Preacher 2: recensione della seconda stagione con Dominic Cooper

Braccati dal Santo degli Assassini e spiati dal Gral, le vicende di Jesse Custer, Tulip e Cassidy a New Orleans nella seconda stagione di Preacher.

Cosa aspetta la AMC ad ufficializzare definitivamente la terza stagione di Preacher? È la domanda che ci poniamo a conclusione della seconda stagione. Nel momento in cui scriviamo, infatti, il network non ha ancora confermato la – naturale – prossima stagione dello show tratto dai fumetti creati da Garth Ennis e Steve Dillon. Un finale totalmente aperto ci ha lasciati con un pizzico d’amaro in bocca e non vediamo l’ora di vedere cosa accadrà ai tre protagonisti. Ma andiamo con ordine e ripercorriamo insieme la stagione appena completata.

Jesse Custer alla ricerca di Dio scomparso nella seconda stagione di Preacher

ATTENZIONE: POTREBBERO SEGUIRE SPOILER SULLA TRAMA DELL’INTERA SECONDA STAGIONE

Preacher

La seconda stagione di Preacher riprende – letteralmente – a correre subito appena dopo le vicende della precedente stagione. Dio è scomparso e Jesse Custer, interpretato da Dominic Cooper, intraprende un viaggio alla ricerca dell’Onnipotente assieme ai suoi due compagni d’avventura: Tulip, interpretata dalla nominata al premio Oscar, Ruth Negga, e il vampiro Cassidy, interpretato da Joseph Gilgun. Il viaggio del trio, tuttavia, non prosegue tranquillo poiché presto scopre di esser braccato a morte dal Santo degli Assassini – The Saint of Killers, interpretato da un oscuro Graham McTavish. Il Santo degli Assassini, assoldato da Fiore che, come ricordiamo dalla prima stagione, doveva estirpare Genesis dal corpo di Jesse assieme al suo collega DeBlanc, ha il compito di uccidere il predicatore. Inizia così una caccia all’uomo spietata e senza esclusione di colpi e sangue.

La seconda stagione di Preacher si divide in due parti ben distinte che, in qualche modo, si amalgamano nel finale

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Dopo aver sconfitto il Santo degli Assassini, Jesse Custer si imbatte in una organizzazione segreta che ha il compito di eliminare tutto ciò che di miscredente c’è su questa terra e proteggere la discendenza del Messia. L’organizzazione è chiamata il Gral ed è guidata dal megalomane e folle Herr Star, interpretato da Pip Torrens. E qui entrano in gioco riferimenti biblici, leggende più o meno fantasiose sulla paternità di Gesù Cristo e persino comparse del Santo Padre in persona. Contemporaneamente seguiamo il calvario di Eugene Root (Ian Colletti), mandato per sbaglio all’Inferno da Jesse nella prima stagione. Il ragazzo deve sopravvivere negli inferi e grazie all’improbabile aiuto di un supercattivo come Adolf Hitler, fa di tutto per scappare e tornare nel mondo reale.

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La seconda stagione di Preacher gioca su vari piani narrativi che mirano anche a svelare alcuni segreti del passato dei protagonisti

Il passato di Jesse è la chiave di lettura degli ultimi avvenimenti in Preacher 2 ed il sentiero verso (l’eventuale) terza stagione. Vengono mostrate infatti alcune scene che ritraggono l’adolescenza del protagonista, dopo l’omicidio di suo padre e prima del suo ritorno ad Annville, in Texas. I fan dell’omonimo fumetto sapranno sicuramente di che si parla se si nomina, ad esempio, Angelville.

Se da un lato troviamo tanta carne al fuoco, dall’altra lo show non smette di stupire e riesce, seppure con alcune difficoltà, a mantenere un ritmo d’attenzione pressoché sempre sostenuto. Ad un certo punto, nel corso delle ultime di puntate di stagione, il gruppo protagonista si divide e la narrazione si sdoppia ulteriormente costruendo, ancora una volta, diverse superfici di racconto.

Preacher è un prodotto televisivo sicuramente audace e coraggioso. Capace di sconfiggere – o provare a contrastare – grazie all’utilizzo del sarcasmo, di un certo surrealismo e di ironia nera un bigottismo ancora radicato nella società attuale. Un bigottismo che, in questo caso particolare, si traduce della messa in scena di momenti fortemente blasfemici – Gesù Cristo che giace con Maria Maddalena e con lei inizia una discendenza che arriva sino ai giorni nostri, solo per farne un esempio.

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Ma non si tratta solo questo. Questa seconda stagione di Preacher, costruita sulla base di una serie a fumetti molto apprezzata, è stata persino capace di capovolgere alcune nostre concezioni da sempre salde nel nostro immaginario. Volendo esemplificare quest’ultima analisi, potremmo volgere lo sguardo alla vicenda di Eugene, bloccato all’Inferno, e della sua improbabile amicizia con Hitler. È possibile che Hitler abbia nascosta dentro se una certa bontà? È possibile provare empatia per lui? Preacher è capace di farti pensare in un modo che mai avresti immaginato.

Preacher ripone la propria forza in una folle trama orizzontale portata sul piccolo schermo da interpreti di grande carisma. Una su tutti è Ruth Negga aka Tulip O’Hare. L’attrice, nominata all’Oscar per il suo ruolo nel film Loving, è miele per gli occhi. Il suo personaggio è uno dei più interessanti e meglio descritti. Senza voler toglier nulla ai due comprimari, Cooper e Gilgun che in ogni caso riescono a tenerle testa, Tulip è il carattere che più spicca. È un personaggio forte, magnetico, badass e al tempo stesso fragile e tormentato dai fantasmi che non la lasciano andare. Varrebbe la pena guardare la serie anche solo per lei.

Preacher non è soltanto trama ed interpretazioni. È ancora molto altro: ritmo, sangue, sesso, droga, musica. Un quadro variopinto tutt’altro che innocente in cui perdersi è d’obbligo. Uno show che si sforza di rompere le righe con risultati spesso positivi. Ci aspettiamo una – meritata – terza stagione.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.5