Alla ricerca di un senso: recensione del documentario che spinge al cambiamento
Non è un semplice documentario né un banale diario di bordo. Alla ricerca di un senso (En Quête de Sens) è qualcosa di più, di diverso, un’esperienza personale ma allo stesso tempo partecipativa. È la ricerca di due ragazzi pronti a mettersi in gioco, a rimettere in questione le loro vite e il loro modo di vedere il mondo al fine di scoprire, o meglio, di riscoprire ciò che troppo spesso viene dimenticato, complici l’avidità e la frenesia della vita.
Nathanaël Coste è un giovane geografo. Appassionato di tematiche sociologiche e culturali, realizza documentari indipendenti in cui scava alla ricerca del profondo legame tra uomo e natura, ma anche tra uomo e uomo, interessato a restituire a quest’ultimo la sua dimensione più autentica e dunque più profonda. Marc de la Ménardière è un business developper di 26 anni. Vive(va) a Manhattan, dove si occupa(va) di marketing per una nota azienda. Amici sin dall’infanzia, non si vedevano da 10 anni e, come dice lo stesso Nathanaël all’inizio del film, non avevano più molte cose in comune. Nathanaël aveva appena finito di girare un documentario sull’accesso all’acqua in India, mentre Marc pubblicizzava acqua in bottiglia per una multinazionale. Ma le cose erano destinate a cambiare di lì a poco.
Nathanaël decide di andare a trovare Marc a New York. Sembrandogli l’amico fuori posto in quel mondo così superficiale, pensa di lasciargli, prima di tornare, alcuni dei documentari da lui stesso girati in varie parti del mondo, per cercare di “smuoverlo un po’”! Marc, dapprima intenzionato a non guardarli, si ritrova invece a divorarli uno dopo l’altro a causa di un incidente che lo costringe a letto.
È così che prende avvio tutto. Marc inizia a mettere in questione il suo stile di vita, il suo lavoro, l’ambiente e i valori che lo circondano. Forse l’economia, il marketing, il progresso non sono tutto, forse non sono la soluzione ai nostri problemi, ma piuttosto la loro causa. Confuso e in difficoltà all’idea di riprendere il proprio lavoro, Marc decide così dopo 5 mesi di dubbi e di riflessioni, di licenziarsi e di raggiungere Nathanaël in India per proporgli di girare una documentario sul cambiamento, sui valori autentici, sulle cose semplici che necessitano di essere riscoperte e salvaguardate di fronte alla “mercificazione del mondo”.
“Siamo stati accecati dalla tecnologia e dal progresso, perdendo di vista l’essenziale”
Alla ricerca di un senso è girato in tre continenti: attraversa l’India, il Messico, il Guatemala, la California, per poi tornare in Francia. Armati di una piccola telecamera e di un microfono, Marc e Nathanaël girano villaggi, incontrano persone, raccolgono testimonianze. Toccanti in India le riflessioni di Vandana Shiva, attivista e ambientalista indiana, vincitrice del Premio Nobel alternativo (destinato a persone o gruppi che si impegnano, specialmente nel Sud del mondo, per una società migliore e un’economia più giusta), la quale auspica, a fronte della globalizzazione e del liberalismo economico che hanno celebrato la crescita e l’espansione sfrenata dell’economia e della mercificazione dell’esistenza, il ritorno alle economie locali, al rispetto per la natura e per ciò che essa offre. Bisogna tornare al rispetto per le persone, per la cultura, per i valori.
Il cambiamento di cui abbiamo bisogno è quello che ci aiuterà a capire che, se continuiamo su questa via, l’umanità distruggerà le condizioni per vivere su questo pianeta.
“Bastano la terra, il sole, la pioggia, le comunità umane. Basta saper utilizzare le nostre mani e lavorare tutti insieme”, ci dice Satish Kumar, fondatore dell’Università Schumacher in Inghilterra e compagno di Vandana Shiva nelle sue battaglie contro le logiche capitalistiche e consumistiche. Bisogna saper godere delle piccole cose, sentirsi appagati per ciò che si ha, senza lasciare che la ricerca del piacere spinga a volere sempre di più, facendoci sentire sempre insoddisfatti. La felicità è quando sai di avere abbastanza.
“Bisogna cambiare il proprio modo di vedere, per poter cambiare il mondo. Perché la vera rivoluzione deve avvenire dentro di noi”.
Necessario è allora rimettere in questione la visione materialistica e mercantile che ha creato la crisi del nostro pianeta e recuperare la nostra capacità di osservare ciò che ci circonda. C’è un’intelligenza che orchestra tutto per creare un’armonia, una sinfonia.. e solo scorgendo la sua potenza si potrà ricominciare. Bisogna ritrovare dentro di sé l’armonia che ci fa sentire parte di un tutto, di quel tutto che ci regala la vita e insieme ce l’arricchisce. E soprattutto bisogna avere fiducia nel mondo, in se stessi e negli altri, perché solo condividendo si potrà realmente vivere.
Alla ricerca di un senso: un progetto ambizioso ma genuino
Marc confessa di non sentirsi più lo stesso dopo questo viaggio. Nathanaël, forse, non ci si sentiva già da prima. Ma la speranza è che questo viaggio risvegli anche lo spettatore, smuovendo la coscienza sopita di un Occidente che può ancora aprire gli occhi e votarsi al cambiamento.
Alla ricerca di un senso mostra la capacità di riportare in primo piano questioni – come quelle dell’eco-sostenibilità, del riscaldamento globale, dello sviluppo delle economie locali – spesso nominate per poi essere accantonate dalle agende mondiali. E lo fa grazie a un documentario spontaneo, genuino, in cui lo spettatore segue e partecipa al cambiamento interiore di Marc, al suo crescente bisogno di risposte in un mondo che non sembra aver capito quanto lui la necessità di cambiare direzione. Grazie alle tante testimonianze raccolte – non solo quelle di Vandana Shiva e Satish Kumar, ma anche di sociologi e filosofi, biologi, giornalisti – Marc e Nathanaël creano un prodotto che, interrogando in maniera semplice ma diretta il nostro modo di rapportarci alla natura, così come a noi stessi – e agli altri –, non aiuta solo a soffermarsi su questioni scottanti, ma anche a trovare la fiducia necessaria nella possibilità di ripartire dai gesti quotidiani di ciascuno.
Alla ricerca di un senso si mostra così un progetto ambizioso ma allo stesso tempo energico, giovane perché guidato da un entusiasmo e da una voglia di scoprire puri, che non pretendono di fornire risposte quanto piuttosto di generare domande.
Le riprese sono quelle di due ragazzi all’avventura: si susseguono interviste, scene di vita quotidiana, scorci di paesaggi nascosti. La sensazione, è quella di essere il terzo viaggiatore. Nato come un progetto tra amici e girato coi “mezzi a disposizione”, non era stato inizialmente pensato come un film da far uscire nelle sale. Lo è diventato grazie al sostegno di 963 internauti e all’aiuto spontaneo di tecnici, musicisti, grafici, traduttori e associazioni che hanno dato fiducia a questo progetto mettendosi a disposizione.
Distribuito da Cineama, Alla ricerca di un senso uscirà al cinema lunedì 20 febbraio, ma sarà disponibile per chiunque, scuole e associazioni, ne faccia richiesta anche al di fuori delle sale.