The Loudest Voice – Sesso e Potere: recensione del pilot della serie TV con Russell Crowe

Recensione della prima puntata di The Loudest Voice - Sesso e Potere, la nuova miniserie tv incentrata sulla figura di Roger Alies, creata da Tom McCarthy e Alex Metcalf e con protagonista Russell Crowe.

The Loudest Voice – Sesso e Potere è una nuova miniserie tv di 7 episodi incentrata sulla controversa figura dell’ex CEO di Fox News Channel, Roger Alies.
Basata sugli articoli del New York Magazine del giornalista Gabriel Sherman e soprattutto sul suo libro The Loudest Voice in the Room: How the Brilliant, Bombastic Roger Ailes Build Fox News – e Divided a Country (2014), la serie racconta gli ultimi 22 anni della vita dell’ex CEO della Fox fino alla sua morte avvenuta nel 2017.

The Loudest Voice – Sesso e Potere è stata creata da niente meno che Tom McCarthy (Oscar alla miglior sceneggiatura per Il Caso Spotlight e una delle firme di The Wire) e Alex Metcalf e ha come protagonista il premio Oscar Russell Crowe, coadiuvato da un cast notevole, avente nomi quali Naomi Watts, Sienna Miller, Seth MacFarlane, Annabelle Wallis, Simon McBurney e Aleksa Palladino.

La serie è prodotta da 3dot Productions, Slow Pony e Blumhouse Television ed è andata in onda in America su Showtime. In Italia è disponibile dal 4 dicembre su Sky Atlantic.

The Loudest Voice – Sesso e Potere: la trama della prima puntata

The Loudest Voice, cinematographe.it

1995. Dopo il suo licenziamento dalla NBC, dovuto ad un’indagine interna dopo un’uscita razzista in diretta, Ailes (Crowe) è diventato una figura scomoda con cui avere a che fare: un uomo dall’indiscutibile talento, il quale ha portato il programma che gestiva a triplicare guadagni e ascolti, ma dal temperamento fumantino, l’indole dittatoriale e, più importante, un’immagine pubblica compromessa.

La televisione americana è però in un’epoca di grandi cambiamenti, soprattutto con il nuovo uso di internet e i network devono adattarsi velocemente se non vogliono sparire. Lo sà bene Rupert Murdoch (McBurney), proprietario della giovane Fox, a cui serve urgentemente un cavallo di razza per non rimanere indietro. Chi meglio di Ailes?

L’insediamento è veloce, totale e cannibalizzante. Roger invade gli uffici con tutti i suoi uomini (e donne) migliori, pretendendo, rilanciando e arrivando anche a scontrarsi con Murdoch e gli altri impiegati del network; qualsiasi cosa pur di ottenere il comando incontrastato sul nuovo canale di News che la Fox sta per lanciare. Tutto quando al modico costo di accettare la sfida di divenire la voce più influente su piazza e di farlo in 6 mesi, garantendo, neanche a dirlo, il duplice successo. Il tempo scorre.

The Loudest Voice – Sesso e Potere: “two men” show

The Loudest Voice, cinematographe.it

Quello che ha reso The Loudest Voice – Sesso e Potere molto attesa in America è probabilmente la promessa (neanche troppo velata) di portare in scena la storia di molestie e mobbing che ha coinvolto Roger Ailes, perfetto alter ego di un qualsiasi Weinstein: l’omone grande, grosso e ricco pronto a regalare un’opportunità ad una bella signorina solo in cambio di una inopportuna concessione.

Eppure c’è altro degno di nota nello show: una bella messa in scena, una scrittura accattivante e un cast apparentemente più che all’altezza. Ma quello che la prima puntata rende chiaro è come il successo della serie sembrerebbe ruotare intorno a due uomini, uno davanti la camera e uno dietro. Partiamo da quest’ultimo.

Tom McCarthy è uno sceneggiatore di prima classe nel mondo del cinema americano, specialmente dopo il premio Oscar, ma già prima con la partecipazione in grandi lavori per il cinema (pensiamo ad Up) e a tanti sceneggiati televisivi di grande successo. La sua firma si vede un po’ ovunque: sia nella costruzione (anzi ricostruzione) delle vicende sia nei dialoghi tra i personaggi e finanche nella regia, compagna precisa del suo tipo di scrittura, caratterizzata dall’importanza della ricerca certosina del non detto e della verità più che altro rivelata per immagini e toni.

L’altro polo è, ovviamente, Russell Crowe, centro nevralgico di una serie che lo vede e lo vuole mattatore incontrastato e padrone della scena. Il suo Roger Ailes si mostra come una figura ambigua, in grado di attirare simpatia, ispirare i suoi uomini, mostrare carisma e un attimo dopo incutere timore e fare quasi ribrezzo. Un compito arduo per l’attore australiano che però sembra essere calato nella parte perfettamente.

La prima puntata è costruita come un prologo, in cui il protagonista è stato ben presentato e gli altri personaggi sono posti sulla scacchiera. L’esaurimento del conto alla rovescia segna l’inizio della corsa: si parte dalla seconda puntata.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 2.5

2.6