Tehran – stagione 2: recensione della serie Apple TV+ con Glenn Close

L'agente segreto Tamar torna nella metropoli per distruggere il sogno iraniano dell'atomica.

007 che corrono sul campo e cyber spionaggio, la guerra tra Iran e Israele fra colpi proibiti e ripicche reciproche e l’attrice plurinominata all’Oscar Glenn Close sono gli ingredienti principali della serie tv spy thriller Apple Original Tehran 2, che attraverso il susseguirsi di sequenze d’azione con inseguimenti, pistolettate e mitragliate, esplosioni, trappole, droghe e veleni e quanto di più letale possa esserci, porta in scena una storia con la sua piena di suspense. Lo show che ha appassionato il pubblico nella prima stagione e segue la scia di altre produzioni israeliane come Prisoners of War o Fauda con cui condivide il tema della missione segreta in territorio nemico; ideato da Moshe Zonder (Fauda), Dana Eden e Maor Kohn e diretto da Daniel Syrkin, nei suoi otto nuovi episodi vanta la presenza di una star del calibro di Gleen Close. La seconda stagione di Tehran è disponibile per la visione su Apple Tv+ dal 6 maggio 2022, la serie sarà rilasciata a cadenza settimanale.

Tehran – stagione 2: l’agente segreto Tamar torna nella metropoli per distruggere il sogno iraniano dell’atomica

Mentre esplora il mondo dello spionaggio, la serie tv si focalizza sul conflitto israelo-iraniano. Lo scontro tra culture, l’Iran e le sue contraddizioni, emergono non solo nella dimensione narrativa e nella colonna sonora che ben si lega alle scene del thriller, ma anche nei valori tonali della fotografia in cui si gioca costantemente ad abbinare il contrasto caldo-freddo. Tehran segue la protagonista Tamar Rabinyan (Niv Sultan), un’agente segreto del Mossad (l’agenzia di intelligence nonché servizio segreto dello Stato di Israele focalizzato sulla prevenzione di attività che possano compromettere la sicurezza nazionale). Lei è un’hacker ebrea affascinante nata in Iran, ma cresciuta in Israele, la vediamo ritornare nel secondo ciclo di episodi con un piano migliore per impedire all’Iran di dotarsi della bomba atomica. Nella prima stagione muove cielo e terra per garantire il successo della sua missione e per far saltare i controlli elettrici della centrale nucleare, però le cose non vanno come previsto; sfortunatamente il piano di Meir Gorev fallisce e la copertura salta, interviene la polizia e Tamar viene scoperta. Per salvarsi, la donna si trova costretta a nascondersi e a chiedere ospitalità ad ignari parenti. Infine abbiamo visto la protagonista risparmiare la vita a Faraz.

La minaccia incombe ancora per gli israeliani, e, dopo il fallimento della prima missione, l’hacker non può fare altra scelta che ritornare a Tehran per completare finalmente il suo lavoro. Naturalmente non fila tutto liscio. Sin dal suo ingresso in Iran, una serie di dinamiche non lineari mina la riuscita della nuova operazione segreta, che metterà in pericolo tutte le persone a lei molto care, a partire dalla zia Arezoo. Per farsi aiutare e disattivare i radar mediante la generazione di un blackout alla centrale elettrica della città, Tamar conquista l’hacker iraniano Milad ( Shervin Alenabi) e i due saranno sempre più vicini. Ci saranno nuovi personaggi, episodio dopo episodio, che aiuteranno la protagonista a distruggere il sogno nucleare iraniano. Senza farsi beccare mai, e muovendosi tra tradimenti e doppiogiochisti, Tamar dovrà anche cavarsela con dei fuoriprogramma.

Glenn Close è il personaggio-spalla: una fatale spia d’alto rango

Tra i nuovi personaggi della seconda stagione c’è l’attrice di Attrazione fatale che si unisce al cast corale di Tehran che include oltre a Niv Sultan, le star Shaun Toub (Iron Man) e Shervin Alenabi. Glenn Close recita nel ruolo della spia Marjan Montazemi, un membro d’alto rango del Mossad, che entra in scena già nel pilot, giustamente come una magica apparizione: è la “divinità che scende” a risolvere un punto difficile della trama e per indicare alla protagonista la via da seguire. Ma in queste dinamiche è davvero possibile fidarsi di qualcuno? Mrs Montazemi è il misterioso personaggio-spalla di Tehran 2, la donna che guiderà Tamar nella sua nuova missione, e che tuttavia nasconde qualcosa di fatale …

Un thriller coinvolgente con una strabiliante Glenn Close che dà il meglio di sé in soggettiva

In Tehran 2 si passa dal ritmo vivace delle prime sequenze d’azione che si svolgono nell’ospedale di Ayandegan, e servono a snocciolare tutto un piano orchestrato dall’intelligence per liberare un pilota israeliano tenuto prigioniero, alle più distese puntate centrali per poi tornare a vivacizzarsi nel gran finale: un funerale “nero” di sangue. Nel suo viaggio di esplorazione delle relazioni mediorientali, l’opera chiama chi guarda a un continuo lavoro di raccordo tra le istruzioni e il supporto che arrivano dalla base operativa del Mossad, il lavoro degli agenti e dei contro-agenti che non si ferma mai, i giochi e i doppigiochi. C’è spazio per la protagonista, in queste otto puntate, per mostrare la sua crisi di identità, il senso del dovere e il sentimento per la patria e alla fine per recuperare le sue radici in un thriller complessivamente convincente con una Glenn Close sempre strabiliante che sfodera una delle sue potenti interpretazioni e dà il meglio di sé in soggettiva.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.5

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