Suburræterna: recensione finale della serie TV Netflix

Dopo i primi episodi, lo show si riprende, rendendo più complessa la narrazione e mettendo maggiormente a fuoco i personaggi, con un po' di difficoltà a gestire le varie storyline presenti.

Suburræterna è la nuova opera televisiva sequel di Suburra – La serie che, con tre stagioni, dal 2017 al 2020, ha infiammato Netflix ponendosi come una via di mezzo tra un prequel e un reboot del film Suburra (2015) diretto da Stefano Sollima su ispirazione del romanzo omonimo di Giancarlo De Cataldo. Questo seguito, presentato alla 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma (in particolare i primi due episodi), riprende le fila dal finale di Suburra – La serie, facendo un salto avanti di 3 anni, dal 2008 al 2011.

Suburræterna - Cinematographe

Suburræterna, prodotta in particolare da Cattleya e Netflix, con la regia affidata a Ciro D’Emilio e Alessandro Tonda – e la sceneggiatura di Fabrizio Bettelli, Ezio Abbate, Andrea Nobile, Camilla Buizza, Marco Sani, Giulia Forgione – è arrivata su Netflix il 14 novembre 2023 con tutti e 8 gli episodi. Dopo un’introduzione fiacca e un copione che sembrava già raccontare il tutto, l’arco centrale e finale della serie svelano delle interessanti complessità, con i nuovi volti del racconto che raggiungono una piena maturazione a livello di caratterizzazione, ma con un tentativo vano di terminare rapidamente tutte le storie in parallelo.

Suburræterna: un intrigo criminale ricco di colpi di scena

Suburræterna 2 - Cinematographe

Con la fine del secondo episodio eravamo rimasti appesi, di fronte ad un Alberto Anacleti (Giacomo Ferrara) che si stava riappropriando della sua vecchia identità, per ridare alla sua famiglia la dignità perduta. Ecco, nonostante vi anticipiamo rapidamente che il giovane ritorna sulla strada della criminalità, lo vediamo profondamente cambiato, più fragile e mai così scoperto. E, partendo da quel ritrovato passato oscuro, si sviluppa la storia che, finalmente prende il via, lasciando sì qua e là qualche spiraglio scontato e leggibile, ma per la maggior parte costruendo un raffinato intrigo criminale ricco di colpi di scena che si susseguono uno dopo l’altro. Le alleanze che credevano già stabilite e ferree nella loro impostazione in realtà si rivelano più mutevoli e fluide, mentre gli eventi cardine della sceneggiatura si fanno maggiormente elaborati.

Suburræterna amplia finalmente i proprio orizzonti, non accontentandosi di essere semplicemente una fiaba intrisa di sangue e pallottole, ma anche una stratificata epopea sui giochi di potere, inganni e le macchinazioni, con il controllo di Roma sempre più effimero e fugace. In questo quadro intricato, i vari personaggi giocano un ruolo di prim’ordine anche perché è attraverso di loro che viviamo le sfumature più interessanti della trama. Lasciando da parte, per un secondo, i soliti noti ovvero Spadino e Cinaglia, quelli che colpiscono maggiormente sono il cardinale Armando Tronto (Federigo Ceci) e il politico Ercole Bonatesta (Aliosha Massine).

Mentre le altre new entries perdono molti punti in carisma e caratterizzazione, questa coppia intriga per motivi diversi. Il prelato è di base un uomo di cuore, saldo nei propri principi, ma che nasconde un passato troppo doloroso che lo ha cambiato profondamente. Un religioso che, nonostante voglia perseguire il bene, è disposto a scendere a biechi compromessi pur di raggiungerlo. Bonatesta, invece, ha una crescita impressionante e, puntata dopo puntata, diventa effettivamente il grande demiurgo della serie, il manipolatore enigmatico e affascinante che, alla fine dei giochi, riesce ad ingannare tutti, alleati compresi. Detto questo, anche la vecchia guardia si difende notevolmente e i già citati Alberto Anacleti ed Amedeo Cinaglia incontrano una nuova evoluzione.

Il Sinti comprende, finalmente, che non può sfuggire dalle sue origini criminali, mentre il politico capisce, una volta per tutte, che non può raccontare bugie per sempre ai suoi figli. I personaggi, partendo già da ottime basi (che avevamo in parte evidenziato nella nostra scorsa analisi), incontrano una solidità che poi diventa il perno centrale dello show, anche chiaramente grazie agli attori del cast che, tra molti alti e pochi bassi, plasmano, con le loro interpretazioni, figure con un’umanità e una delicatezza inaspettate, che emergono in diversi passaggi dell’opera. Nonostante stiamo parlando di una storia criminale, infatti, l’empatia è fondamentale e, per come è stata costruita nella serie, funziona.

Suburræterna: un ritmo che risulta il più grande nemico della serie

Giacomo Ferrara - Cinematographe

Detto questo, Suburræterna, rispetto alle prime due puntate che abbiamo visto e approfondito in anteprima, ha anche un cambio registico notevole. Se all’inizio abbiamo notato molta monotonia e tanta superficialità nella caratterizzazione delle scene, dal terzo all’ottavo episodio è evidente che la macchina da presa lavora meglio sui luoghi della storia e, anche se non raggiunge i picchi che abbiamo visto in Suburra – La serie, riesce comunque ad evocare suggestione e mistero. Forse il grande problema, concreto e tangibile, si avverte nella scelta di un cerchio ristretto di location che vengono riproposte più di una volta, con soluzioni registiche simili, mentre, da questo punto di vista, la regia poteva fare decisamente di meglio, reinventando il tutto con più energia.

Per quanto riguarda le tematiche proposte, invece, lo show sembra ricalcare temi classici dei gangster movie contemporanei, arricchendoli con riflessioni per nulla banali sull’importanza delle proprie origini e della propria famiglia, due elementi cardine che, non a caso, colorano il background di vecchi e nuovi personaggi. E proprio nel conflitto tra queste due fazioni ecco che emerge anche l’atavico scontro tra conservatorismo e progressismo, antichità e modernità, con la seconda fazione che sembra vincere, almeno questo primo round. Sì, perché per come finisce l’opera, è piuttosto palese che vedremo una nuova stagione.

Dalla conclusione, infatti, ci si rende conto che quello che abbiamo visto è solo l’inizio: la vera e propria guerra tra gli schieramenti deve ancora cominciare, anche se però il ritmo sembra andare in tutt’altra direzione. Dopo che nelle puntate iniziali c’era stata un’eccessiva accelerazione e, al contrario, nell’arco centrale della serie, c’è un rallentamento sacrosanto e coerente con la storia presentata, ecco che purtroppo, nelle battute conclusive si ripresenta il medesimo ostacolo, con una dilatazione narrativa che lascia spazio ad una frenetica corsa che cerca in tutti i modi, il più velocemente possibile, di porre fine a tutte le storyline lasciate scoperte.

Sicuramente una scelta piuttosto atipica, anche considerando la prospettiva di una quasi certa Stagione 2 che avrebbe certamente dato lo spazio necessario, nei primi episodi, per risolvere le faccende rimaste insolute. Ed invece la fretta di avere un cliffhanger pronto e intrigante ha portato ad una risoluzione sicuramente frettolosa, ma comunque significativa considerando quella che rappresenta. Nel complesso, quindi, un’opera che funziona in molte parti (nonostante un inizio totalmente sbagliato e fuori fuoco) e che cerca di differenziarsi il più possibile con Suburra – La serie, non sempre riuscendo ad incarnare un’evoluzione, ricadendo altre volte in un’involuzione.

Suburræterna: valutazione e conclusione

Suburraeterna - Cinematographe

Una regia che cerca di sfruttare al massimo i luoghi della trama, rivelando poca creatività; una sceneggiatura intricata che dimostra una buona caratterizzazione dei personaggi; una fotografia degradante e oscura come il destino sotterraneo di Roma; una recitazione in generale di livello, anche se con qualche picco negativo sparso; un sonoro distorto e incompleto che ben si adatta ad una storia criminale sospesa; un viaggio ritrovato alla scoperta della criminalità romana con qualche sorpresa lungo la strada. In conclusione, Suburræterna, in uno scontro tra vecchio e nuovo, antichi stilemi ed inediti volti, propone un racconto classico, perfettamente godibile ma con un ritmo incostante.

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Regia - 3
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.4

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