Tiger King e Io: recensione dell’episodio “bonus”

Uscito in America nella notte di Pasqua, è arrivata anche da noi la puntata bonus di Tiger King nella giornata di ieri, naturalmente su Netflix.

La migliore definizione di Tiger King e Io, la puntata bonus della super discussa docuserie Netflix Tiger King, è  “videochiamata di gruppo”, di quelle che si fanno tra amici, di quelle che facciamo tra di noi (o no, dipende dai gusti, per carità) di questi tempi incomprensibili. Tempi che sono in un certo senso anche uno dei motivi principali del grandissimo successo della storia di Joe Exotic, straordinaria per tanti motivi, ma il cui immediato ed enorme eco mediatico ha avuto luogo anche a causa della pandemia che affligge le nostre giornate, menzionata tra l’altro anche nella puntata.

Ad ogni modo, se sentite già la mancanza del buon vecchio Joe, dei suoi capelli ossigenati e della sua cricca folkloristica potete godervi altri 40 minuti di chiacchiere e racconti perché Tiger King e Io è arrivato ieri anche da noi, dopo essere sbarcato in America nella notte di Pasqua.

Tiger King e Io: di nuovo su schermo

tiger king e io, cinematographe.it

Joel McHale (comico amatissimo in patria, tra i suoi ruoli in tv il più importante è probabilmente quello in Community), di sua iniziativa, o almeno così pare, decide direttamente dal divano di casa sua di coinvolgere alcuni dei sopravvissuti dell’epopea di Joe Exotic con una maxi videochiamata in cui, uno per uno, vengono “intervistati” soprattutto riguardo le conseguenze che il successo di Tiger King ha avuto sulla loro vita, un loro parere sulla colpevolezza vera o presunta di Joe (incriminato per tutti e 19 i capi d’accusa mossi contro di lui) e qualche battuta sulla chiacchierata serie che potrebbe/dovrebbe nascere come adattamento della storia che li ha visti coinvolti.

Purtroppo mancano all’appello i due tenori, il primo perché in carcere e l’altra, la Baskin, per sue scelte, oltre al mistico Doc Antle. Ci sono però il padrino di Las Vegas Jeff Lowe, parte della ex combriccola del G. W. Zoo, l’ex homme fatale John Finlay e il produttore con la faccia da Clint Eastwood, Rick Kirkham.

Il fenomeno Tiger King

Joe Exotic, cinematographe.it

Oltreoceano si è assistito un po’ a tutto in queste settimane in merito a Tiger King, come se tutti fossero caduti improvvisamente preda di una sorta di isterica mania collettiva, forse bisognerebbe togliere il come se, in cui il clima globale ha dato il colpo di grazia. Fatto sta che dalle prime dichiarazioni su Twitter di Kim Kardashian quando il fenomeno ancora era in fase embrionale si è arrivati in men che non si dica alle improbabili di dichiarazioni di Trump riguardo una sua riflessione su una possibile grazia per “il nostro” Joe, passando per la sfilata di travestimenti a tema di Sylvester Stallone e famiglia, Jared Leto, Paris Hilton, Rob Lowe e chi più ne ha più ne metta. In più sotto i nostri occhi si stanno susseguendo annunci praticamente con cadenza quotidiana di nuovi progetti tratti dalla serie. Pensate che solo nei primi dieci giorni di aprile si è parlato di una miserie Universal con Katie McCannon nei panni della Baskin, una serie intitolata Investigating the Strange World of Joe Exotic su Investigation Discovery e un film (o miniserie) Netflix prodotto da Ryan Murphy con protagonista Rob Lowe.

Dunque, a questo punto, cosa possono aggiungere quaranta minuti di videochiamata? Cosa poteva dare Tiger King e Io in più? Niente. E di fatto niente dà. Arrivati a questo momento è quello che è, una goccia nell’oceano, un oceano un po’ insensato, un po’ trash e un po’ spettacolarizzato, in pieno american style. Quindi perché farla? Bé. Perché no.

Il bello è che, nonostante tutto, la cosa continua a funzionare più degli annunci, dei post e delle indiscrezioni, perché quello che torna ad essere realmente protagonista è la vita vera, il fattore umano, che la grande macchina tritacarne dell’entertainment americano (ma forse anche del sistema americano e basta) fa inesorabilmente scomparire dietro allo spirito buzzurro che tanto amano. Anche se il successo di Tiger King avrebbe dovuto farli desistere, almeno per questa volta.

Si parla un po’ di tutto, come si farebbe tra noi, da cose più leggere tipo l’essere improvvisamente riconosciuti per strada o il fantasticare sull’attore americano che sarebbe perfetto per interpretare la propria parte fino a cose più pesanti, come il disturbo post traumatico che nasce dall’aver assistito al suicidio di un tuo conoscente ad un metro da te. Come la vita, la natura incredibile della vita, ciò su cui si basa la storia di Joe ed il motivo per cui noi tutti un po’ l’amiamo.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 1.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 2.5

2.2

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