Star Trek Picard – stagione 2: recensione della serie TV

Tornare nell’universo di Star Trek con Star Trek Picard è ogni volta un grande piacere non solo per l’appassionato della saga ma anche per quello della science-fiction. È un sentimento che avvolge più o meno qualsiasi operazione-nostalgia tocchi un franchise storico e già collaudato da reboot e remake, si parli di fantascienza – facile tirare in ballo Star Wars – o di horror (vedasi i recenti casi di The Texas Chainsaw Massacre e Halloween), di action o d’avventura (attendiamo tutti il prossimo capitolo di Indiana Jones mentre ci prepariamo già a gustare il ritorno di alcuni volti noti in Jurassic World: Dominion). E ci limitiamo a questi pochi esempi, perché l’elenco sarebbe sconfinato.

Star Trek Picard mantiene la promessa dell’operazione nostalgia con grandi ritorni

Star Trek Picard: recensione della seconda stagione

Per questo motivo l’universo cinematografico tutto, nella sua interezza, sembra sempre più propenso a risvegliare mondi concepiti in altre decadi, con particolare attenzione per i seventies e gli eighties. Ma Star Trek si distingue perché riesce anche a tener fede alla grossa promessa ogni volta: non solo con i reboot di J.J. Abrams ha saputo aggiornarsi al linguaggio dell’intrattenimento moderno preservando, al tempo stesso, la propria anima più pura (risalente addirittura agli anni Sessanta), ma soprattutto offre sempre una giustificazione valida ai riavvii della serie, spiegando in effetti cosa ci sia alla base della fede e della coerenza rispetto alle proprie radici.

Le due stagioni di Star Trek Picard si agganciano al primo franchise nato come continuazione della serie originale, Star Trek: The Next Generation, avviata con successo da Gene Roddenberry nel 1987 e fino al 1994 (in Italia dal 1991 al 1997). L’ambientazione dei fatti che avvengono in The Next Generation, un secolo dopo rispetto alla serie originale, introduce lo spettatore a un nuovo equipaggio, prima di tutto, e naturalmente a volti nuovi. Molto di quel che accade lì è in grado di rendere molto chiaro, soprattutto logico, cosa succede e succederà qui, in Star Trek Picard. In particolare, rispetto alla prima stagione, la season 2 di Picard apre le porte a grandi ritorni di icone, alcune delle quali temibili (e non ne riveleremo per evitare spoiler) e attorno cui si costruisce gran parte della narrazione del primo episodio, che dai suoi primi minuti ci catapulta in medias res nel racconto in piena azione, dove lo avevamo lasciato nella chiusura della stagione precedente.

Star Trek Picard: recensione della seconda stagione

Il ruolo di Jean-Luc Picard è chiave e il suo stesso personaggio è notevolmente importante, tanto che in sceneggiatura s’indaga a fondo sulla sua psicologia e sul suo rapporto con il proprio passato, con il proprio lavoro e, soprattutto, con il proprio esistere in un cosmo dove le regole dello spazio-tempo costringono chi vi vive a fare i conti con l’inaspettato e con il rimosso, che spesso è l’Altro. La filosofia che si continua a cucire su questo carismatico personaggio, portato sullo schermo dal mitologico volto di Patrick Stewart, è parallela alla meticolosità con cui si progettano e realizzano spazi e luoghi il cui appeal sci-fi è talmente forte da sembrare uscito direttamente dalla fantascienza epica (non solo filmica, ma anche cartacea) partorita dagli anni sessanta. Si torna, dunque, alle origini, ma si vuole stare attenti a un presente in cui le immagini di questi universi possono ricavare molto da un modo di pensare l’intrattenimento che è proprio della contemporaneità.

Fra Terra e vuoto siderale, tecnologia umana e aliena

Star Trek Picard: recensione della seconda stagione

La ragione che giustifica questo gusto per la messa in scena di mondi fittizi è da ricercarsi nella struttura narrativa di Star Trek Picard, e cioè nel suo dispiegarsi attraverso una dialettica che mette in comunicazione questi regni così diversi: l’ambiente dello Stargazer con quelli più domestici e intimi dei rapporti “umani”, ma soprattutto il nero spazio siderale, e le minacce che vi si celano dentro (pronte a emergere dal vuoto, letteralmente), in contrasto ma in continua comunicazione (anche qui, letteralmente) con la calda Terra, anche lei proiettata, come il resto dell’Universo, in un futuro remoto, ma che non sembra aver abbandonato una tecnologia pur sempre umana e riconoscibile, che sa di “casa”. Il primo episodio della seconda stagione di Star Trek Picard mette sul tavolo una serie di elementi e di quesiti che attendono di essere indagati e risolti nei prossimi episodi, ma le promesse sono già allettanti.

Gli episodi della seconda stagione di Star Trek Picard sono disponibili su Prime Video ogni venerdì.

Leggi anche Star Trek Picard: recensione della prima stagione

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.5