Nettare degli dei (Drops of God): recensione della serie Apple TV+

Serie ispirata a un manga seinen sulla cultura enologica, Nettare degli dei va decantata come un vino pregiato. Meritoriamente contro la compulsione del binge-watching.

La scelta distributiva di rendere disponibili i primi due episodi il 21 aprile 2023 e, poi tutti gli altri, un episodio alla volta, per un totale di otto, fino al 2 giugno, dev’essere letta come non casuale: Nettare degli dei (Drops of God) non è un’opera che possa essere divorata bulimicamente. Come il mondo che ritrae, anzi scolpisce, data la qualità plastica dell’immagine, va sorbita con lentezza, decantata, percepita più che scorsa a singhiozzo (o, peggio, a sussulto). La serie si occupa, infatti, di esplorare la parte ‘eno’ della cultura enogastronomica così centrale nell’identità europea, soprattutto mediterranea: la passione filologica per i vini, la loro storia, le loro diverse componenti, dalla costruzione molecolare alle note percepibili più in superficie, alla vista, all’olfatto, al gusto. 

Nettare degli dei: la contrapposizione di due forme di eredità, quella biologica e quella elettiva, e di memoria, quella affettiva e quella cognitiva.

Nettare degli dei recensione cinematographe.it
La serie è stata girata alla fine dell’estate del 2021, tra Francia, Italia e Giappone.

La riflessione che l’attraversa coinvolge i sensi e richiede una disponibilità a lasciar sedimentare: le memorie traumatiche modificano il nostro modo di sentire, spesso inibiscono il gusto, da intendersi sia come organo sensoriale sia come appetito e piacere per la vita in senso più ampio, metaforico. Per recuperare la capacità di sentire, occorre recuperare una conoscenza primitiva, precedente all’interferenza traumatica, alla difesa insieme contro il disgusto e il piacere. È un processo nel contempo attivo e passivo. Un’esperienza, appunto. E Nettare degli dei invita all’esperienza, più che alla fruizione

Recuperare il gusto è quanto deve fare la protagonista Camille (Fleur Geffrier), e noi spettatori con lei. Resa esasperatamente suscettibile al vino e inibita a bere e a goderne da un trauma precoce che radica nel rapporto con suo padre, Camille Léger è, però, l’unica figlia di Alexandre Léger, autore di una bibbia sui vini, testo fondamentale per studiosi ed estimatori, nonché enologo di rinomata fama e proprietario della più vasta collezione di vini pregiati al mondo.

Quando il padre, da cui viveva da tempo lontana, muore, Camille si ritrova, con sorpresa e suo malgrado, obbligata a una competizione per l’eredità contro il figlio spirituale dell’uomo: un giovane enologo giapponese di nome Issei Tomine (Tomohisa Yamashita), la cui identità e il cui legame con Léger si scoprono poco a poco più complessi di quel che sembravano in un primo momento. 

Nettare degli dei: la serie è tratta da un manga seinen dal successo internazionale

Nettare degli dei (Drops of God) cinematographe.it
‘The Drops of God’ è il titolo della versione anglofona di un manga seinen tradotto e distribuito in tutto il mondo. La serie è un suo adattamento audiovisivo.

Girata in tre lingue e mezzo – francese, inglese e giapponese, ma c’è pure un po’ di italiano – e diretta dal regista israeliano Oded Ruskin, Nettare degli dei adatta l’omonimo manga seinen dal successo internazionale. I seinen (in giapponese, “giovane adulto”) sono manga a contenuto serioso, rivolto a un pubblico perlopiù maschile e non più adolescente, ma sulla soglia della maturità, forse appena un passo prima. L’idea di tradurre un manga seinen in audiovisivo, non d’animazione, ma di rappresentazione per mediazione attoriale si configura come un’operazione raffinata, e raffinato è anche il prodotto finale, il risultato del percorso di transcodificazione.

Le premesse non vengono tradite e, dalla visione degli otto episodi della serie, emerge sempre la cura scrupolosa di ogni dettaglio da parte di tutti i reparti creativi. Manca, tuttavia, pieno controllo soltanto nella sceneggiatura: la parola, benché così varia per idiomi utilizzati, indietreggia di fronte alla potenza di un immagine sempre più eloquente dei dialoghi. Ai creatori interessava stabilire un’interlocuzione con un pubblico globale, come già era stato per la fonte del soggetto adattato. Forse per questo, nonostante le lingue siano plurali, il loro utilizzo si cala nella direzione di un territorio franco, di uno spazio in comune che lima le differenze, richiedendo alla scrittura un’omogeneizzazione che talvolta degenera in omologazione.

Nettare degli dei: valutazione e conclusione  

Nettare degli dei recensione cinematographe.it
‘Nettare degli dei’ sarà disponibile su Apple TV a partire dal 21 aprile 2023. Gli episodi realizzati sono in totale 8, di circa 50 minuti ciascuno.

L’avventura di formazione di Camille, figlia ‘traumatizzata’ di un magnate del vino, incrocia il thriller psicologico sulle interruzioni e le interpolazioni della mente e comprende l’escursione interculturale, senza trascurare l’inserimento del motivo agonistico, dello scontro tra i due figli-eredi, l’erede biologico e quello per così dire ‘elettivo’, per la proprietà dell’immensa e prestigiosa cantina del padre o mentore. Per poter apprezzare le diverse stratificazioni di un’opera al confine tra i generi e i toni occorre la predisposizione a sintetizzare, a cogliere la molteplicità nell’unità.

Nettare degli dei riporta le sfrangiature entro un margine-contenitore efficace e, forte della sua struttura compatta, dipana un racconto solido, che colpisce soprattutto per la sua estetica elegante, tanto aliena dalla rarefazione quanto dalle soluzioni visive più ordinarie, da stucchevolezze iconografiche. Sulla drammaturgia vera e propria, da intendersi come intreccio incardinato sulla scrittura, prevale la dimensione percettiva ed estetica. I dialoghi spesso non sono all’altezza delle immagini. È questo sia un valore sia un limite: la serie è fatta di sinestesie e l’immagine chiede di essere anche gustata. La sceneggiatura, tuttavia, poiché non preceduta né da un’autentica ricerca sul e del linguaggio né dal ritmo, appiattito su un andamento placido e monocorde, manca di una brillantezza che faccia il paio con la levigatezza visiva. 

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.9

Tags: Apple TV+