di Casagrande, Donadio e degli altri comprimari, ma che presto lascia il passo alla ridondanza e soprattutto a battute decisamente non riuscite e a situazioni infelici: come la colf indiana interpretata da un attore napoletano che cavalca quella comicità datata (e di dubbio gusto) che gioca sugli stereotipi razziali. Era davvero necessario?
Con tutto il cuore – Una tiepida farsa napoletana
Non sono solo gli indiani a essere canzonati in maniera superata ma, come sempre in questo genere di commedie e non solo, gli stessi napoletani, giocando sugli stilemi dei film di mafia, “servendosi” di attori del cast di Gomorra – La serie, come la bravissima Cristina Donadio (indimenticabile Scianel) o Andrea di Maria (‘O Diplomato) in un piccolo ruolo, e calcando su cliché come il napoletano che lascia l’auto in mezzo alla strada creando un ingorgo per prendere con estrema calma un caffè o il lavoratore pubblico stipendiato e incapace di fare il suo lavoro.
Il titolo del film paradossalmente, e purtroppo, è una contraddizione in sé, perché non ha “cuore” né sostanza. Da Vincenzo Salemme, solitamente generoso con il pubblico, ci aspettiamo sicuramente di più.
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