Virgin River: recensione della serie TV romance Netflix

Una serie TV dai toni leggeri, animata da personaggi funzionali ma non privi di cliché.

Ci sono serie che mettono alla prova la nostra attenzione con trame complesse e questioni filosofiche che ispirano alla riflessione profonda. Altre invece possono rappresentare un ottimo passatempo, una coccola pomeridiana che non chiede un grande impegno.
Una di queste è Virgin River, titolo Netflix creato da Sue Tenney e disponibile dal 6 dicembre 2019 sulla nota piattaforma streaming. Tratta dai romanzi rosa di Robyn Carr (Virgin River e Sweet Magnolia), questa serie è perfetta per una maratona tranquilla, all’insegna del romanticismo e dell’accettazione del proprio passato.

La leggerezza di Virgin River non deve trarre in inganno. Siamo di fronte a una serie che sembra essere nata per essere guardata durante un’oziosa domenica pomeriggio, per accontentare il bisogno di relax e di visioni non troppo complicate.
Ciò non significa che non si tratti di un titolo di buona qualità, realizzato con un cast di tutto rispetto e con ambientazioni meravigliose. La trama, semplice e piuttosto lineare, tende a non mettere mai in difficoltà lo spettatore e predilige il sentimentalismo, ma non risparmia tematiche delicate e dinamiche commoventi.

Virgin River: un titolo da domenica pomeriggio

Virgin River Cinematographe.it

Alexandra Breckenridge in Virgin River

L’infermiera Melanie Monroe si reca presso la cittadina montana di Virgin River – piccola e isolata – per cambiare vita. Tentando di riprendere il lavoro come infermiera assistente del burbero medico locale, Mel desidera soprattutto lasciarsi alle spalle un passato doloroso che ancora la tormenta. Gli eventi la mettono però di fronte al ricordo di ciò che l’ha tanto ferita, costringendola a fare i conti con la realtà, per trovare finalmente un po’ di pace anche in un luogo sperduto e apparentemente ostile come Virgin River.

La serie non costruisce la propria trama su dinamiche originali, ma riesce a creare qualcosa di interessante con ciò che ha a disposizione. Recupera il cliché della “cittadina trasferitasi in paese”, per portare avanti il racconto delicato di una difficile battaglia personale, costantemente ostacolata nel corso dei dieci episodi.
Melanie, interpretata molto validamente da Alexandra Breckenridge, sfrutta i tempi narrativi piuttosto dilatati (talvolta anche troppo) per affrontare i propri demoni e fare di Virgin River la propria casa. Non è tuttavia solo la sua storia a essere presa in esame: la serie si dimostra abbastanza elaborata da includere le linee narrative di molti altri personaggi, tra cui il testardo Doc (Tim Matheson), l’affascinante Jack (Martin Henderson), il sindaco Hope (Annette O’Toole) e molti altri.

Virgin River: atmosfere rilassanti, personaggi familiari, ma una trama che non decolla

Virgin River Cinematographe.it

Nel complesso il sistema dei personaggi di Virgin River non risulta immune dall’utilizzo di qualche cliché, ma le figure che lo compongono vanno a formare una grande famiglia a cui si finisce per affezionarsi nel corso della serie. Alcuni di loro avrebbero potuto senza dubbio ricevere una maggiore attenzione nel loro sviluppo psicologico ed essere sottoposti a un’evoluzione dai ritmi più rapidi, ma risultano buoni elementi d’appoggio per la storia della protagonista.

A conquistare al primo sguardo tuttavia è l’ambientazione, assolutamente magnetica. Girato in Canada, Virgin River fa degli scorci montani il suo elemento di maggiore fascino, donando allo spettatore una sensazione di calma, nonostante i picchi drammatici di alcune puntate.
La piacevolezza degli ambienti, dei boschi e delle baite, non riesce tuttavia a rimediare del tutto a una trama che – pur bilanciando nel modo giusto drama e romance – sembra talvolta troppo simile a se stessa, trattenuta da uno sviluppo troppo lento. Per tutta la durata della stagione i personaggi sono impegnati negli stessi attriti e negli stessi problemi, mentre la componente prettamente “medica” della serie – che dona ad alcuni episodi un aspetto quasi antologico – risulta quasi irrilevante, tanto è messa in secondo piano rispetto alla vicenda personale delle figure in gioco.

A conti fatti Virgin River si presenta come una serie tv non troppo impegnativa, da vedere in un pomeriggio di rilassatezza, capace sia di regalare istanti tranquilli che momenti più commoventi.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

2.8

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