Star Trek: Picard – recensione della serie TV Amazon Prime

La recensione di Star Trek: Picard, la serie TV in uscita su Amazon Prime il 24 gennaio 2020, con l'immancabile Patrick Stewart nel cast.

Ci sono icone che non muoiono mai, e fra i personaggi di Star Trek è davvero difficile tentare di individuare quella che può essere considerata una sorta di emblema assoluto della serie. Quel che è certo è che Jean-Luc Picard rientra fra queste, e che è ormai impossibile scindere il suo nome da quello di Patrick Stewart, volto e voce di Picard per un arco di tempo che include almeno 170 episodi.

La storia di Star Trek: Picard riprende da dove avevamo lasciato ogni personaggi nel 1994, anno di conclusione di Star Trek: The Next Generation e, come il titolo lascia immaginare senza equivoci, si concentra principalmente sulla figura interpretata da Stewart. Le vicende narrate riescono, tuttavia, a trovare facilmente un punto di aggancio anche con il capitolo del 2002, Star Trek: La nemesi, dato l’ordine naturale di successione degli eventi (quelli di Picard hanno luogo vent’anni dopo La nemesi).

Star Trek: Picard – la ritirata di Picard?

Star Trek Picard: recensione della serie Cinematographe.it

Siamo nel 24° secolo e Picard, l’uomo a capo della flotta stellare da anni, ha ormai deciso di ritirarsi a una vita tranquilla sulla Terra, scegliendo di occuparsi di una vigna in Francia mentre aspetta che la malattia di Irumodic faccia il suo naturale corso. Tuttavia, le missioni che lo attendono non sono finite e sembra che il destino dell’universo necessiti, per un’ultima volta, del suo prezioso aiuto. In particolare, ad avere bisogno di lui è una squadra di volti nuovi, che affronteranno i già noti Romulani e Borg.

Di tempo ne è passato da quando avevamo lasciato i personaggi della serie, che si parli degli anni Ottanta o dei primi Duemila, più recenti solo rispetto ai primi, ossia in maniera del tutto relativa. Infatti, sia che si consideri Star Trek: La nemesi (2002) che Star Trek: The Next Generation (1987, conclusasi però solo nel 1994), e le quali presentano entrambe un punto di congiuntura con il nuovo universo presentato dal regista Alex Kurtzman, per parlare di cosa sia diventato Star Trek è necessario affrontare un discorso ancor più ampio sui profondi, e anche repentini, cambiamenti che il mondo della televisione e del cinema hanno affrontato dagli inizi del millennio ai giorni attuali. Il primo sperimentando sempre di più con il proprio linguaggio fino ad abbracciare quello del cinema, e il secondo per la produzione sempre più massiccia di cinecomics, il quale linguaggio ha inevitabilmente contaminato il grande schermo (positivamente e negativamente). E risulta davvero imprescindibile considerare le parabole di questi due mondi, calcolando l’influenza non solo dell’universo Marvel nei territori della science-fiction contemporanea ma anche la partecipazione di J.J Abrams all’interno della successione stessa dell’eredità di Star Trek, nel 2011 (Star Trek) e nel 2013 (Star Trek: Into Darkness).

Il nuovo tocco di Alex Kurtzman in Star Trek: Picard

Star Trek Picard: recensione della serie Cinematographe.it

Il primo elemento positivamente dissonante che può essere rilevato in Star Trek: Picard è proprio il risultato di questi grandi cambiamenti: il tocco di Kurtzman apporta alla serie un nuovo tocco cinematografico, fresco, differente da quello che caratterizzava i precedenti episodi per la televisione, affiancandosi a quei registi che vedono nel piccolo schermo un’occasione per osare con una libertà creativa altrimenti impensabile con gli studios (perché in Picard ci sono anche sprazzi di violenza). La questione posta al cuore di questo riavviamento è la domanda che gira attorno al personaggio di Picard, appunto, e che porta a chiedersi come mai abbia rinunciato al suo ruolo storico nella Flotta. L’alone di mistero che aleggia attorno a Picard è motore delle vicende stesso e si sviluppa a partire dal bisogno di scoprire quale trauma sia accaduto negli ultimi vent’anni lasciati “fuori campo”.

Star Trek Picard: recensione della serie Cinematographe.it

Kurtzman non teme l’oscurità, i toni cupi, ed è facile individuare nella serietà con cui avvolge ogni sequenza dei nuovi capitoli un riflesso di quelle tematiche di rilevanza sociale più attuali che mai. La coesistenza delle numerose battaglie che costellano l’universo e il guscio brillante, al di fuori dello spazio e del tempo, in cui risiede la Flotta Stellare sembra impostata come una metafora piuttosto eloquente dei tempi in cui viviamo.

Star Trek: Picard è in uscita su Amazon Prime Video il 24 gennaio 2020.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.5