Troy – La caduta di Troia: recensione della serie tv Netflix

Otto episodi per una stagione che racconta lo scoppio della guerra di Troia e le battaglie tra Troiani e Achei. La prima stagione di Troy - La caduta di Troia, diretta da Mark Brozel e Owen Harris, è disponibile su Netflix.

In principio fu l’Iliade, enciclopedia omerica capace di raccontare e racchiudere in sé la totalità del mondo greco. Poi fu la volta di Troy di Wolfgang Petersen, liberamente tratto da questo tesoro inestimabile. Oggi, Netflix decide di produrre assieme alla BBC una serie, intitolata Troy: The Fall of a City e diretta da Mark Brozel e Owen Harris (quest’ultimo regista di Misfits e di due episodi di Black Mirror).

Troy: la guerra di Troia e la caduta della città nella serie tv Netflix

La storia è quella che tutti conosciamo e che tutti abbiamo imparato a scuola: Paride, figlio di Priamo, esposto da neonato a causa dei funesti presagi che hanno accompagnato la sua nascita, è cresciuto credendosi figlio di un pastore, ma viene presto riconosciuto dal padre e ricondotto a Troia come principe legittimo. Un giorno si ritrova nel bel mezzo di una disputa tra dei e gli viene chiesto di consegnare il pomo d’oro alla dea che ritiene più bella tra Afrodite, Atena ed Era. Paride sceglie Afrodite, con la promessa da parte della dea di avere l’amore della donna più bella del mondo. Afrodite mantiene la promessa e, durante una visita diplomatica del giovane presso la reggia di Menelao, fa sì che Elena, moglie di Menelao nonché donna più bella tra le greche, s’innamori subitaneamente di lui. La fuga della regina con Paride è il motivo scatenante della sanguinosa guerra, che vede fronteggiarsi gli eroi troiani e i soldati delle città greche, guidati da Agamennone, fratello di Menelao.

Troy - La caduta di Troia cinematographe

Troy – La caduta di Troia: L’Iliade di Paride e di Elena

La materia, si sa, non è nuova. Cambia il punto di vista però: la storia viene narrata concentrandosi su Paride, vero protagonista della serie, attorno al quale si annodano i fili della trama. Si tratta di una scelta originale: gli antichi consideravano più interessante la figura di Elena, attorno alla quale sono state scritte numerose opere (Gorgia, nel suo Encomio di Elena, la considerava innocente perché vittima di Eros). Una scelta simile ha permesso alla produzione di dedicare le prime puntate alla vita di Paride agricoltore, quasi come preambolo alla vicenda vera e propria, che dedica oltretutto un’attenzione particolare alla figura di Elena. Paride è, ovviamente, il motore dell’azione vera e propria; tuttavia Elena è una figura intraprendente e proattiva, che fa determinate cose e compie scelte precise, la cui incidenza sulla storia è molto più accentuata rispetto all’originale letterario. La sua stessa storia con Paride non inizia con un rapimento vero e proprio, ma con una fuga volontaria e consapevole.

Troy – La caduta di Troia: Bella Dayne è davvero all’altezza di Elena di Troia?

Troy - La caduta di Troia cinematographe

Tuttavia, la produzione avrebbe dovuto scegliere un’attrice migliore di Bella Dayne, che non ha altri meriti oltre a quello di essere effettivamente molto bella. L’attrice ha una sola faccia per tutta la serie, sia che amoreggi con Paride, sia che trami dietro le quinte, sia che dialoghi con Andromaca (Chloe Pirrie), uno dei pochi personaggi riusciti della serie. Ma il cast in generale è frutto di scelte discutibili: solo alcuni attori sono ben scelti (come Priamo, interpretato da David Threlfall, Ulisse, interpretato da Joseph Mawle e, appunto, Andromaca), il resto sono bei faccini senza particolari doti attoriali. Peculiare anche anche la scelta di attori afroamericani per ruoli chiave come quelli di Achille (David Gyasi), Patroclo (Lemogang Tsipa) e Zeus (Hakeem Kae-Kazim): si critica tanto il whitewashing e poi si scelgono attori afroamericani per tre figure mitiche che certamente non erano di colore.

Nel complesso, si ha l’impressione di guardare una serie molto sottotono rispetto alla bellezza e alla ricchezza dell’originale letterario. Le piccole distorsioni della trama sono quasi inavvertite e l’insieme è tutto sommato fedele, ma manca desolatamente di epica ed epicità. Un piccolo apprezzamento va ai costumi e alle scenografie, che riproducono fedelmente la Grecia omerica.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Recitazione - 2
Sonoro - 3
Emozione - 1

2.2

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