Nove Perfetti Sconosciuti – Stagione 2: recensione dei primi episodi
Nove Perfetti Sconosciuti – stagione 2 torna con i nuovi episodi della seconda stagione a partire dal 22 maggio 2025 su Prime Video. La serie TV (titolo originale Nine Perfect Strangers) con protagonista Nicole Kidman, creata da David E. Kelley e John Henry Butterworth, è divisa come la prima stagione in otto episodi e, dopo la première di due puntate, è disponibile con cadenza settimanale, con l’ultimo episodio in uscita il 3 luglio 2025. Oltre alla Kidman che tornerà nel ruolo di Masha, i “nove perfetti sconosciuti” dello show cambiano e sono interpretati da Murray Bartlett, Henry Golding, Annie Murphy, Christine Baranski, Dolly de Leon, Ara Aydin, Lena Olin, Maisie Richardson-Sellers e King Princess. Ci si sposta poi nella clinica bavarese di Zaumberwald, un esclusivo e sospetto resort tra le Alpi austriache.
Nove Perfetti Sconosciuti 2: cos’è cambiato rispetto alla prima stagione?

La prima stagione di Nove Perfetti Sconosciuti non ha deluso, nonostante un finale che puntava su un significato più ironico ed equilibrato e che sollevava ogni dubbio su una storia che sembrava aver da dire molto di più. Per quanto si siano amati i nove personaggi e i metodi di Masha siano stati considerati inequivocabilmente, non solo poco ortodossi, ma pericolosi, nel primo capitolo tutto era bene quel che finisce bene. Una conclusione che aveva sia soddisfatto che accontentato, con parte dell’audience che si era inoltre definita entusiasta. Sembra che questa seconda stagione stia notevolmente cambiando rotta, andando contro corrente, ma seguendo la tendenza del momento. Tutto è più sinistro, più occulto e recondito. E la Masha di Nicole Kidman non è solo quell’inquietante, glaciale, e affascinante operatrice di cure interiori. Con soluzioni che attaccano e sovvertono ogni dogma e canone della medicina.
Leggi anche Nicole Kidman sui figli adottivi e Scientology: “Il mio compito è amarli, sempre”
Gli occhi di Masha trafiggono e incantano, ma in questa seconda stagione, sembrano nascondere qualcos’altro. È la seconda fase del suo metodo, ci si avvia verso uno stadio arcano e misterioso, dove i pericoli sono in agguato. Anche la prima stagione presagiva un luogo che dietro un’oasi di benessere dissimulava il marcio. Ma rifuggendo dal classico, meraviglioso e straordinario angolo di paradiso che è in realtà sede di corruzione, crimini e mali indicibili, lo show aveva preferito rendere quel contesto di relax e riconciliazione con se stessi, semplice teatro di tensioni emotive. Sostanze stupefacenti e allucinogene a parte, che davano modo a tutti ad evadere dalla realtà. Momenti onirici e visionari si intersecavano con frammenti di ricordi e dolori rimossi che bisognava rivivere per ritrovare il contatto col mondo circostante. Usciti da lì i metodi di Masha, tra illegalità e inganni, avevano avuto l’effetto sperato. E il benessere ricercato era fisico, psicologico, sociale e interiore.
Una nuova location è tutto che ciò di spaventoso questa seconda stagione potrebbe riservare

La presentazione degli ospiti, con chi si fa attendere e una Masha criticata e amata per i sistemi adottati, si interfaccia da subito con una situazione del quale forse lei non ha il pieno controllo. Ma è presto per dirlo. Di sicuro la profondità dei personaggi eguaglia la prima stagione: Brian è un ex protagonista di uno show per bambini che è stato cancellato; Victoria e Imogen sono madre e figlia con un rapporto apparentemente irrecuperabile inciso da traumi sedimentati negli anni; Peter ha accettato l’invito per rivedere e riconciliarsi con la figura intima di suo padre e non con quella pubblica; Agnes è una suora che ha perso fiducia in Dio; Tina e Wolfie una coppia di musiciste che sperimentano diversi blocchi creativi ed emotivi. Al quale si aggiunge il miliardario padre di Peter, insieme a Martin ed Helena, collaboratori di Masha. Una Masha che è ancora una volta enigmatica guida spirituale, ineffabile maestra intellettuale e oscuro lume di speranza.
Leggi anche Nicole Kidman a Cannes 2025: “Produco film solo per le donne”
La seconda stagione di Nine Perfect Stranger parte più lugubre e spettrale. A partire dall’ambientazione: il desolato edificio è inospitale, ostile e ombroso. Un luogo che forse un giorno era deserto, disabitato e in rovina. Trasformato in un ambiente che cerca di essere confortevole, raccolto ed elegante, illuminato dalla luce ocra e arancione delle candele, ma che continua a rimanere grigio, cupo e tenebroso. Stanze gigantesche e corridoi infiniti incatenato e imprigionano, e gli spazi grandi risultano sempre più chiusi e sovrastanti. Solitario e spopolato, questa volta tutto si svolge in un palazzo sperduto tra montagne innevate, a chilometri di distanza dai centri abitati, bloccate da un clima freddo, gelido e avverso. Ed è da subito, nella predisposizione di moment conviviali che emergono le prime tensioni, si elevano i conflitti profondi e interni dei personaggi, le cui relazioni sono da subito inaspettate, circolari e fugaci.
Nove Perfetti Sconosciuti – stagione 2: valutazione e conclusione

Nine Perfect Stranger con il suo secondo capitolo acquista un’atmosfera più horror, dove i turbamenti degli animi sono tanto spaventosi quanto ciò che in quei bui luoghi potrebbe accadere. Sembra celarsi qualcosa di terribile questa volta dentro la mente di Masha; ma memori della prima stagione, potrebbe essere solo una parvenza, anche se in questo caso lo show di Prime Video appare più pronto a correre dei rischi. Così come la sua protagonista. Nine Perfect Stranger rimane un cammino di guarigione introspettivo e un viaggio all’interno di se stessi, alla scoperta e contemplazione dei propri disagi interiori, tra nevrosi, ansie e paure.
I personaggi di Nove Perfetti Sconosciuti 2 sono tutti, anche questa volta, perfettamente normali e perfettamente folli, standardizzati in un’idea di regolarità e prassi che è illusoria e utopica, mancando di concretezza. Nel passato e presente ci sono personalità dominanti e oppressive, preoccupazioni irrazionali e pensieri depressivi. Ma nell’immediato futuro qualcosa di straordinario sta per accadere. L’elemento psichedelico è sempre centrale e la forza di alcune di figure ha la stessa presa appassionante del primo capitolo. Ma qualcosa è indubbiamente diverso e forse è quel qualcosa di eccessivo e perverso che suggeriva la prima stagione. E che potrebbe trovare la sua iniziale attuazione in questo, per ora, ottimo, intrigante e suggestivo incipit.
Leggi anche Love, Death and Robots – Stagione 4: recensione della serie TV