The Boys – Stagione 2: la recensione dei primi 3 episodi della serie Amazon

Mancano ormai pochi giorni al debutto su Prime Video dell'attesissima seconda stagione di The Boys. Abbiamo avuto modo di dare uno sguardo in anteprima ai primi 3 episodi.

Guardando indietro ora, di fronte ai numeri spaventosi di The Boys, a tutte le perplessità della scorsa estate, quando Seth Rogen, Evan Goldberg e Neal Moritz ci “riprovarono”, mettendosi al fianco di Eric Kripke per un nuovo adattamento di un lavoro di Garth Ennis dopo il risultati mediocri di Preacher, sembra di essere stati vittime di un delirio collettivo. Specialmente per quanto riguarda quelle legate al momento storico dell’uscita, in realtà mai così azzeccato.

Fortuna per Amazon che tali dubbi non li ha mai evidentemente avuti, ma che anzi, premiata dai dati dopo appena due settimane dall’aggiunta al catalogo Prime Video, non ha perso tempo a rinnovare la serie per una seconda stagione, ormai imminente e sempre più attesa. Ad anticiparla una campagna pubblicitaria incalzante, ad incentivare le attenzioni un budget maggiore, un nuovo membro dei Sette, più Super, più scene action, mammiferi più grandi e anche l’annuncio di qualcosina in aggiunta ai soliti 8 episodi (si parla di un misterioso corto dedicato interamente a Butcher). Nel mentre, per non sbagliare, c’è già stato il rinnovo per una terza stagione. Un universo in continua espansione, un MCU in versione dark o un DCEU in versione dark meno seriosa, probabilmente la prima vera gallina dalle uova d’oro del colosso di Seattle.

The Boys 2 debutta il 4 settembre con i primi tre episodi per poi proseguire con un nuovo appuntamento ogni venerdì. Li abbiamo visti in anteprima.

The Boys – Stagione 2: Wanted

The Boys, cinematographe.it

Nel rocambolesco finale della stagione scorsa i Boys non solo sono stati scoperti, ma hanno perso il loro carismatico leader, incastrato per omicidio e poi rapito e umiliato da Patriota (Antony Starr), che gli ha mostrato come Becca (Shantel VanSanten), la moglie creduta morta, sia invece viva e vegeta nonché madre del suo stesso figlio.

Quelli che ritroviamo sono dunque dei fuggiaschi senza prospettive, costretti a vivere nascosti nel quartier generale sotterraneo dal quale Frenchie (Tomer Kapon) porta avanti la sua attività di contrabbandiere, con somma gioia di Latte Materno (Laz Alonso) e moderato coinvolgimento di Kimiko (Karen Fukuhara). Tra loro l’unico che continua a portare avanti la crociata contro i Super è Hughie (Jack Quaid), ridotto ad uno straccio dalla rabbia per il comportamento del suo mentore e dalla piega che ha preso la sua vita, ma comunque spinto dalla preoccupazione per la sua amata Annie (Erin Moriarty). In un certo modo anche i Sette vivono una situazione simile a quella dei loro dirimpettai, dato il vuoto di potere lasciato da un Patriota sicuro di avere ormai il controllo totale sulla Vought dopo la morte della Stylwell (Elisabeth Shue), senza però aver fatto i conti con il signor Edgar (Giancarlo Esposito), e troppo distratto dalla scoperta di avere un figlio. Senza contare le già profonde divisioni del gruppo, tra chi vuole distruggerlo dall’interno, chi cerca la strada dell’autoaccettazione attraverso allucinogeni percorsi di illuminazione religiosa e chi è in coma per abuso di composto V.

The Boys 2, cinematographe.it

Queste situazioni già instabili e pronte a esplodere troveranno la rispettiva miccia da una parte con il ritorno del redivivo Butcher (Karl Urban), visibilmente scioccato per il recente accadimento e ora ancora più deciso a passare sopra tutto e tutti pur di raggiungere i suoi obiettivi (“the world needs bad men” stuff), e dall’altra con l’arrivo di Stormfront (Aya Cash), la “Super influencer” nuovo membro dei Sette; esempio di spregiudicatezza, arroganza ed emancipazione femminile da cui persino Patriota si deve guardare.

Sullo sfondo, come anticipato dalla scampagnata in Siria di Black Noir (Nathan Mitchell) nella clip dei primi minuti di The Boys 2, la nuova attività della Vought riguarda la creazione dei Super terroristi, o Super villain, stando ai focus group, comunque nient’altro che una domanda per un prodotto che solo loro sono in grado di offrire, ora che il governo degli Stati Uniti ha accettato che i Super si uniscano all’esercito americano. Un’occasione per dare una svolta al futuro. Per tutti.

“You’re Only Human (Second Wind)”

The Boys 2, cinematographe.it

L’occhio con cui ci si riaffaccia al mondo di The Boys da l’impressione di essere più sicuro rispetto al passato, forte del successo riscontrato e, cosa più importante, consapevole dei meriti con i quali lo ha ottenuto. La creatura di Eric Kripke questa volta si prende i suoi tempi, non ha bisogno di spingere subito sull’acceleratore: il materiale con il quale ha costruito il suo immaginario è solido abbastanza da potergli concedere il lusso di gettare l’esca e aspettare il momento giusto.

Quello a cui assistiamo è dunque un inizio meno esplosivo, ma più deciso e strutturato, un modo per riallacciare i fili con la stagione scorsa, giocando a tenere lo spettatore con il fiato sospeso, e intanto introdurre coerentemente, sia con la serie che con lo spirito con cui si è adattato il materiale originario, le nuove tematiche e i nuovi pezzi sulla scacchiera.

Il leitmotiv indiscusso di questo intro sono le seconde opportunità, o “second wind” come canta il Billy Joel idolo di Hughie, con il cui brano la stagione fa coming out all’inizio della seconda puntata, non a caso. Una “second wind” per il Romeo e Giulietta della serie, che dopo aver perso tutto non possono permettersi di gettare alle ortiche anche il loro rapporto, appeso sempre più ad un filo; per Butcher che ora può fare le cose per i giusti motivi; per Patriota, al quale la vita ha dato il dono improvviso della paternità; per Queen Maeve (Dominique McElligott) e A-Train (Jessie T. Usher), che dopo i fatti del finale di stagione scorso possono correggere i loro percorsi; per Abisso (Chace Crawford), il cui esilio dai Sette può permettergli di scoprire se stesso e anche per qualcun altro di non proprio aspettato.

Il primo zenith della stagione si raggiunge nella terza puntata, una delle migliori dell’intera serie fin’ora, coronamento di questo crescendo così sapientemente costruito, in cui tutti quanti i semi piantanti nel corso delle prime due ore sbocciano contemporaneamente per mostrare al pubblico la strada che intende percorrere questa nuova stagione. E non è male per niente.

The Boys – Stagione 2: “Girls Get It Done”

Stormfront, cinematographe.it

Tutta la poetica che muove la narrazione di The Boys è in sostanza individuabile nello scontro sociale tra i primi e gli ultimi della classe, ambientato in quella zona d’ombra in cui collidono le estremizzazioni più selvagge della moralità umana e la corruzione del potere (o super potere). Eppure la chiave del successo della serie sta nel mix tra l’attualissimo sguardo parossistico con cui critica il lato oscuro dello showbusiness e la pura violenza d’intrattenimento che flirta con sempre più nonchalance con quella proposta nel fumetto di Ennis e Robertson, per quanto meno pulp e meno eccessiva.

In questa ottica va analizzato l’inserimento di Stormfront, uno degli antagonisti più importanti della versione cartacea, e, soprattutto, la decisione di riadattare il personaggio in una versione al femminile. Non c’è dubbio che il nuovo membro dei Sette rappresenterà il prossimo aspetto dell’industria culturale da demistificare per Kripke e soci, perché rappresentante di tutta la tematica legata al girl power nell’intrattenimento mainstream statunitense, legata a doppio filo all’ipocrisia del politcally correct. Prosecuzione del cammino iniziato nella seconda parte della prima stagione con le conseguenze della molestia ai danni di Starlight.

Quello che però sembra essere stata la motivazione che ha convinto gli autori ad attuare a loro volta questo restyling così in voga sono le caratteristiche stesse del personaggio. Non c’è dubbio che sia a loro che si deve l’attuabilità e, fino a dove si è visto, la riuscita delle intenzioni satiriche per cui è stato introdotto. Un rischioso gioco a rialzo, partendo da una base a cui è stata già aggiunto uno sguardo sulla spettacolarizzazione tipicamente americana nella promozione della guerra. Un’evoluzione naturale per una serie con le idee sempre più chiare.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Recitazione - 3
Fotografia - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.1