15 minuti – Follia Omicida a New York: recensione del film con Robert De Niro

Per iniziare a parlare di 15 minuti – Follia Omicida a New York, il film di John Herzfeld, con Robert De Niro ed Edward Burns dobbiamo partire dal presupposto che oggi come oggi siamo circondati dall’ossessione della visibilità, da una malattia chiamata protagonismo, e siamo soventi costernati nel vedere come Internet sia diventato il palcoscenico per ogni sorta di pensiero ed azione umana, discutibile o meno.

Sul web possiamo imbatterci in ogni cosa, trovare tutto ciò che vogliamo (o non vogliamo), e in molti si chiedono quando è cominciato tutto questo, quando cioè il mondo ha cominciato a essere popolato da esseri che per pochi secondi di visibilità (o per un pugno di like) sarebbero disposti a tutto.

15 Minuti – Follia Omicida a New York, diretto da John Herzfeld nel 2001, è ambientato ai tempi in cui il web era già potente ma non così tanto come oggi lo conosciamo.

In effetti il film è stato girato in un’epoca in cui la televisione e i giornali erano ancora saldamente al comando come i mass media più importanti, e dove i social network e l’interattività non erano neanche dietro l’angolo. Tuttavia 15 Minuti – Follia Omicida a New York, sceneggiato sempre da Herzfeld, è comunque uno specchio dei nostri tempi, dove chiunque è pronto a fare qualcosa pur di avere i “15 minuti di popolarità” di Warholiana memoria (a cui si rifà il titolo del film).

Tutto comincia con il detective della Omicidi Eddie Flemming (De Niro) che è costretto giocoforza ad unire le forze con il detective dei Vigili del Fuoco (ma sul serio li hanno pure li?) Jordy Warsaw (Edward Burns). I due sono chiamati a risolvere un caso di duplice omicidio, mascherato da incendio.

Tuttavia durante le indagini il giovane Warsaw si innamora di Daphne (Vera Farmiga), immigrata clandestina che è anche l’unica testimone a disposizione del caso; la cosa incrina subito il rapporto con Flemming (anche lui alle prese con un periodo complicato sentimentale), ma quella che sembra un’indagine di routine verrà completamente spazzata via dal profilarsi all’orizzonte dei due assassini: Emil (Karel Roden) ed Oleg (Oleg Razgul), entrambi folli, convinti di essere geni del cinema incompresi, e decisi a guadagnarsi la popolarità letteralmente sulla pelle degli altri, immortalando ogni crimine, omicidio e nefandezza commessa negli Stati Uniti.

Girato a New York e Los Angeles, 15 Minuti – Follia Omicida a New York è attraversato costantemente da un intenso humor nero che però non addolcisce la pillola per lo spettatore, costretto a misurarsi con un continuo ed interminabile alternarsi di violenza.

Una violenza parlata, concepita ed eseguita dai protagonisti di un dramma dove i mass media, la loro ingerenza, il loro donare “15 minuti” di gloria a chiunque in nome degli ascolti sono messi costantemente al banco degli imputati.

Il thriller in effetti si scaglia contro il giornalismo sensazionalista, quello dei reporter d’assalto che misurano il proprio successo in base a percentuali e non a contenuti, che vengono costantemente massacrati per tutto il film. Tuttavia il cappio di Herzfeld, si stringe non solo sul collo dei media, ma anche su quello di chi cerca la celebrità ad ogni costo, e più in generale contro la società americana, vista come individualista, arraffona e volgare.

15 Minuti - Follia Omicida a New York

Herzfeld del resto è il regista dei robusti Don King – Only in America, Delitto a Central Park, Bobby Z e Reach Me – La Strada per il Successo, tutti più o meno sulla stessa falsariga tematica di questo 15 Minuti, dove forse il cattivo più terribile è il reporter Hawkins (Kelsey Grammer) che in certi momenti risulta anche più odioso dei due assassini psicopatici. Il resto del cast se la cava abbastanza bene, compresi Melina Kanakaredes (Karas, la fidanzata di Eddie) e Avery Brooks (Det. Leon Jackson). Tuttavia il film è a conti fatti un’occasione persa.

Herzfeld concepisce infatti uno script troppo schematico, semplicistico, con personaggi poco approfonditi e un iter narrativo prevedibile, con poca energia e a cui manca una genuina volontà di condannare la violenza.

In effetti la critica che è stata mossa da molti a questo film è il fatto di indugiare con troppo gusto su effettacci, violenza e quant’altro, discostandosi ben poco in questo da quel giornalismo e da quei mass media affamati di ascolti contro cui teoricamente si scaglia questo 15 Minuti.

15 Minuti – Follia Omicida a New York ha qua e là qualche frammento di genialità, sopratutto nei due cattivi, ottimamente interpretati da Roden e Razgul, che nel finale (che non vogliamo svelarvi) regalano un paio di perle non da niente allo spettatore.

Ma non basta a salvare un thriller troppo schematico e dalla sceneggiatura troppo debole, sopratutto per quello che riguarda i personaggi femminili, stereotipati e al limite del deja vu cinematografico. Dispiace per l’ottima fotografia che valorizza come poche altre volte il paesaggio metropolitano newyorkes, grazie al lavoro del compianto Jean-Yves Escoffier, grande professionista che vale la pena ricordare per Will Hunting, Betty Love, Les Amants du Pont-Neuf e La Macchia Umana.

A conti fatti ciò che è mancato a questo 15 Minuti – Follia Omicida a New York non è stato né l’eleganza stilistica, né l’idea iniziale, quanto l’incapacità da parte di Herzfeld di sviluppare il film in modo corretto e coerente.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 4
Recitazione - 2.5
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.8