Make My Day: recensione della serie TV Netflix

Sul pianeta Coldfoot, un minerale promette di dare nuova energia. Ma si aggiranno nellegrotte famelici alieni...

Make My Day è una serie anime taiwanese distribuita su Netflix e disponibili con i suoi 8 episodi dal 2 febbraio 2023.
Make My Day è una miniserie anime prodotto dallo Studio 5 Inc, che aveva già dato la bella Exception di Yoshira Amano: mente creativa dietro lo show è Yasuo Ohtagaki, già autore di Mobile Suite Gundam Thunderbolt.

Su un pianeta lontano lontano…

Nel primo episodio viene presentata la storia: su un pianeta compleamente ghiacciato, Coldfoot, I governi della Terra hanno scoperto un materiale ricchissimo di energia: ma su Coldfoot chi lavora per estrarre il minerale sono i detenuti.

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Quando la guardia carceraria Jim, un giovane inesperto e appassionato di disegno, viene chiamato ad indagare su alcuni misteriosi incidenti, sarà coinvolto in una missione rocambolesca insieme ad altri compagni, per sfuggire a famelici e apparentemente indistruttibili alieni che si cibano di carne umana.
Gli anime che popolano il genere sci-fi sono una moltitudine: ancora di più, il materiale narrativo che racconto la resistenza dell’uomo contro distruttive forze aliene.

Make My Day si inserisce alla perfezione nel contesto: e ovviamente si rifà a diversi capisaldi, da Alien a La Cosa, frugando anche (inconsapevolmente o meno) a tanto altro materiale dai fumetti (Orfani, della Sergio Bonelli Editore) all’audiovisivo in genere (Starhip Troopers, Battle Royale e tutto quello che ne consegue).
Che siano quindi riferimenti consapevoli o meno, la serie di Ohtagaki non presenta, né vuole farlo, uno scenario inedito, né tenta di declinare la storia seguendo strade innovative o originali.
Ma la riuscita di un prodotto o meno, oggi, non può certo essere condizionata -o perlomeno non del tutto- dalla sua indipendenza da qualunque influenza esterna: in questo modo, inevitabilmente, la componente fortemente derivative di Make My Day diventa quindi una precisa caratteristica di tutta la serie.
Perché lo show fa parte del tentative di Netflix di allargare un panorama produttivo ovviamente sconfinato, tentando però di trovare nuovi sguardi, nuove sensibilità, nuovi modi di raccontare.

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Qualcuno dice che, per le storie, dopo Omero tutto è già stato scritto: e qua non siamo certo in un zona che vuole contraddire la credenza.
Certo è che Make My Day, come Beastars, Junji Ito Maniac, Kill La Kill, sono prodotti che non raccontano niente di nuovo, eppure lo fanno benissimo: e l’ultimo prodotto dello Studio 5 Inc. è un anime con un apparato visual realmente maestoso.

L’animazione, che in parecchi si sono affrettati a liquidare come rigida, è in realtà costruita su un segno grafico perfettamente in linea con il tono del racconto che si ambienta si geografie ghiacciate, con toni da hardboiled cyberpunk.
In questo modo, è come se l’avventura si colorasse con cromatismi che racchiudono il senso dei personaggi: che non hanno nessun tipo di approfondimento psicologico, ma sono perfettamente finzionali alla narrazione. Che fila via veloce, tiratissima, piena di colpi di scena e soprattutto con riletture dei miti fondativi (i citati film di Carpenter e Scott su tutti) che impregnano lo sviluppo della storia e ne creano presupposti e svolgimento.

Make My Day ha il pregio, difficile da trovare oggi, di una scelta grafica (he si ripercuote su tutta la struttura) particolarmente personale: non nuova, non originale, ma decisa e divisiva, tale da rendere gli otto episodi della serie (per chi è appassionato del genere) appassionanti come poche altre proposte.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.5

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