The Ferragnez – Sanremo Special: recensione

Troppa Ferragni e (purtroppo) poco Fedez in uno show dentro lo show perpetuo della coppia social più famosa e stantia d’Italia: se la moglie ha dato tutto ciò che poteva dare (e non ha più misteri… mai ne ha avuti?), le nevrosi del marito attention-seeker si dimostrano un soggetto interessante, colpevolmente inesplorato.

Amazon Prime Video farà cassa con l’episodio speciale della seconda edizione della serie The Ferragnez – Sanremo Special (su Prime Video da 14 settembre 2023), ma le lacrime di Chiara attirano più sbadigli che bisbigli. Insinuarsi tra le ombre di Fedez sarebbe stato di gran lunga più interessante. Ma il principe consorte prima viene presentato come villain e poi messo all’angolo. Trascurare un’indagine sui moventi delle sue ‘marachelle’ è un atto di imperdonabile sciatteria drammaturgica. 

The Ferragnez – Sanremo Special: dopo la kermesse ligure, qualcosa è cambiato

The Ferragnez – Sanremo Special: recensione cinematographe.it

L’avventura sanremese di Chiara Ferragni, co-conduttrice in occasione della prima e ultima serata della scorsa edizione del festival della canzone, ha rappresentato sia la sua consacrazione al di fuori dei circuiti social sia la rottura dell’incantesimo che, per molti anni, le ha garantito la simpatia di gran parte degli utenti di Instagram e piattaforme ancillari. Se è vero che continua ad accumulare utili in veste di creatrice di cineserie marc(hi)ate da occhio ceruleo e cigliuto, dalla sua partecipazione a Sanremo, sebbene il successo di ascolti e parzialmente anche di critica, qualcosa è cambiato rispetto al suo ruolo di pioniera dell’influencing, ambasciatrice di una rivoluzione dei costumi e dei paradigmi comportamentali più che mai applaudita come epocale. 

Bastava farsi un giro nel suo account, negli scorsi mesi, prima che Ferragni limitasse la possibilità di commentare sotto i suoi post, per capire che l’aria era cambiata e che la gloria iconografica dell’imprenditrice digitale nata a Cremona si stava rovesciando in intolleranza nei confronti dei suoi cliché: la fetta di pizza che si autorigenera, le foto dei bambini dispensatori di cuteness (per i puristi: “adorabilità”), i ritratti di famiglia con mamma e sorelle, tutte profetesse di intraprendenza e libertà di scelta, i seni piccoli esibiti come manifesto di accettazione delle proprie imperfezioni corporee (come se una come Jane Birkin non fosse già esistita), i glutei riflessi nello specchio a significare una donna può essere sia mamma sia sexy e nessuno deve permettersi di negarle la conciliazione delle due espressioni di sé. 

The Ferragnez – Sanremo Special: l’avventura lacrimosa di Chiara Ferragni, “la donna” dei messaggi 

The Ferragnez – Sanremo Special: recensione cinematographe.it

Sul palco di Sanremo Chiara Ferragni ha portato la stessa ansia di trasmettere messaggi edificanti su cui ha fondato la sua fortuna in Rete: gli abiti – stupendi – scelti per le due serate del festival sono stati pensati per contribuite a destigmatizzare il corpo femminile, ad affrancarlo dalle catene dei significanti altrui, le parole dette per inciderne la carne e risignificarla fino a renderla prigioniera di un dover essere (o un non dover essere) patogeno. Sul palco di Sanremo Chiara Ferragni ha portato “la donna”, come dice più volte, e ci verrebbe da chiedere che cosa sia “la donna”, se in fondo nel modello incarnato, un modello che mette al centro il culto della positività, non ci sia implicito il tentativo di semplificare il semplificabile, fino ad annullare la femminilità stessa, a negarle complessità e contraddizioni, l’imprendibilità che sempre la sostiene, nell’alleggerimento e insieme allargamento dei termini della questione ad una dimensione irriducibile al puro discorso, all’elementarità di un messaggio tanto univoco da farsi quasi catechesi. 

Chiara Ferragni ha portato certamente “sé stessa”: sia la sua versione melliflua e lacrimosa – quante angosce prima del debutto sanremese! – sia quella più grintosa; senz’altro ha portato la gentilezza della ragazza mite e beneducata che è riuscita a capitalizzare la modestia dei suoi talenti offrendo a tante persone a lei simili un motivo identificatorio piegato in senso migliorativo, ascensionale. Se insomma si guarda The Ferragnez – Sanremo Special con la speranza di scoprire qualcosa che non si sa, per scoprire che cosa significhi per Chiara Ferragni essere “sé stessa” – se c’è una “sé stessa” autentica in contrapposizione o ad integrazione di quella già conosciuta – è meglio che si sappia fin da subito che non c’è nulla da scoprire, perché tra Chiara Ferragni e il suo simulacro non vi è differenza. La dimensionalità per lei non esiste: l’abito Dior sfoggiato a Sanremo, quello che riproduce la sua silhouette stilizzandone seni e ombelico, metaforizza bene l’aderenza dell’indossatrice alle proprie vestigia, la sua identificazione con la propria maschera virtuale. Al di là di quella, non c’è altro. Né spessore né tantomeno mistero. 

The Ferragnez – Sanremo Special: valutazione e conclusione 

The Ferragnez – Sanremo Special: recensione cinematographe.it

Diversa storia è invece Fedez, nell’episodio vividamente delineato come antagonista: intervenuto ai margini dello spettacolo sanremese con il suo programma (suo e di Luis Sal, nei mesi successivi datosi alla macchia), Muschio Selvaggio, il principe consorte aveva promesso alla moglie di non farsi notare, di non darle motivo di inquietudine. Eppure, Fedez il Birichino non ce l’ha fatta a rinunciare allo show e si è concesso, nella serata finale, una languida pomiciata a favor di telecamera, naturalmente pre-orchestrata, con Rosa Chemical. Un momento di protagonismo che Ferragni non ha gradito: il documentario Amazon Prime mostra i suoi musi lunghi e i tentativi di far comprendere al marito, a suo dire “uno che non si può portare da nessuna parte”, che “supportare” la persona amata significa anche rinunciare alla pulsione performativa, al tic di combinare guai a ogni piè sospinto. 

Il vizietto di Fedez sembra essere, infatti, un certo incontrollato istrionismo: gusto per il tumulto, istinto di provocazione, bisogno di farsi notare. Forse, inconsciamente, di rendersi visibile. Agli occhi degli altri estranei, ma anche di quelli conosciuti: l’impressione che se ne ha è infatti di trovarsi di fronte a un uomo tanto vulcanico – vivace per intelligenza, ricco di idee – quanto narcisisticamente fragile, un uomo – non un campione di maturità affettiva, ma chi può dire di esserlo? – che nella reputazione della moglie trova una compensazione a un profondo senso di inadeguatezza – “quella donna è mia moglie, con quella donna ho avuto dei figli!”, esclama festante quando vede Chiara scendere le scalinate del Teatro Ariston – e che pure da questa, militarmente concentrata sul suo business e sui suoi ‘messaggi’, è trattato come accessorio tra tanti, forse persino subordinato alla famiglia d’origine, il luogo della mitologia primaria e sospettiamo mai abbandonata in favore di un nuovo, inedito racconto famigliare

The Ferragnez – Sanremo Special avrebbe dovuto spostare Fedez, a cui è dedicata una manciata di minuti, dalla periferia al centro della rappresentazione: le sue ombre, i suoi vittimismi – “non è facile elaborare quello che mi è successo”, dice per deresponsabilizzarsi e riacquistare la benevolenza della moglie delusa: l’allusione, naturalmente, è al cancro che gli era stato diagnosticato l’anno prima –, le sue ferite narcisistiche, il suo complesso di esclusione e di invisibilità, le sue nevrosi ordinarie e maiuscole sono di gran lunga la parte più interessante della storia e, secondo la legge suprema della drammaturgia, colpevolmente la meno indagata. La prossima volta (se proprio dev’esserci), più Fedez e meno Ferragni, grazie. 

Leggi anche The Ferragnez ‒ Stagione 2: recensione della serie TV Prime Video

Regia - 2
Sceneggiatura - 1
Fotografia - 2.5
Sonoro - 2
Emozione - 1

1.7