Star Wars: The Bad Batch – stagione 2: recensione dei primi episodi

La serie animata è creciusta insieme ai suoi protagonista, soprattutto dal punto di vista della regia e della fotografia

Con un nuovo ciclo di episodi, ritorna su Disney+ lo squadrone di Star Wars: The Bad Batch. Il Filoniverse prosegue la sua corsa, espandendo la storyline di Omega e dei cloni ribelli, ma c’è un grande interrogativo. Per quanto la serie rientri nei prodotti d’animazione e quindi rivolta ad un determinato target, non è esente dal paragone con un altro prodotto targato Star Wars, ossia Andor. Quest’ultima ha delineato uno standard a nostro avviso molto alto. Ideata da Tony Gilroy, la serie ha dimostrato come la direzione di Dave Filoni abbia distrutto l’aspettativa del fandom, ormai rassegnato a prodotti di dubbia qualità; basti pensare ad Obi-Wan Kenobi e The Book of Boba Fett.

Leggi anche Star Wars: The Bad Batch – recensione finale della serie animata Disney+

In molti si sono chiesti cosa potesse ancora raccontare Star Wars e Andor ha risposto in modo esemplare a questa domanda: ancora molto. A tal proposito The Bad Batch sembra aver imparato molto, per quanto la struttura narrativa poggi ancora sul citazionismo, i collegamenti con la saga e doppelganger d’anima di personaggi noti. Dove risiede la novità? Non tutto deve essere per forza nuovo, basti pensare al fatto che con Avatar – La via dell’acqua James Cameron ci ha regalato un film spettacolare attraverso un canovaccio anni ’90. Eppure, se una formula ha dimostrato di non funzionare nel lungo termine è bene cambiarla.

Star Wars: The Bad Batch - stagione 2: recensione primi episodi; Cinematographe.it

Star Wars: The Bad Batch continua laddove si era conclusa, migliorando regia e fotografia. Anche l’impianto narrativo si fa qui più serio, per quanto scandito da momenti comici. I primi due episodi sono il banco di prova, ma è stato il terzo capitolo a stupirci maggiormente. Come sempre, la galassia lontana lontana trova la sua massima forza nelle zone grigie e la storyline di Crosshair ne è un esempio lampante. Le dinamiche all’interno del gruppo sembrano essere invariate, per quanto Omega cresca e maturi. A rimanere sullo sfondo è proprio la Bad Batch che, almeno nei primi episodi, non sembra cambiare dalla scorsa annata. Alcuni hanno il loro momento da protagonisti, ma poco viene aggiunto al loro percorso, ma andiamo con ordine.

La nuova vita dei cloni ribelli

Star Wars: The Bad Batch - stagione 2: recensione primi episodi; Cinematographe.it

La seconda stagione di Star Wars: The Bad Batch sembra riprendere dopo qualche mese gli eventi del season finale dell’anno scorso. Lo dimostrano le divise del gruppo, ora più tendenti al marroncino, e la ripresa di Crosshair in seguito al bombardamento di Kamino. Omega, come dicevamo, è cresciuta, ed ora è parte integrante dello squadrone da cui non viene più soltanto difesa. Le sue skill di combattimento sono migliorate e la sua voce risuona forte, tanto da essere presa in considerazione anche da Hunter. Nel frattempo l’Impero prosegue il suo piano di conquista, al senato si vota per l’arruolamento e i cloni temono per il loro futuro.

Cid rimane ancora al centro della narrazione ad episodi conclusivi, fornendo nuove missioni alla Bad Batch per sbancare il lunario. Un escamotage che speriamo finire presto in quanto alla lunga potrebbe stancare. Abbandonando le vie del procedural, la serie potrebbe trovare un valore aggiunto, ma trattandosi di un prodotto d’animazione a largo target potrebbe non avvenire così presto. Detto ciò, Star Wars: The Bad Batch non è un “cartone animato per bambini”, in quanto erede di Clone Wars. La morte e il tradimento trovano qui nuove forme, distanziandosi ampiamente dal racconto fanciullesco.

Star Wars: The Bad Batch - stagione 2: recensione primi episodi; Cinematographe.it

Questa è la forza della serie, eppure controbilanciata da vecchi stilemi e discutibili scenette comiche. Wrecker rimane il comic relief, senza però far ridere. A tal proposito il flusso del racconto non è lineare, bensì discontinuo. Gli episodi non sono mai simili o uniti, perdendo così di omogeneità. Lo stacco dalla terza alla quarta puntata si avverte in modo preponderante, tanto da domandarci se stiamo guardando lo stesso prodotto o meno. Questo per noi è un gravo errore in quanto mina quanto di bello possiede Star Wars: The Bad Batch. La regia è maturata, le immagini suggestive e alcuni momenti sono davvero adrenalinici. Il problema rimane ancora una volta la scrittura dei personaggi, quasi bidimensionali.

Star Wars: The Bad Batch tra pregi e difetti

Star Wars su Disney+ - Cinematographe.it

È ancora presto però un giudizio definitivo. Una serie trova il proprio senso quando vista dall’inizio alla fine, ma se il viaggio si fa tortuosa qualcosa manca e qual qualcosa per noi è il flusso, una certa omogeneità. Esattamente come nella prima stagione, anche qui fanno capolino vecchi personaggi, alcuni conosciuti altri meno. Il tutto crea unione con gli altri prodotti targati Star Wars, e per adesso il citazionismo sembra essere funzionale alla storia, senza mai scadere nel fan service; di questi tempi è un pregio non indifferente.

Inoltre, The Bad Batch sembra abbracciare alcune tematiche di Andor, in realtà parte integrante del DNA di Star Wars. Le due serie fanno parte di due direzioni differenti, ma comunque unite da un unico discorso: la ribellione degli oppressi contro un sistema totalitario. Molto di tutto ciò era andato perso a vantaggio della mera spettacolarizzazione e che ora ritorna protagonista. La serie animata mostra la fallacità del sistema, l’ipocrisia dietro la facciata dell’ordine e della pace. Non solo, i cloni ribelli sono diversi, degli outsiders. I loro colori, il loro stile è eterogeneo, differenziandosi dal bianco impero. È la guerra della diversità contro la massificazione.

Michelle Ang da la voce ad Omega - Cinematographe.it

Da questo punto di vista Star Wars: The Bad Batch assolve perfettamente al proprio compito, ma purtroppo non tutto è perfetto. Certo è che ci troviamo davanti ad un prodotto di qualità nettamente superiore alle serie live action con Kenobi e Boba Fett. La speranza è che la terza stagione di The Mandalorian non rovini anche l’ultimo baluardo, viste le crepe nella seconda. Se ciò dovesse succedere, il fandom verrebbe perso definitivamente, e l’universo seriale di Star Wars cadrebbe nell’oblio. L’animazione rimane ancora una volta una certezza se pensiamo anche all’ottimo Star Wars: Tales of the Jedi. Per concludere, la seconda stagione di The Bad Batch svela i progressi fatti, ma ci auguriamo una sua maggiore progressione.

Composta da 16 episodi, la seconda stagione di Star Wars: The Bad Batch viene distribuita su Disney+ dal 4 gennaio.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

3.3