Antrum: recensione del film horror “maledetto” su Amazon Prime Video

Un'occasione imperdibile per godere di un horror atmosferico ben condotto in sede di regia. Antrum è, tralasciando una fase introduttiva artificiosa, un film tecnicamente valido.

Si entra in una dimensione alternativa, con Antrum. Il film, diretto da David Amito e Michael Laicini, esplora un contesto horror di stampo demoniaco basato su sensazioni profonde, provocazioni e riferimenti grafici peculiari. I due protagonisti sono Nathan (Rowan Smyth) e Oralee (Nicole Tompkins), due fratelli che piangono la morte del loro cane da compagnia Maxine. Essendo convinto che Maxine sia andato all’inferno, Nathan inizia ad avere sogni inquietanti e visioni di demoni. Oralee interviene per aiutare suo fratello ad uscire dal trauma, portandolo in una foresta vicina, che si dice essere rinomata come luogo di culto e definita “porta dell’Inferno” , e dicendogli che è il luogo perfetto per recuperare l’anima di Maxine. Mentre le giornate avanzano, Oralee, nel constatare che i racconti che circondano la foresta maledetta possono avere un effetto apparente sul mondo reale, dovrà affrontare con Nathan delle forze oscure indomabili. Il film è attualmente disponibile su Amazon Prime Video.

Benvenuti in una nuova forma di terrore

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Antrum è strutturato in due fasi: la parte espositiva e di introduzione del film, una sorta di mini-documentario, con organizzatori di festival cinematografici e proiezionisti che invitano a prestare attenzione al suo contenuto e a elementi che potrebbero facilmente turbare lo spettatore occasionale, e il lungometraggio vero e proprio. Si tratta di una premessa fascinosa, perfettamente montata, che cerca in tutti i modi di instillare dubbi per evitare di procedere oltre nella visione. L’effetto generato, ovviamente, è il contrario: ci si vuole addentrare nella realizzazione di una pellicola maledetta, una copia rimasta intatta che, a detta degli intervistati, è poi stata riveduta e riproposta nei circuiti d’élite con esiti terrificanti.

Alla comparsa di un disclaimer, di un avviso legale che viene visualizzato prima dell’inizio del film e, in aggiunta, un countdown di trenta secondi, viene sviluppato un progetto ricoperto di oscurità e atmosfere sinistre già prima dei titoli di testa. La base è pronta per avviare un portale che conduce ad un materiale rarefatto, corretto al meglio delle possibilità con la definizione delle immagini, che ricorda molto da vicino il metodo di realizzazione di Non Aprite Quella Porta del 1974. Protagonisti innocui, accompagnati verso la bocca di un inferno rivisitato. L’influenza di Tobe Hooper è chiaramente percepibile, partendo dalla composizione del girato.

La forza del film non sta in una storia rifinita al dettaglio, ma in scelte di montaggio audio e video oltre i confini del sovrannaturale

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Antrum possiamo definirla un’esperienza sensoriale completa. La scrittura, sulla carta, introduce cinque piani dell’oltretomba che si traducono in gradi di coinvolgimento e pazzia mai contenuta. I due giovani atttori Rowan Smyth e Nicole Tompkins abbracciano la dimensione del male in tutti i suoi particolari: abbiamo distorsioni visive, simboli che appaiono casualmente e all’improvviso, inserimenti studiati per trattare il tema della perdita e delle ramificazioni morali della credenza. La regia è curata, completamente assuefatta da una fotografia, a cura di Maksymilian Milczarcyk, che definisce uno spazio soffocante e alimentato dalla voce del Diavolo.

All’appello manca un accompagnamento musicale ad effetto, e si rimane soddisfatti anche sotto questo aspetto: le suggestioni vengono potenziate da note lugubri e acuti ben integrati, come per suggerire una discesa sistematica e una perdita di controllo prevedibile ma mai banale per messa in scena e conduzione delle performance. La confezione deve confondersi fra immaginato e accadimenti reali; si sta parlando di un titolo stratificato che vuole portarci a credere che il contenuto della pellicola sia stata ritrovata quarant’anni dopo, e presentata per gli spettatori più coraggiosi. Antrum, alla luce di quanto descritto, può rappresentare un’alternativa affascinante per coloro che apprezzano l’orrore suggerito e non esposto con fuochi d’artificio e giri della morte elaborati.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 4
Emozione - 3

3.4