Non ho mai… – stagione 3: recensione della serie tv Netflix

La terza stagione di Non ho mai... fa compiere ancora un passo avanti alla protagonista che è piena di ingenuità, fragilità, paure, proprio come noi.

Dolore, accettazione e amore sono i cardini di Non ho mai… – stagione 3.
Lo si dice sempre ma è difficile metterlo in pratica: per stare bene con gli altri prima di tutto bisogna amare sé stessi, con forza, bisogna guardarsi e scendere a patti con la propria immagine riflessa e con ciò che si è e si ha. Facile a dirsi? No, è un viaggio molto complesso, l’accettazione di/ l’amore per sé è un percorso lungo, faticoso ed è questo ciò che si racconta nella terza stagione di Non ho mai…, la serie TV Netflix composta da 10 episodi di circa 30 minuti ciascuno, sulla piattaforma dal 12 agosto 2022, creata da Mindy Kaling e Lang Fisher, al cui centro ci sono ancora le avventure di Devi Vishwakumar (Maitreyi Ramakrishnan).

Non ho mai 3 stagione recensione cinematographe.it

Le vicende della sedicenne di origine indiana sono ancora narrate dal tennista John McEnroe, questa volta lo spettatore viene accompagnato nel penultimo anno di liceo che vede lei e le sue amiche alle prese con le relazioni sentimentali e con quella più importante, con sé stesse. Nell’ultima puntata della seconda stagione, Devi era tra le braccia di Paxton-Hall Yoshida (Darren Barnet), l’oggetto dei suoi desideri, lui ora è finalmente pronto a camminare con lei per i corridoi della scuola, la terza stagione riparte proprio da qui, dal sogno avverato. Cosa succede dopo che la gioia è stata raggiunta? 

Non ho mai… 3: quando tutto parte dall’amore per sé stessi

Non ho mai… 3 apre il racconto nel momento in cui tutto dovrebbe andare per il verso giusto, invece non sempre la realtà è proprio come uno se la immagina nei sogni, non sempre ciò che si vuole ardentemente è la strada giusta. Per Devi e Paxton, c’è l’entrata trionfale a scuola, ci sono gli sguardi degli altri: lui si merita ben altro, lei vale molto meno di lui, sente queste voci Devi ma perché credere a questo è proprio lei stessa. Se Paxton è un 10, lei è inevitabilmente un 5, se lui è bello, popolare, simpatico, lei non è nulla, fino a poco prima era semplicemente un fantasma. Non ho mai… deve lavorare su questo, è arrivato il momento, per Devi il problema non sono tanto le lingue biforcute della scuola, il vero problema è che lei si sente di non valere nulla.

Devi: “Nessun altro pensa che noi due abbiamo senso”

Paxton: “No, tu pensi che non abbiamo senso”

È proprio su questo dialogo che si costruisce tutto. Devi, come spesso capita a chi è in trasformazione perché sta crescendo, si interroga, si dispera perché fa male essere soli e fa ancora più male credere che il problema non sta fuori ma dentro di noi, arriva il momento in cui si chiede: “cosa succede se nessuno mi amerà mai, perché sono sempre fuori luogo?” – in realtà nella versione originale Devi esprime invece un altro concetto, la paura di “essere troppo”.

La vera sfida per lei è riuscire a piacersi perché a poco servono le parole d’amore di Paxton, a poco servono i gesti da lui fatti se lei non è consapevole delle sue qualità. Questo viaggio lo compirà insieme alle sue amiche di sempre, Fabiola, Eleanor e Aneesa, ciascuna incastrata nei propri problemi: la prima ingabbiata in una relazione a distanza, la seconda insicura sui sentimenti che prova per il proprio ragazzo, la terza ancora legata a Ben ma conscia del fatto che sono troppo diversi.

Devi ama Paxton, o almeno crede di amarlo, è convinta che senza di lui la sua vita abbia meno senso, lo ha tanto desiderato ma ora che sta con lui qualcosa non va, non si sente a proprio agio, ha molte paure nonostante lui sia sempre dolce, premuroso, presente. Uno dei punti centrali diventa la loro prima volta: lei teme che il fatto di aver bisogno di più tempo (“io non credo di essere pronta a fare sesso”) possa essere motivo di rottura tra i due – perché questo le fanno credere le voci di corridoio a scuola -; cosa che spiega con quanti cliché si cresce ancora circa la sfera sessuale e con quanti pregiudizi guardiamo il mondo. Lei non vuole far parte delle scartate e per questo tenterà, senza spiegare ciò che prova davvero, di avere un rapporto con Paxton che vuole soltanto che si senta pronta. Basta parlare, dialogare e molti dei nodi si sciolgono.

Per stare bene con sé stessi serve inevitabilmente l’incontro con gli altri, oltre che con sé stessi, e quindi diventa fondamentale nel suo scoprirsi la conoscenza con Kaling, un ragazzo indiano, che ha il doppio compito di farle capire che non sempre origini, tradizione e cultura in comune sono abbastanza per fare dell’altro un esempio di virtù e bontà, e allo stesso tempo di farle capire come l’essere a proprio agio con sé è il punto di partenza.

Paxton e Ben, i due ragazzi di Devi nella terza stagione di Non ho mai…

Si parla di passato, di presente e di futuro in questa stagione. Paxton e Trent sono infatti all’ultimo anno e davanti a loro ci sono scelte importanti, cosa fare alla fine della scuola, quale college scegliere. Il domani fa paura, è enorme, un mostro terrificante ma Paxton, anche grazie all’aiuto e alla vicinanza di Devi, ha capito che ha le carte in mano per poter fare grandi cose: non è solo il bello, con un fisico da urlo, è molto di più. Dal canto suo invece Devi ha ancora da fare, è molto concentrata sul presente, sulla scuola, sulla madre, sulle amiche, sull’amore; il futuro la spaventa tanto – ha già perso il padre e deve viversi fino all’ultimo tutto il resto -, è un enorme montagna lontanissima.

Paxton è maturato, cresciuto, ha già compiuto il suo viaggio, sarà lui ad aiutare Ben, il suo acerrimo nemico nelle scorse stagioni, in un momento difficile. Anche per Ben – personaggio talmente importante che anche in questa stagione ha un episodio a lui dedicato – il discorso è simile: l’evoluzione c’è stata, il forte senso di inadeguatezza e la volontà di dimostrare al padre di valere qualcosa l’hanno fatto essere spesso arrogante, egocentrico ma l’abbiamo imparato subito: lui è buono, un tenero, e, come ha detto lui stesso, ha il cuore spezzato (a causa della protagonista). Entrambi, ciascuno a modo proprio, vogliono molto bene a Devi e saranno con lei sempre, per aiutarla e sostenerla; ci sono vari momenti nella storia in cui si comprende che tra Devi e Ben ci sono ancora molte cose da dire, piccole gelosie, piccole scaramucce dimostrano che il loro viaggio non è ancora finito.

Non ho mai… 3: incontrare il dolore, l’accettazione della morte del padre

Devi ha un altro bagaglio pesante: la morte del padre. Sono stati anni duri per lei, momenti che l’hanno distrutta fisicamente e psicologicamente, forse il punto è che il lutto non è stato elaborato totalmente. Il dolore l’ha attraversata come un mare tumultuoso, l’ha inondata, pervasa ma non è concluso il suo percorso di accettazione. Il padre è una presenza costante nei ricordi e fa ancora un male lancinante riportare a galla ciò che è stato, la disperazione la fa urlare, disperarsi, piangere tutte le lacrime perché ci sono cose che la riconducono a quel giorno maledetto in cui suo padre l’ha lasciata facendola sentire in colpa. Non ho mai… è anche un viaggio nella sofferenza, un percorso in cui la sua psicoterapeuta è ancora estremamente necessaria perché con lei lavora profondamente, analizza, dissoda e spesso ciò che viene da sotto il terreno è ancora più letale di ciò che già feriva. Per lei questo grumo di lutto, accettazione e strazio vuol dire essere ancora legati agli oggetti (la racchetta che il padre ha regalato a Devi) perché lì dentro c’è ancora un po’ della vita passata, c’è la memoria della vita ormai andata, vuole dire essere stretta a doppi legacci alla casa, al suo piccolo mondo, alla madre, alla nonna, alla cugina che è per lei sorella e amica, a ogni fotografia che immortala il suo papà e la gioiosa e inconsapevole felicità di un tempo.

Non ho mai… – stagione 3 – Un racconto che tra lacrime e sorrisi ti fa amare i suoi personaggi

La terza stagione di Non ho mai… fa compiere ancora un passo avanti alla protagonista che è piena di ingenuità, fragilità, paure, le stesse di chi guarda; tutti si possono rivedere in Devi che è spesso buffa, a tratti insopportabile, a volte un tormento in carne ed ossa, ma chi non lo è. Non ho mai… è un piccolo diario di un’adolescente che sta crescendo e che un po’ alla volta spunta ciò che ha raggiunto, che si annota ciò a cui ha lavorato. Si tratta di una commedia tragica o di una tragica commedia, in cui ci si commuove, si sorride e, nonostante qualche inciampo, dettato dalla fretta, perché se è vero che il minutaggio della serie è perfetto – i 30 minuti – è anche vero che per il viaggio che i personaggi stanno compiendo può anche essere poco. Ciò che può infastidire è che sembra in alcuni momenti che per Devi e per gli altri pesi molto la morale, ciò che dice la gente, ciò che pensano gli altri, è giusto fare questo e quindi lo si fa, è vero però che si sta raccontando la storia di una ragazza in crescita che si sta costruendo e che deve mettere delle toppe alle ferite che la vita le ha inflitto. Crescere vuol dire scendere a patti con ciò che si è, con ciò che si vorrebbe essere, con gli altri e con il proprio passato, vuole dire arrabbiarsi, urlare il proprio disappunto, ammettere gli errori, accarezzare le proprie fragilità e in Non ho mai… c’è tutto questo, c’è il bisogno d’amore, le guerre disperate, le lotte non proprie che servono per crearsi un’identità. Non ho mai…3 fa centro con il suo mix di leggerezza, ironia, dolore e serietà quando necessaria e l’unica cosa che si può fare, è attendere la quarta stagione per vedere se il finale di questa stagione porterà i suoi frutti nella prossima.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 4.5

4

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