Aurora: recensione del documentario di Giuseppe Bisceglia

La recensione di Aurora, documentario in concorso al Glocal Film Festival 2020.

“Nell’estate del 2016 decido di portare un canestro da basket in un parco vicino casa, nel quartiere Aurora, a nord di Torino.
Giocando a basket, conosco i protagonisti di questa storia, che ogni notte si addormentavano come me con il rumore dei motori a scoppio dei carretti del mercato.”

Così inizia Aurora, documentario scritto e diretto da Giuseppe Bisceglia che racconta la vita nell’omonimo quartiere torinese: una dichiarazione di intenti che fa già capire, dai primi secondi della pellicola, quale sarà la direzione che prenderà il film.

La promessa è mantenuta: subito appare una periferia sporca, costellata di rifiuti volanti. Le immagini che seguono, del campo da basket e di una strada trafficata con rumore di motori a scoppio, assumono quindi un senso all’interno di un contesto spaziale: il regista porta lo spettatore in un luogo che appare, dalle premesse, sporco, caotico e vivo.

Aurora cinematographe.it

Ambientato proprio qui, ad Aurora, il documentario racconta le giornate di personaggi come Mario, Walid, Damas e Donato, ciascuno con etnie, culture, lingua e problemi diversi, tutti accomunati dalla cornice del quartiere dove vivono. Lo stile che Bisceglia adotta per raccontare la quotidianità di Aurora è uno stile molto semplice e arido, senza fronzoli che poco si addicono a un simile racconto. Le inquadrature e il montaggio sono secche e dirette, la fotografia è realistica al punto giusto da essere spigolosa. La colonna sonora non c’è, e la presenza dei rumori di fondo è massiccia: fondamentale per infondere ancora più realismo nel girato.

Gli unici momenti narrativi che Aurora si concede sono all’inizio, con l’incipit di cui sopra, e alla fine, con una chiusa in cui l’autore racconta come le vite dei protagonisti sono proseguite dopo che l’occhio della macchina da presa si è spento. La scelta è assolutamente coerente con lo stile designato per il documentario, ma forse avrebbe fatto comodo qualche spiegazione in più per i non nativi di Torino, o per chi comunque ha l’occasione di conoscere il quartiere per la prima volta grazie al documentario.

Sapere infatti che Aurora è tra i quartieri con la più alta percentuale di immigrati di tutta Europa, o sapere in anticipo che persone come i protagonisti del documentario devono spesso combattere contro una società che non li integra come ci si aspetterebbe, sarebbe stato utile per accompagnare lo spettatore nel corso della sua visione. Alla fine, chi guarda il film scopre da solo queste informazioni, che vengono lentamente svelate sebbene mai urlate, ma piuttosto lasciate intendere. E questo approccio, se dall’altra risulta per l’appunto strettamente aderente alla scelta stilistica del regista, dall’altro appesantisce un po’ il racconto, soprattutto nella prima parte, quando ancora non si è ben fatta la conoscenza dei protagonisti.

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Nel complesso, comunque, Aurora è uno sguardo inedito su uno di quei tanti luoghi così vicini e così lontani da noi, su quelle realtà che si nascondono nelle nostre stesse città, e che hanno bisogno di attenzioni come quella di Giuseppe Bisceglia per arrivare finalmente davanti agli occhi di tutti.

Aurora è in concorso sezione Panoramica Doc del 19° Glocal Film Festival di Torino.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2
Sonoro - 2.5
Emozione - 2.5

2.5