Antipop: recensione del documentario su Cosmo

La musica che libera i corpi e le persone dall'interno nel film documentario di esordio di Jacopo Farina che racconta il mondo di Cosmo.

Celebra la musica, la creatività, qualunque cosa che “nel suo piccolo” – per riprendere il voice over di Marco Jacopo Bianchi (in arte Cosmo) – “possa rendere migliore la vita di qualcuno. In sessanta minuti Antipop, di Jacopo Farina, racconta le vicende umane e artistiche di Marco Jacopo Bianchi. Se siete appassionati di House, techno, EDM, D&B, musica sperimentale, vi piacerà il film d’esordio di Farina, che ha lavorato a lungo come regista di videoclip e direttore della fotografia. Il documentario sul cantautore, disc jockey e produttore discografico italiano nato a Ivrea è disponibile in esclusiva su MUBI dall’1 marzo 2024.

Antipop – Nel film si riscostruiscono i momenti significativi della carriera di Cosmo

Le riprese mostrano in primo e in secondo piano il cantautore italiano, raccontate dallo stesso Cosmo e accompagnate dalle sue musiche originali. Attraverso fotografie, video e testimonianze dirette, nella prima parte del film il regista ci fa conoscere l’ambiente familiare di questo artista, le tendenze ideologiche dei suoi genitori, facendoci percorrere parallelamente la sua crescita e maturazione artistica. Soprattutto la genesi emozionante dell’album “L’ultima festa”, quello che, se non avesse avuto successo, avrebbe rappresentato per Marco Jacopo Bianchi il saluto definitivo alla carriera da musicista professionista. Ma tutto il mondo di Cosmo emerge anche attraverso le parole di alcuni dei collaboratori che lo hanno accompagnato sin dalla formazione della prima band, i Melange, poi dei Drink to me, e fino al progetto da solista, quando diventa Cosmo e pubblica nel 2013 “Disordine”, il primo album in studio, in cui si avvertono le influenze di Radiohead, Sonic Youth e di Franco Battiato.

Antipop – La musica che libera i corpi e le persone dall’interno

Antipop è un documentario sulla vita e sul pensiero di un artista musicale. Nella seconda tranche il film ci regala la visione di Cosmo sul senso dell’arte e della musica, mentre si focalizza sull’aspetto creativo, sul pensiero personale del musicista. Il lavoro di montaggio è cruciale per l’ingresso nel suo mondo interiore, riordina il materiale raccolto in un formato coinvolgente. Verso l’epilogo il “dis-ordine” della sua vita famigliare lascia il posto al caos creativo, fonte delle idee che danno senso anche alla maturazione dell’adulto Cosmo e dell’artista. Un disordine creativo che lo porta a vivere sempre di più la musica.

Antipop: valutazione e conclusione

Il lavoro di esordio di Jacopo Farina segue la visione soggettiva di uno degli artisti più interessanti della sua generazione, e compone il suo universo in un vortice di suoni e di parole: “rinasco, mi sento libero, torno bambino. E mi sembra che la vita e il tempo si fermino. Si rimane lì sospesi. In qualche modo pensi che non morirai“. Per concludere che Antipop è il racconto viscerale di un giovane emerso dalla provincia – che ce l’ha fatta a uscir fuori dall’anonimato – con una seconda tranche molto suggestiva con un’illuminazione al neon, fatta dalle immagini singolari e saturate, da una rappresentazione più iconica e da scene quasi oniriche affiancate dalla nuova elettronica di Cosmo.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 2.5

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