Nudes: recensione della serie di RaiPlay sui pericoli del revenge porn

RaiPlay arricchisce il proprio catalogo di Nudes, una serie pensata per sensibilizzare gli adolescenti sul tema del revenge porn e realizzata da un gruppo di lavoro tutto al femminile a partire da uno scripted format norvegese: un buon prodotto audiovisivo, che coniuga qualità e impegno.

Concepito per la sola fruizione in streaming, Nudes è da qualche giorno disponibile nella libreria digitale di RaiPlay, scrigno di veri e propri tesori per amanti della serialità europea (basti citarne un paio: Pure, Foodie Love). Scritto da Emanuela Canonico, che ha adattato alla specificità italiana un format norvegese del 2019, e diretto da Laura Luchetti, è un trittico di storie articolate in dieci episodi di una ventina di minuti ciascuno. 

Nudes: tre mini-film per un totale di dieci episodi tra loro non irrelati, con protagonisti adolescenti dell’hinterland bolognese

Vittorio (interpretato da Nicolas Maupas) è uno dei tre protagonisti

S’inizia con i quattro episodi dedicati a Vittorio (Nicolas Maupas), liceale di bell’aspetto e buona famiglia, incarnazione del ‘vincente’: è carismatico, venerato dagli amici, dalla fidanzata Costanza (Giulia Sangiorgi) – aspetto angelico, occhioni azzurri, boccoli d’oro – e dai genitori, ha la stima del preside e dei prof, è avviato a una brillante carriera di architetto. Nonostante tutto sembri per lui a portata di mano, qualcosa (qualcuno?) gli sfugge: a resistergli è Marta (Geneme Tonini), pelle nera, corpo di gazzella, temperamento restio all’adorazione incondizionata del leader. Quando, a una festa, la ragazza sceglie un altro, Vittorio fatica a gestire la frustrazione: riprende con lo smartphone l’incontro sessuale della coppia e ne mette in circolo il video. 

Si prosegue con il mini-film in tre episodi con protagonista Sofia (Fotinì Peluso), sedicenne in bilico tra l’adesione ai codici strafottenti della girl gang e la lealtà nei confronti dell’amica storica incapace di replicare con disinvoltura la naturale sfacciataggine delle altre: a una festa vede Tommaso (Giovanni Maini), riesce a ottenere la sua attenzione, con lui si ritaglia un’isola d’intimità, ma questa viene violata e diffusa. Si conclude con Ada (Anna Agio), la più giovane: ha appena quattordici anni, vive con la mamma infermiera. Ancora impacciata nell’esplorazione dei rituali femminili, spaventata dalla possibilità di perdere la migliore amica entrata nell’orbita delle ragazze più popolari della scuola, per dimostrarsi di poter corrispondere alle aspettative – dello sguardo delle altre donne su di lei più che di quello maschile – accetta di inviare foto private a un ragazzo ‘conosciuto’ tramite dating app. 

Nudes: l’universalità del racconto di formazione assume i caratteri propri di una contemporaneità iperinformatizzata

Sofia è interpretata da Fotinì Peluso

Insieme vicende contemporanee di contemporanea vulnerabilità ai pericoli della Rete e frammenti di una narrazione allargata delle ansietà e delle insicurezze proprie di ogni transizione adolescenziale, le storie di Vittorio, Sofia e Ada, giovani provinciali come tanti (la serie è ambientata nell’hinterland bolognese), contribuiscono al ritratto di una generazione, in fondo, non così diversa dalle passate, ma meno libera di sbagliare senza conseguenze paradossalmente ‘tangibili’ pur nella virtualità, senza che resti un ‘segno’ della loro fisiologica fragilità. È lì che la serie incide nell’universale del racconto di formazione il taglio particolare dell’inquietudine civile. Meritoriamente non demonizzante e privo di eccessi pedagogici, Nudes entra con grazia, seppure con andamento forse troppo rapido e tratto talvolta semplificatorio, nelle vite di ragazzi d’oggi che sono gli stessi di ieri, con la differenza – sostanziale – di essere costretti a imparare più brutalmente (e velocemente) a conoscere, e talvolta ad arginare, non solo se stessi, ma anche le esondazioni del web, l’irruenza con cui i contenuti vi circolano e vi si riproducono.

Nudes: l’impegno pedagogico non cerca la strada della demonizzazione

Ada (Anna Agio) è la più giovane dei tre protagonisti

Vittorio scopre, così, il cuore di tenebra che gli pulsa dentro, a dispetto delle buone intenzioni esibite, la materia rabbiosa di cui è fatto e le cui conseguenze sono dolorose in primo luogo per lui, il colpevole; Sofia si ritrova a fare i conti con il tradimento di chi ha più vicino; Ada, che fatica a riconoscere il suo corpo in quello delle altre e forza la conferma della sua desiderabilità per il ‘maschio’, finisce per diventare un’altra (da) sé soprattutto ai suoi stessi occhi. Le ultime due sono vittime non solo di chi ha voluto punirle o ingannarle, ma anche e soprattutto della facilità con cui la vendetta e l’inganno trovano occasioni per esprimersi attraverso gli strumenti di condivisione digitale, mentre Vittorio è, in un nodo singolare, carnefice-vittima di se stesso e della sua impulsività rimossa: la presa di coscienza lo rende, tra i tre, il personaggio forse più stratificato e interessante, suscettibile a letture multiple – non solo  sociologiche, ma anche psicologiche – della sua divisione interna. Gli attori, va detto, sono tutti eccezionali nel rispondere a un’esigenza di complessità. Perfetta, nella sua forma di punteggiatura tanto discreta quanto incisiva, anche la colonna sonora firmata Gazzelle. 

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 5
Emozione - 4

4.1

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