Tom Jones: recensione del period drama romantico Sky

Il period drama coinvolge grazie alla sceneggiatura firmata da Gwyneth Hughes e alle appassionanti disavventure dei suoi protagonisti.

Dal 30 settembre 2023 trovate su Sky e NOW la miniserie Tom Jones diretta da Georgia Parris e scritta da Gwyneth Hughes, che adatta per il piccolo schermo il romanzo omonimo di Henry Fielding raccontando una storia attraverso un avvincente period drama romantico. Frequentemente i period drama ci appaiono molto simili – stantii e pomposi – proprio come i vestiti ingombranti che devono indossare i loro personaggi per restituire alla vicenda un po’ della sua veridicità storica. Ci sono però delle eccezioni, una di queste è certamente Tom Jones, una miniserie in quattro puntate che si pregia di uno script avvincente e di una messa in scena fresca e moderna. I suoi autori mescolano bene gli ingredienti in modo da rendere questo prodotto davvero godibile per chi ama il genere, e non solo.

Tom Jones – Un’appassionante storia d’amore

La prima chiave del successo di Tom Jones sono i due attori protagonisti selezionati per incarnare lo spirito dell’opera originale. La bella Sophie Wilde che potete vedere anche sul grande schermo in questi giorni come protagonista dell’horror Talk to Me, che sta facendo molto parlare di sé, e l’attore britannico Solly McLeod – che è stato Ser Joffrey Lonmouth – ovvero l’amante che fa una brutta fine di Laenor Velaryon in House of the Dragon. Entrambi sono carismatici, e da subito non riusciamo a non parteggiare per loro: il mascalzoncello personaggio titolare, figlio bastardo di una serva, senza aver mai conosciuto l’identità del padre, che viene adottato dal ricco e nobile padrone di casa, Squire Allworthy (James Fleet, già visto in Bridgerton), che detiene Paradise Hall; e Sophia, la ragazza arrivata da oltreoceano, vista da tutti come un frutto esotico (tranne che da lui), nipote bastarda di un altro nobile del posto, che non ha mai conosciuto l’identità della madre. L’incontro tra i futuri innamorati non sarà immediato, e le loro strade si incroceranno casualmente.

Coinvolge la sceneggiatura di Gwyneth Hughes

I bei costumi, le scenografie, il tono fiabesco generale e la caratterizzazione dei personaggi pronunciata e sopra le righe, nonché i dialoghi attempati eppure squisitamente moderni, rendono questo show televisivo davvero godibile e vicino ai gusti di tutti quanti, che potranno sorridere o specchiarsi in una storia fatta da gentiluomini e gentildonne. Ma il vero punto di forza è la sceneggiatura coinvolgente firmata da Gwyneth Hughes – che già aveva giocato con gli stilemi del genere in Vanity Fair e Miss Austen Regrets – che adatta il romanzo di Fielding con brio e umorismo, mostrando situazioni surreali e creando un’atmosfera incantata sin dai primi frame, con il voiceover di Sophia ad accompagnarci in questa love story classica eppure unica e singolare. C’è un parallelismo di ricerca della propria identità molto interessante da parte dei due personaggi, che forse proprio per questo divengono complementari: entrambi figli di servi, la cui composizione genetica non è mai stata ufficializzata – entrambi ribelli a loro modo e anticonformisti, contrari cioè ai principi e ai comportamenti che predominano nell’ambito della loro società.

Tom Jones: valutazione e conclusione

Non possiamo che concludere che la serie tv è un mix di elementi vecchi e di novità rispetto al romanzo originale. I due protagonisti funzionano e riescono a trasmettere il loro affiatamento e la loro intesa; così come gli altri personaggi appaiono verosimili e appassionanti. Naturalmente prevarrà la storia d’amore raccontata da Tom Jones con efficaci colpi di scena e in modo vivace.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.3