Biografilm 2023 – Blix Not Bombs: recensione

Il documentario di Greta Stocklassa che apre la sezione Donne. Pioniere di libertà del Biografilm Festival 2023 intreccia tre linee narrative.

Donne. Pioniere di libertà è una delle sezioni tematiche più interessanti del Biografilm 2023. La prima proiezione in questa categoria è stata dedicata al documentario Blix Not Bombs di Greta Stocklassa.

Il film è un incontro tra la giovane regista, appartenente alla generazione dei Millennials e l’anziano diplomatico Hans Blix. Blix fu presidente esecutivo della Commissione di controllo, verifica e ispezione delle Nazioni Unite e nel 2003, nell’ambito della risoluzione ONU 1441, coordinò gli ispettori incaricati di verificare la presenza di armi di distruzione di massa in Iraq. Alla fine la commissione stabilì che non c’erano prove della presenza di armi, ma neanche della loro assenza. Questo bastò all’amministrazione Bush Jr per scatenare una guerra fortemente voluta dagli Stati Uniti e dall’Inghilterra.

Il cinema come ricerca di verità

Blix Not Bombs Cinematographe.it

Il documentario intreccia tre linee narrative. La prima è quella diaristico/intimista della protagonista, che, con l’ausilio di home movies della propria infanzia, inserisce l’intera narrazione all’interno della propria esperienza personale. Ovvero la grande storia globale, dall’11 settembre 2001 fino alle recenti crisi migratorie e guerra in Ucraina, viene trasformata in un insieme di immagini della memoria individuale, quasi cancellandone il portato collettivo. Si tratta di eventi filtrati da uno schermo televisivo, a sua volta inserito in un’immagine digitale sgranata a bassa definizione, che è indice della soggettività della regista. Questo serve per dare allo spettatore un punto di vista chiaro con cui entrare in empatia. Le riflessioni che la Stocklassa fa infatti, vorrebbero essere la voce della sua generazione, cresciuta a Pokemon e Harry Potter – li cita lei stessa – in un tempo che sembrava idilliaco rispetto alle crisi odierne.
La seconda linea narrativa è quella che invece riguarda la storia umana e politica di Hans Blix. Cioè quella di un politico del secolo scorso, che ha incentrato la sua intera carriera sulla diplomazia e la mediazione. Blix rappresenta proprio quell’idea classica di democrazia liberale per cui la libertà è possibile solo grazie al confronto fra idee diverse e i conflitti possono essere risolti tramite le mediazioni, perché ciò che dovrebbe interessare le parti in causa è una ricerca di un bene comune, che spesso coincide con la ricerca di una verità comune.
La terza linea è quella che tiene insieme le prime due. La ricerca di una verità storica e morale è l’obiettivo sintetico di questo tipo di cinema documentaristico, che mette in comunicazione diversi universi soggettivi (quello della regista e di Blix) con la freddezza digitale delle immagini della storia degli ultimi vent’anni. Tramite l’incontro/scontro fra queste istanze, reso possibile dal montaggio, cioè dalla materia stessa di cui è fatto il documentario, l’opera tende a ricostruire un quadro ampio e problematico che vorrebbe dare allo spettatore tutte le informazioni quantomeno per porsi la domanda “qual è la verità dietro questi eventi?” Cioè dietro alla guerra in Iraq, alle responsabilità morali dei diplomatici che si sono limitati solo a fare il proprio lavoro, alle attuali condizioni del pianeta, alla nostra odierna incapacità di agire.

Blix Not Bombs: due generazioni a confronto

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Purtroppo il dispositivo funziona solo in parte, poiché proprio l’inserimento dialogico del punto di vista della regista è l’elemento più debole. Quella che vorrebbe essere la voce di una generazione si riduce troppo spesso a essere la voce di un senso comune blandamente idealista, ma fin troppo radicato nelle convenzioni della normalità democratica. Così l’apparente opposizione fra due posizioni teoricamente diverse, quella idealista della millennial che vorrebbe la pace come imperativo morale e quella più realpolitik del diplomatico, che pur cercando la pace accetta la guerra come conseguenza dei meccanismi democratici, alla fin fine coincidono in una impossibilità ideologica. Cioè l’impossibilità di mettere in discussione l’idea stessa che l’attuale meccanismo di funzionamento della democrazia liberale, sia insufficiente a portare a un miglioramento del mondo in termini egalitari e pacifisti.

Blix Not Bombs: valutazione e conclusione

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In Blix Not Bombs, il dispositivo documentaristico finisce per perdere le sue ambizioni a scardinare i meccanismi narrativi dietro la rappresentazione del mondo, per restituirne una verità altra. Al contrario, per paradosso, sembra assecondare, amaramente, le narrazioni più diffuse su libertà e pace, all’interno del quadro di pensiero democratico liberale.