The Loudest Voice – Sesso e potere: recensione della serie TV con Russel Crowe
Recensione di The Loudest Voice - Sesso e Potere, la nuova miniserie tv creata da Tom McCarthy e Alex Metcalf e incentrata sulla figura di Roger Alies, interpretato da Russell Crowe.
The Loudest Voice – Sesso e Potere è la nuova miniserie tv Showtime, prodotta da 3dot Productions, Slow Pony e Blumhouse Television, incentrata sulla controversa figura dell’ex CEO di Fox News Channel, Roger Alies.
Lo show è basato sugli articoli del New York Magazine del giornalista Gabriel Sherman e soprattutto sul suo libro The Loudest Voice in the Room: How the Brilliant, Bombastic Roger Ailes Build Fox News – e Divided a Country (2014) ed è stata creata da Tom McCarthy (Oscar alla miglior sceneggiatura per Il Caso Spotlight e una delle firme di The Wire) e Alex Metcalf. Mentre il ruolo del protagonista è ricoperto dal premio Oscar Russell Crowe (completamente trasformato per l’occasione).
Al suo fianco un cast di tutto rispetto composto dalla candidata all’Oscar Naomi Watts, la candidata ai Golden Globe Sienna Miller, il creatore de I Griffin Seth MacFarlane, l’ex star di Peaky Blinders Annabelle Wallis, Simon McBurney e Aleksa Palladino.
The Loudest Voice – Sesso e Potere è composta da 7 episodi ed è trasmessa in Italia da Sky Atlantic.
The Loudest Voice – Sesso e Potere: la trama
Roger Ailes (Crowe) è una figura scomoda per l’opinione pubblica, ma soprattutto ingombrante (come la sua stazza suggerisce) per chi ne è legato professionalmente, dato l’enorme ego e il temperamento dittatoriale e sprezzante. Eppure il suo talento nel campo della comunicazione è impareggiabile.
Lo sa fin troppo bene Rupert Murdoch (McBurney) che lo sceglie per creare Fox News, il nuovo canale informativo del suo network televisivo. Il prezzo da pagare sarà dare carta bianca ad un uomo schierato politicamente, fortemente autoritario e assolutamente egocentrico, che comunque, nei suoi vent’anni di militanza nella compagnia di Murdoch, riuscirà non solo a creare un canale da zero, ma lo porterà ad essere il primo riferimento all-news d’America.
Nel ritratto dei suoi ultimi 20 anni da protagonista nel mondo dei media (dal 1995 al 2016), in cui conoscerà la sua parabola ascendente, grazie ai successi professionali, e discendente, a causa delle accuse per molestie sessuali, Roger Ailes viene dipinto nelle sue mille sfaccettature, sempre accompagnato dalla devota moglie Elizabeth (Miller), sullo sfondo degli attenti degli 11 settembre, la politica di Bush, il ciclone Obama e il ritorno al trionfo dei Repubblicani con la campagna di Donald Trump.
The Loudest Voice – Sesso e Potere: il violento genio di Russel Crowe
Roger Ailes è stato uno dei pensatori conservatori americani e uno dei comunicatori più importanti della sua generazione. Tacciato in ogni ambiente dell’ostentato favoritismo nei confronti del partito Repubblicano e molto conosciuto in America per il suo spietato propagandismo razzista e antidemocratico, il protagonista della serie è stato interpretato da uno splendido Russel Crowe facendo soprattutto leva sulla sua travagliata vicenda umana e sull’ambiguità della sua natura, allo stesso tempo pienamente dedita ai principi tradizionali dell’uomo simbolo del Sogno Americano: solare, patriota, padre di famiglia e self-made man e comunque insicura, riflessiva e piena di ombre.
L’attore australiano si è preparato al ruolo basandosi molto sulla fisicità di Ailes. Egli stesso ha raccontato di aver assistito a diverse interviste dell’ex CEO di Fox News, dove ha scoperto la grande importanza della sua gestualità e teatralità, nel perfetto stile della politica spettacolarizzata e propagandistica degli ultimi anni.
Il Roger di Crowe riempie lo schermo e cattura lo spettatore sia con il suo modo di parlare dell’America, di dirigere i suoi uomini e di rapportarsi con gli altri personaggi, nonostante la dubbia moralità dei suoi propositi, sia nei suoi momenti di buio, quelli in cui parla della sua travagliata infanzia, quelli in cui si riaffaccia quell’emofilia da cui è stato afflitto per tutta la vita e, infine, quelli in cui si trasforma nell’orco schiavo delle sue pulsioni sessuali.
The Loudest Voice – Sesso e Potere: la penna di McCarthy
Roger Ailes in The Loudest Voice – Sesso e Potere viene raccontato dalla penna di McCarthy, rispettando il ritmo del racconto di cronaca, campo in cui lo sceneggiatore ha dato notevole prova di destreggiarsi.
La narrazione viene così divisa in capitoli, ognuno con al centro la ricostruzione di un evento: dal lancio del network, passando per la clamorosa narrazione degli attentati dell’11 settembre e la successiva veicolazione delle informazioni in favore della guerra contro Saddam Hussein, fino ad arrivare alla spietata crociata contro Barack Obama e al favoritismo senza ritegno nei riguardi della candidatura di Trump.
Ogni fatto racconta un po’ di Ailes, racconta un po’ dell’America moderna e della sua recente politica e senza dubbio risulta la parte più riuscita di tutta la serie.
La regia e la sceneggiatura sono talmente pensate per accompagnare un racconto di ricostruzione e di informazione, che finiscono con l’evidenziare una sostanziale differenza del livello qualitativo quando si passa al racconto del privato dell’uomo Roger, ma lì è l’eccellente prova di Crowe che compensa, come scritto sopra. Sono questi i due elementi che forgiano l’equilibrio che consente alla serie di essere non solo un prodotto d’intrattenimento godibile, ma anche un lavoro interessante dal punto di vista nozionistico, dal momento che fa luce splendidamente sui meccanismi politici di alcuni degli eventi più drammatici della storia recente, mostra uno sguardo inedito per noi europei nei riguardi di alcune importanti figure e spiega molto bene il funzionamento dei media americani e la loro importanza nel raccontare la verità (o una delle tante).