Bentornato Presidente: recensione del film con Claudio Bisio

Giuseppe Garibaldi ritorna con Bentornato Presidente a occuparsi di politica, anche questa volta senza intenzioni molto precise.

Benvenuto Presidente, film del 2013 diretto da Riccardo Milani ha avuto il suo sequel con Claudio Bisio che torna a interpretare Giuseppe Garibaldi in Bentornato Presidente.
Dopo 8 anni dalla sua nomina per errore a Presidente della Repubblica, Peppino è nei boschi a rompere legna per combattere la rabbia e la depressione, dopo che sua moglie, in questo capitolo interpretata da Sarah Felderbaum, lo ha lasciato e si dividono la custodia della figlia. La fatica, gli dicono, è il modo migliore per non pensare ai problemi e seguire poi la strada migliore per risolverli.

Se la prima volta era stato nominato Presidente della Repubblica per errore, questa volta la strada migliore scelta da Peppino è scegliere deliberatamente di farsi eleggere Presidente del Consiglio di un governo di larghe intese, principalmente per riconquistare sua moglie, ora braccio destro al Quirinale.

Bentornato Presidente: il sequel con Claudio Bisio che strizza l’occhio alla quotidianità

Così inizia questo film che, come nel primo capitolo, attinge a fatti reali per raccontare una storia fittizia e che pertanto mescola le risate di una commedia che enfatizza molti temi quotidiani al dramma che socialmente e politicamente in Italia stiamo realmente vivendo. Politici improvvisati che hanno poco a cuore il benessere del Paese, almeno non quanto quello della loro popolarità nei sondaggi e soprattutto sui social network. Politici che vivono di Twitter, selfie, false promesse, slogan e manovre furbe, sono al centro di questa storia, una storia che, appunto, di poco si discosta dalla realtà.

Quindi ci ritroviamo una commedia che porta in scena il mondo sociale e politico che si sta vivendo, cercando di far ridere su un concetto in realtà drammatico. Claudio Bisio è un Giuseppe Garibaldi ancora puro, nonostante la precedente esperienza politica, anzi, il fatto che abbia portato buoni frutti al Paese, gli fa capire che l’arma vincente è proprio la sua ingenuità e il suo approccio fresco alla vita.

Ciò che funziona molto in questo secondo capitolo è il fatto che accanto al protagonista ci siano dei personaggi che strizzano l’occhio al alcuni politici italiani. Chiaramente nessun nome che possa essere ricondotto direttamente a persone note, ma battute, modi di fare e situazioni non possono che farci pensare ai volti che abitualmente si vedono sui quotidiani. Una situazione che funziona molto bene, soprattutto se in contrasto col profilo di un Presidente del Consiglio che pesca pesce al lago e vuole semplicemente avere indietro sua moglie e sua figlia.

La comicità sottintesa di Bentornato Presidente

In Bentornato Presidente ci sono altresì elementi di comicità sottintesa, ovvero quei sorrisi amari, risatine. Non ci sono veri e propri momenti di esplosione comica, perché non è quella l’intenzione del film diretto da Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi. I passaggi di camera tra una scena e l’altra, oltre che il tipo d’inquadrature, vanno a enfatizzare spesso questa mancanza di comicità, per una scelta di cambi di scena netti e alcuni momenti volutamente privi di luminosità, a definire quindi lo stile narrativo anche nella direzione della fotografia (curata da Gian Enrico Bianchi).

Il film riesce comunque a trovare dei buoni passaggi di sceneggiatura per stupire anche nel finale e nel modo in cui il protagonista riesce ancora una volta a venire a capo del problema. Anche se, possiamo capire dal finale che non sempre si riesce a risolvere tutto per il meglio, soprattutto laddove ci sono situazioni sociali e culturali intrinsecamente complesse, come in un Paese.

Bentornato presidente è al cinema dal 28 marzo 2019 con Vision Distribution.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2
Emozione - 2

2.5