The Watcher: recensione della serie thriller Netflix

Di più non basta mai”, afferma Jordan Belfort in The Wolf of Wall Street, perché l’avidità non molla mai la presa. L’avidità è la vera protagonista di The Watcher: la miniserie thriller targata Netflix ideata dal duo (Ryan Murphy/Ian Brennan) che sta dietro al recente successo Dahmer. La nuova creatura del regista americano si ispira a un’incredibile e oscura storia vera narrata da Reeves Wiedeman in The Haunting of a Dream House. Con i suoi sette episodi, è disponibile per la visione su Netflix dal 13 ottobre 2022. Un’ode a una casa (una delle più belle e preziose d’America) che si trasforma in ossessione patologica e in incubo quando le lettere di un anonimo osservatore, e non solo, iniziano a terrorizzare una famiglia che si è appena trasferita da New York.

The Watcher, recensione, Cinematographe.it

Dopo The Ring, Naomi Watts torna a interpretare il ruolo di madre; stavolta è la signora Nora Brannock, la donna in bianco che brancola nel buio di questa storia, affiancata da un cast d’eccezione: Mia Farrow, Jennifer Coolidge e Bobby Cannavale. Ne assimila i colori e le ombre (bugie, istinti e temperamenti). Come tutti i personaggi della serie, Nora diventa tutt’uno con il 657 Boulevard – la casa “maledetta” di The Watcher.

Paura e terrore prendono forma in una casa “maledetta” di Westfield. Naomi Watts appare sempre in veste chiara e brillante come in un quadro di Füssli

The Watcher, recensione, Cinematographe.it

Per dirla all’americana, “the right move” – la mossa giusta in quest’opera – è la scelta di un cast superbo: Naomi Watts, Bobby Cannavale e Jennifer Coolidge, e gli altri attori che interpretano i personaggi secondari, tra cui i nuovi vicini ficcanaso della famiglia Brannock: Pearl Winslow, una donna anziana e stravagante con le treccine, che ha il volto di Mia Farrow; suo fratello Jasper (segnato da un evento traumatico) che si intrufola nelle case degli altri e si nasconde nel montavivande; Mitch (Richard Kind) e Mo (Margo Martindale) che oltrepassano spesso i confini della proprietà dei Brannock. Il pilot inizia con un trasferimento in periferia. Dean e Nora Brannock (Bobby Cannavale e Naomi Watts) hanno due figli. Si sono appena trasferiti in una casa meravigliosa nell’idilliaca zona residenziale di Westfield: il 657 Boulevard, nel New Jersey. L’hanno acquistata dopo aver investito tutti i loro risparmi. Il nuovo quartiere non è per nulla accogliente.

La coppia si accorge anche che i nuovi vicini sono particolarmente inquietanti (come in Rosemary’s Baby) perché il loro occhio indiscreto li segue ovunque. Ma la paura e il terrore iniziano a prendere forma nella nuova abitazione quando ricevono una lettera di benvenuto minatoria. Una persona anonima, che si firma “l’osservatore”, scrive di controllare il 657 Boulevard da quasi due decenni, che la casa in questione è diventata la sua ossessione, che è stata acquistata senza conoscere la sua storia, senza sapere cosa c’era nelle sue mura…

The Watcher ci mostra il lavoro dell’ombra, di un’ombra piena, che s’allarga

The Watcher, recensione, Cinematographe.it

Omicidi-suicidi, rituali di sangue, presenze sinistre, fantasmi, musiche di provenienza arcana, passaggi segreti. Ma no. The Watcher non è un horror. È una serie ibrida che mescola il genere drammatico e il thriller, e nella seconda tranche assume perfino i toni della tragicommedia. A fatica riesce a portare chi guarda fino al terzo episodio, quando finalmente si avvertono la suspense, la tensione e l’eccitazione dei personaggi, e si vuole scoprire chi è l’osservatore. Con pochi, semplici e lenti movimenti della camera; una sceneggiatura che fluisce libera come l’acqua, ma è per lo più senza mordente; una fotografia in tono alto (dove i colori chiari predominano), e in cui la luce viene estremizzata per comunicare specifiche emozioni. Una luce che enfatizza l’oscurità dell’intreccio. Sempre radiosa, Naomi Watts sfoggia un guardaroba monocromatico. Appare in veste chiara e brillante, come la donna dipinta nel celebre Incubo di Füssli, mentre attorno a lei l’oscurità dell’intreccio fa da padrona a tutta la scena. Man mano che questa cupezza ingloba i personaggi, ognuno finisce (come la stessa casa) col mostrare il suo lato oscuro. Il personaggio interpretato da Bobby Cannavale, ad esempio, è esemplare nel lento e intricato crollo psicologico; in questo thriller che riesce a incuriosire e a coinvolgere nelle puntate finali ma affrontando, senza innovare, i temi più comuni del genere della suspense. The Watcher ci mostra il lavoro dell’ombra, di un’ombra piena, che s’allarga. E così riesce a intrattenere, con una narrazione che prosegue aggiungendo sempre nuovi tasselli (che fanno ripartire le indagini da zero), insinuando nuovi dubbi, lasciando tracce qua e là e tardando la soluzione. Con un finale perfetto. “Il resto è solo niente”.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.9

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