Questo mondo non mi renderà cattivo: recensione della serie di Zerocalcare

Il fumettista nella sua seconda serie per Netflix esplora temi centrali delle sue opere: gli ideali, l’impegno civile, la sua visione del mondo, la crisi della sua generazione

Dopo il successo di Strappare lungo i bordi il fumettista Zerocalcare (Michele Rech) torna su Netflix con una nuova serie animata: Questo mondo non mi renderà cattivo, disponibile dal 9 giugno 2023 in 6 puntate. Una produzione Movimenti Production (società del gruppo Banijay) in collaborazione con BAO Publishing.

Un vecchio amico di Zerocalcare, Cesare, torna nel quartiere dopo diversi anni di assenza e fatica a riambientarsi. Zerocalcare vorrebbe fare qualcosa per lui ma si rende conto di non essere in grado di aiutarlo a sentirsi di nuovo a casa e a fare la scelta giusta per trovare il suo posto nel mondo. Nel frattempo un gruppo di migranti arrivati dalla Libia viene trasferito in un centro di accoglienza proprio nel quartiere scatenando l’ira degli intolleranti e dei razzisti che vedono in quelle persone indifese e segnate dalla paura e dal dolore una minaccia, chiedendo alle istituzioni di mandarli via, ma per Zerocalcare e i suoi amici questa è un’ingiustizia e non resteranno a guardare.

Come una balena spiaggiata

Questo mondo non mi renderà cattivo, cinematographe.it

In Strappare lungo i bordi Zerocalcare ci portava nei suoi ricordi, nella sua infanzia, nel suo modo personale di affrontare un dolore profondo, la perdita di un’amica. Il suo universo narrativo e in particolare la sua caustica coscienza, l’Armadillo, doppiato da Valerio Mastandrea, hanno conquistato subito, per chi già non li conoscesse, il grande pubblico. In Questo mondo non mi renderà cattivo il fumettista esplora in maniera approfondita temi che sono centrali nelle sue opere: gli ideali, il suo impegno civile, la sua visione della società e della vita. E lo fa sempre con il suo umorismo amaro fatto di iperboli, battute sagaci, sketch che coinvolgono personaggi della cultura popolare, del cinema e delle serie tv, come in queste puntate fa con Bridgerton e Jeeg Robot ad esempio, e metafore che rivelano il suo modo sensibile e poetico di raccontare la sua generazione, le disillusioni, le difficoltà, la cruda realtà: “Sono una specie di balena spiaggiata… solo che da ragazzino fino a che c’erano delle persone che me pungolavano mi davano una scossa, mi smuovevano, ma ora giustamente la gente è invecchiata, chi c’ha i figli, chi c’ha il lavoro…è normale, il mondo non ti sta appresso per sempre”, dice Zerocalcare in uno dei suoi tanti flussi di coscienza, dando in poche parole uno spaccato della nostra società in cui molti si possono ritrovare. Lavorare per colmare un vuoto, o colmare un vuoto nei modi più sbagliati, arrancare per realizzare i propri sogni e rimanere indietro rispetto agli altri, rispetto a un mondo che corre veloce in cui sono sempre più forti le pressioni sociali, in cui si ride “per non sentire i mostri dentro”.

In questo frangente Zerocalcare si domanda che fine possono fare gli ideali che hanno accompagnato una persona per tutta la vita ma che di fronte alle difficoltà possono venire meno. Come recita il titolo della serie, che cita una canzone del cantautore Path, questo mondo non lo renderà cattivo, o almeno ci proverà, ma purtroppo è un mantra che non vale per tutti.

Questo mondo non mi renderà cattivo – Zerocalcare tra ironia e impegno nella serie TV Netflix

Questo mondo non mi renderà cattivo, cinematographe.it

Il fumettista riesce ancora una volta a usare un linguaggio universale senza snaturarsi, a far ridere con le battute al vetriolo e i saggi e trascinanti monologhi dell’Armadillo (già cult quelli di Strappare lungo i bordi), o con i tormentoni dell’amico Secco, ma a toccare anche corde profonde: l’inadeguatezza, la difficoltà di rimanere se stessi in mezzo alle contraddizioni della vita, i sensi di colpa che lo attanagliano per il successo ottenuto, per essere diventato un “privilegiato”, per aver lasciato indietro qualcuno, per non essere forse capace di capire i problemi di chi non ha successo disegnando fumetti o girando serie per Netflix come autoironicamente riflette. “Tu unisci Zerocalcare”, gli dice un produttore, spiegando come il fumettista nonostante le sue chiare posizioni politiche riesca comunque a ottenere ampio consenso. Almeno fino ad adesso, perché le tematiche trattate in questa nuova serie potrebbero “urtare” parte del pubblico che lo ha conosciuto grazie a Netflix ignorando le sue posizioni raccontate nei fumetti sin dagli esordi.

In Questo mondo non mi renderà cattivo ironizza sul politicamente corretto, ma prende anche una posizione su l’uso di alcune parole offensive, specialmente quelle verso le minoranze etniche, la n-word per intenderci, spiegandoci il suo ragionamento con quello che lui definisce “pippone”, “il mio lavoro è usare le parole, quindi ci sta che mi faccio delle domande”. E torna sull’argomento sempre caldo nel nostro Paese dell’accoglienza dei migranti che da sempre sono pedine nelle mani dei politici che muovono a piacimento per attaccarsi a vicenda e ottenere consensi e voti, un dibattito alimentato e strumentalizzato dai media che lui rappresenta come iene. Parliamo di esseri umani, ma spesso troppo impegnati nei nostri qualunquismi da bar ce ne dimentichiamo.

Questo mondo non mi renderà cattivo: conclusione e valutazione

Questo mondo non mi renderà cattivo, cinematographe.it

Una serie animata che più di tanti film, serie e documentari “impegnati” riesce a parlare con leggerezza di tematiche importanti, di crisi generazionale, di paure, di sogni infranti, di rabbia sociale, dei bivi di fronte ai quali ci troviamo prima o poi tutti. Tra i momenti comici di Secco e l’Armadillo, i monologhi ora sagaci ora drammatici e densi di Zerocalcare, le riflessioni che stimolano le vicende dei protagonisti, Questo mondo non mi renderà cattivo si rivela una serie intimista di una bellezza commovente.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

4

Tags: Netflix