TSFF 2021 – Antigona – Kako Si Upamo! – recensione del film
La recensione di Antigona - Kako Si Upamo!, il film diretto da Jani Sever.
Una donna, Antingone. Un corpo morto, Polinice, che deve trovare sepoltura. Un uomo, Creonte, rappresentante dello Stato che vieta questa sepoltura. Antigone per il fratello ma anche per tutta la comunità, lotta. Antigone è l’eroina, è il “punctum” positivo e buono di una storia fatta di legge disumana, oltraggiosa. Creonte è il nemico che mette in pratica le leggi scritte. Si perpetua il contrasto tra principi etici e le regole del potere politico. Antigone muore per queste regole ma il dramma non finisce qui, prosegue, esonda e tracima perché Creonte perde il figlio Emone – che si uccide per Antigone – e Euridice, la moglie che si uccide per la disperazione. Questa a grandi linee è la storia di Antigone, la tragedia di Sofocle su cui pensatori, filosofi, scrittori hanno dibattuto e riflettuto; Antigona – Kako Si Upamo! – partecipa al Trieste Film Festival nella sezione Premio Art&Sound – il film di Jani Sever porta nuovamente al centro della discussione questa figura grazie al saggio di Slavoj Žižek che analizza uno dei personaggi più interessanti e complessi della letteratura greca.
Antigona – Kako Si Upamo!: un’Antigone diversa
“Tu, Antigone, sei un nemico più pericoloso di tuo zio Creonte, per questo ti uccideremo”
Antigone la ribelle, Antigone la santa, Antigone vittima innocente, Antigone icona femminista, Antigone paladina dei più deboli, Antigone il mito sopravvissuto nei secoli e pronto ogni volta a rivivere nei panni di un nuovo eroe acclamato dalla nostra società. Antigone è tutto e il più delle volte il tutto positivo. Per Žižek invece nel suo primo testo teatrale che riscrive la tragedia di Sofocle lei è colpevole di aver provocato il caos a Tebe, in nome di una giustizia elitaria – il filosofo sottolinea che Antigone, in quanto figlia del re Edipo, è ancora un membro dell’élite. Lei è più pericolosa del suo nemico, lei è la populista, l’anti-immigrazione, tutto ciò che rappresenta il male dell’Europa. Antigona – Kako Si Upamo! ci porta dentro all’opera del filosofo sloveno che ribalta ogni cosa, la lotta di Antigone per dare giusta e degna sepoltura al fratello Polinice non è la battaglia fino all’ultimo respiro di una donna che mette l’amore al primo posto. Lei è un’insolente che viola l’Ordine, che mostra il suo disprezzo per esso – non amore -, che si vanta di ciò che ha fatto. Lo stesso Polinice non è un corpo da ridare alla terra, alla famiglia, agli dei, ma un “cattivo, un traditore”. Questo però è solo un pretesto, questo film parla di noi, dell’Europa “disintegrata” e infatti proprio quell’Europa di oggi entra in scena con prepotenza con immagini di repertorio che spezzano il fluire dei concetti, ragionamenti, riflessioni del filosofo.
Antigona – Kako Si Upamo!: Žižek ribalta la lettura della storia
L’Europa dovrebbe essere unita, lavorare insieme, invece dominano il caos, i morti, le guerre di ieri e di oggi, è alla deriva tra Brexit, crisi dell’euro, rifugiati, false notizie. Žižek tira delle righe come sui libri di scuola, crea collegamenti, stringe legami e vediamo il pensiero formarsi di fronte ai nostri occhi. Lo dice subito il filosofo, le storie devono essere considerate come qualcosa di vivo, vitale, urgente che a seconda delle epoche possono plasmarsi, declinarsi a seconda della propria esperienza. Con Antigona fa questo. Antigone è evidentemente il simbolo di chi rivendica i diritti dei più deboli, è un personaggio affascinante, sono indiscussi il suo coraggio, la sua forza, la sua abnegazione; è impossibile non essere colpiti dai discorsi seducenti e seduttivi che lei fa riguardo alla polis, all’ordine e alle sue leggi. Lei è come dice Luce Irigaray, una figura storica, di identità, di identificazione, diventa una opposizione prepolitica alla politica. Mentre ascolta Žižek lo spettatore si interroga se veramente la visione di Antigone sia l’unica possibile. L’Europa prorompe con i suoi grandi sullo schermo, prorompono i momenti bui della storia, i drammi di oggi, i disperati migranti che cercano di raggiungere terre più accoglienti, Greta Thunberg che con le sue parole commosse e struggenti chiede agli adulti di riflettere, di essere responsabili. Mentre le parole del filosofo, le immagini di repertorio si inanellano, ad aggiungere forza per la riflessione c’è la ricostruzione di alcune scene importanti della tragedia riscritta.
Sembra essere quasi blasfemo eppure Žižek lo fa: uccidere un’eroina, accusarla di essere elitaria e malvagia, decretarne la sua fine dopo così tante pagine, tanti film in cui è stata una donna gloriosa. Forse hanno ragione sia Creonte che Antigone, perché l’uno difende gli interessi della città, l’altra quelli della famiglia, sbagliano il modo in cui si pongono. Il filosofo dice che Antigone è colpevole di arroganza quanto Creonte; e dice che c’è un’unica possibilità: il potere deve essere nelle mani del popolo.
Antigona – Kako Si Upamo!: un film che fa riflettere
L’opera di Jani Sever è un film complesso, che smuove le coscienze, che ti fa porre domande sull’oggi più che sulla potenza emotiva di uno dei personaggi più interessanti, profondi, motivazionali che studenti, amanti della tragedia, femministe hanno amato e amano ancora. Sembra paradossale eppure nonostante Antigone sia il centro del testo, ciò che emerge è l’Europa con tutte le sue stonature, le sue ombre, le sue profonde ferite ancora sanguinanti. Come un faro in questa disamina si erge Žižek un personaggio coraggioso, sui generis, un libero pensatore che non ha paura di distruggere un mito per costruire un mondo nuovo.