Romanzo radicale: recensione della fiction Rai su Marco Pannella

Riscontro (non a torto) tiepido di pubblico per Romanzo radicale, docufiction sulla vita e le opere del leader radicale Marco Pannella, ora disponibile in streaming su RaiPlay.

Trasmesso nella prima serata di venerdì 11 novembre 2022, Romanzo radicale soccombe alla concorrenza, ma la risposta fredda del pubblico non può essere imputabile soltanto ad una programmazione incauta. La docufiction di Mimmo Calopresti prova a mescolare prosa e poesia, ma fallisce nel rendere poetico – ‘drammaticamente’ interessante – il leader radicale Marco Pannella.

Andrea Bosca nei panni di Pannella è bravo, ma non basta

Andrea Bosca - Cinematographe
L’attore Andrea Bosca nel ruolo di Marco Pannella

Andrea Bosca segue i principi del method acting e fa suo Marco Pannella, cercando di accorciare le distanze fisiche ed emotive dal personaggio: deperisce, scarnisce il volto, illanguidisce lo sguardo. Sebbene, a dispetto delle buone intenzioni, lo sforzo mimetico manchi l’obiettivo, qualcosa del candore angelicale di Pannella, quasi per emanazione, quale bagliore involontario, attraversa lo schermo. Non è un caso che Pier Paolo Pasolini, nell’Italia consumata dal consumismo, un Paese “in cui i cattolici hanno dimenticato di essere cristiani”, riconosceva al solo leader radicale un carisma quasi religioso. Il martirio di Pannella è stato credere che ogni lotta politica dovesse essere assunta nel corpo, per esempio attraverso il digiuno o altre mortificazioni, perché soltanto così – per mezzo di un abbattimento di confine tra pubblico e privato e di un coinvolgimento responsabilizzante e totale, appunto radicale, del sé quale unità psicofisica – si sarebbe potuta incarnare, e di conseguenza concretizzare, nella società, con l’effetto di trasformarla.

A Bosca, che dunque fa bene i compiti e a cui va il merito di essere riuscito a evocare il candore cristico di cui sopra, sono affidate, nel ruolo di protagonista, le parti di finzione di Romanzo radicale, docufiction Rai diretta da Mimmo Calopresti che, focalizzandosi in particolare sulle lotte politiche per prima far approvare la legge sul divorzio, nel 1970, e poi per difenderla dal referendum abrogativo di poco successivo, prova a restituire la statura di un personaggio senza uguali, tanto identitariamente delineato in politica – liberale, anticlericale, antiproibizionista – quando sfuggente dal punto di vista personale, spiritello inafferrabile e, fuori da ogni visione agiografica, persino vaporoso, inconsistente.

Romanzo radicale: la parte documentaria rinnova l’interesse per Pannella, ma la fiction lo vanifica

Romanzo Radicale poster data uscita - Cinematographe.it
‘Romanzo radicale’, docufiction di Mimmo Calopresti, è disponibile su RaiPlay.


Alle testimonianze di chi l’ha conosciuto e ha lottato insieme a lui – la docufiction si apre con Vasco Rossi, tesserato radicale, che riconosce come le sue canzoni, fin dagli anni Ottanta, avessero temi in comune con gli ideali di partito, e si avvale della partecipazione illuminante di Luciana Castellina, la quale chiarisce che i radicali non sono mai stati di sinistra, ma “liberali attenti ai diritti individuali” – s’alternano inserti di fiction che integrano la rappresentazione pubblica delle battaglie radicali con il racconto appunto romanzato degli eventi privati che la presuppongono, la precedono o la affiancano.

È proprio per e nell’impostazione a prosimetro, nella quale la prosa corrisponde alla parte documentario-testimoniale e la poesia a quella fittizia, assegnata alla mediazione degli attori, che il film sembra non funzionare perché, se la vicenda politica di Pannella non smarrisce il suo interesse soprattutto civile, la sua traduzione in termini poetici e drammatici, nei termini quindi della letteratura animata, non riesce a trovare un centro, a liberarsi dall’obbligo di restituire un sapere compilativo. Il personaggio Pannella ci appare privo di caratterizzazione psicologica o di un motore conflittuale vitalizzante, blando e inerte come i suoi occhi celestini e, in fondo, buoni: gli occhi fermi di un santo. Nella sua ‘rinascita’ da protagonista di un’opera di finzione, Pannella perde di contemporaneità, sia nel senso che non riesce a intercettare le inquietudini della nostra epoca, e quindi ad attualizzarsi, sia nel senso che, per difetto o addirittura lacuna di scrittura, manca di capacità di entrare nel tempo vivo del ‘teatro’, nel movimento presentificante del tempo scenico.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Recitazione - 2
Sonoro - 2
Emozione - 2

2

Fotografia Recitazione Sonoro Emozione

Tags: Rai