Mobland: recensione della serie Paramount+ con un cast stellare
Mobland ci porta nel cuore di un'organizzazione criminale, con eleganza visiva e black humor. Uno spettacolo da non perdere!
In streaming dal 30 maggio 2025, su Paramount+, trovate disponibile per la visione Mobland – la serie tv diretta e prodotta in collaborazione con Guy Ritchie che promette di offrire un nuovo punto di vista sul mondo del crimine organizzato, indagandolo attraverso gli abissi della psiche dei suoi protagonisti, e non condensando il tutto solamente in una rovinosa violenza. Il cast stellare dello spettacolo è uno dei suoi punti forti: Tom Hardy nel ruolo di Harry Da Souza, il fixer ingegnoso e compassato, rappresenta perfettamente la tipologia di personaggio che Guy Ritchie sovente dirige tra black humor e intimidazioni, l’attore dà vita a un personaggio che è in grado di falsificare e manipolare con poche parole e lo sguardo seduttivo. Accanto a lui recita una luminosissima Helen Mirren che è Maeve Harrigan, una matriarca che domina con cervello e freddezza, mentre un altrettanto formidabile Pierce Brosnan interpreta il temibile e carismatico Conrad Harrigan. Il trio di attori scelto per Mobland crea uno spettacolo in splendido equilibrio tra classe, crudeltà e scaltrezza.
Mobland – Lo spettacolo offre una trama avvincente che esplora il mondo del crimine e le sue dinamiche familiari

Mobland spicca nel panorama dei crime drama per il suo approccio più psicologico. Si focalizza sulle azioni dei protagonisti, ma anche sulle ragioni dei loro comportamenti e sui pensieri che li guidano; con le sue dieci puntate e un ritmo all’inizio lento, il racconto realistico ci fa impiegare un po’ di tempo prima di trascinarci nel cuore dell’intrattenimento, ma una volta determinato il tono scolpisce la sua profonda ed elaborata riflessione sull’etica, la psicologia e “l’autorità criminale”. La direzione di Guy Ritchie, con il suo solito stile vivace e rapido (Snatch, The Gentlemen), si amalgama a una sceneggiatura e atmosfere cupe, generando un piacevole contrasto tra raffinatezza dell’immagine e suspense.
Nel cuore dell’organizzazione criminale con eleganza visiva e black humor

Lo spettacolo è ambientato nel mondo criminale londinese e ruota attorno a due famiglie antagoniste – gli Harrigan e i Stevenson – immerse in un’oppressiva e affascinante lotta di potere, armi e droga. La serie mette in luce i disaccordi interni, i tradimenti e i piani di chi gestisce imperi illegali sotto l’egida della slealtà. La figura centrale rimane Harry Da Souza, che con spessore e glacialità si sposta abilmente tra le deboli alleanze e i tradimenti, creando un racconto che intrattiene e genera tensione senza necessità di usare scene magnifiche e spettacolari. Il regista ci regala infatti molte sequenze ugualmente efficaci, usando la sua regia per marcare le atmosfere opposte: scene luminose e raffinate in ambienti elitari, scenari più cupi e claustrofobici in cui “si gioca sporco”. La fotografia aerea e i dettagli visivi contribuiscono a creare un mondo stilisticamente caratteristico ed elegante, mentre il tono pungente o serio si percepisce nelle battute velenose dei personaggi. Insomma lo show richiede attenzione ma ci porta nel cuore dell’organizzazione criminale con eleganza visiva e black humor, costringendoci a fare un’esperienza visiva e narrativa unica nel suo genere.
Mobland: valutazione e conclusione
Mobland è uno spettacolo riflessivo per i telespettatori più esigenti, che richiede tempo e attenzione e invita chi guarda a un’analisi accorta, a cogliere i giochi di potere, le tensioni psicologiche e i piccoli particolari che svelano davvero i suoi personaggi. Lo consigliamo agli amanti dei drammi criminali sofisticati dalle atmosfere cupe, perché è pronto a coinvolgere con stile, rendendo ogni puntata un frammento composito ma affascinante. Un risultato, questo, reso possibile da un eccellente mix: cast di alto livello, profondità psicologica dei suoi personaggi e una regia super concentrata.