Love To Hate You: recensione della rom-com coreana Netflix

Un'avvocatessa in carriera, femminista ed emancipata, e un attore che diffida delle donne: cosa possono avere in comune?

Love To Hate You è il nuovo k-drama coreano che vira sulla commedia romantica distribuito da Netflix con i suoi dieci episodi, dal 12 febbraio 2023.

Love To Hate You: la trama della serie

Lei, Yeoh Mir-an è una giovane e rampante avvocatessa di Seul in carriera, cinica e sprezzante, femminista convinta e spirito libero, e crede che per lei l’amore non significhi nulla: per questo cambia partner di letto ogni sera. Non ha avuto dubbi sul lasciare la casa dei genitori per andare a vivere con un’amica, Shin  Na-eun.

Lui è Nam Kang-ho, un celebre attore, tutte lo vogliono e lui diffida allora delle donne.

Ma quando Yeoh ha dei problemi in studio, decide di cambiare e andare a lavorare presso la Gilmu, un prestigioso studio legale associato che si occupa principalmente di pratiche per attori e che in genere assume solo uomini: è qui che sente una conversazione tra Nam e il suo ufficio stampa nella quale l’uomo confida di vedere il genere femminile come manipolatore e opportunista.

Infuriata, Yeoh vuole smascherarlo davanti ai suoi fan e decide di lavorare con lui, sempre più a stretto contatto, conoscendolo meglio. La loro vita da qua in poi cambierà drasticamente, facendo vacillare le loro convinzioni.

Un cast ricco, una serie fresca

La regia di Love To Hate You è affidata a Kim Jun-kwon: e la storia, scritta da Choi Soo-young, arriva dalla casa di produzione Binge Works. Per questo, la produzione è di primo livello, grazie anche ad interpreti celebri come Kim Ok-vin (attrice famosissima nel panorama sudcoreano, che ha nel curriculum una vittoria al Sitges Film Festival) o Kin Chi-hun, visto da poco sul grande schermo nel capolavoro Decision To Leave di Park Chan Wook. La scrittura è brillante, e tutti gli episodi costruiti su dialoghi effervescenti in pieno stile coreano, veloci e sferzanti.

Love To Hate You, recensione, Cinematographe.it

Uno show che si sforza di essere moderno e superpatinato, inserendo disegni ed emoticon su una colonna sonora costruita sul k pop più spinto: e probabilmente sono questo contorno la caratteristica meno riuscita della serie, perché Love To Hate You sotto la scioltezza della commedia romantica affonda colpi ben definiti a tabù sessuali duri a morire ancora esistenti nella cultura sudcoreana.

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E forse è proprio questo il lao più sorprendente, il coraggio con cui riesce ad essere sfacciata e fortemente sociale, nonostante la precisa volontà di restare in territori da rom-com. La società fuori tempo massimo e patriarcale, il consumo di liquori come ferrea volontà di non spostarsi dal passato, la chiusura mentale, l’austerità sul sesso e la sessualità: sono tutti argomenti che Love To Hate You prende di petto ridendoci sopra, spazzando via con una risata sbarre e confini.

Tabù e preconcetti

E, a guardarla bene, Love To Hate You non è poi così lontana dal descrivere preconcetti che anche noi, per quanto possiamo far fatica ad ammettere, intridono ancora il tessuto più profondo del nostro apparato sociale, culturale ed interpersonale, come su tutti la tendenza a giudicare uomini e donne con due metri e sistemi differenti, la promiscuità sessuale femminile, il gap d’età tra due amanti quando lei è donna e più grande, il divorzio e le relazioni extraconiugali.

C’è anche spazio per una freccia verso uno showbiz che fatica ad ammettere orientamenti sessuali differenti da quello che la norma vorrebbe o che potrebbero nuocere all’immagine pubblica degli attori: ma tutto sempre e comunque in punta di penna, sotto un sorriso, con una leggerezza e un’arguzia rare da trovare ma che spingono il pubblico più ricettivo a confrontarsi con preconcetti che forse neanche sa d avere.

Regia - 2
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2
Emozione - 3

2.8

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