Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente: recensione della miniserie

Litvinenko - Indagine sulla morte di un dissidente, dal 25 gennaio 2023 su Sky e in streaming solo su NOW, è la storia vera della morte per avvelenamento del noto dissidente russo, nemico giurato di Vladimir Putin. Con David Tennant e Margarita Levieva.

Dal 25 gennaio 2023 in escusiva su Sky e in streaming su NOW c’è una miniserie cui si può rimproverare tutto ma non di non arrivare al momento giusto. Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente, scrive George Kay e dirige Jim Field Smith, ricostruisce con rigore e qualche inevitabile accorgimento narrativo l’emblematica vicenda del dissidente russo Alexander Litvinenko, scegliendo come angolazione privilegiata la tenacia venata di profondo dolore della moglie Marina, impegnata in una lotta senza quartiere nel nome della verità e della giustizia. Con David Tennant, Margarita Levieva, Mark Bonnar e Neil Maskell. E, per dirla come i nostri amici di lingua inglese, l’elefante nella stanza. Vladimir Putin.

Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente: il padre di famiglia e il tiranno

Litvinenko - Indagine sulla morte di un dissidente cinematographe.it recensione

La forma narrativa scelta da George Kay per imbrigliare la storia del dissidente russo è quella del procedurale poliziesco, cioè quel particolare tipo di racconto giallo che non si limita all’esposizione di un mistero e al suo scioglimento, ma che anzi permette di esplorare le procedure e i meccanismi utilizzati dalle forze dell’ordine per arrivare alla verità. Ora, quale tipo di verità sta a cuore a una miniserie come Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente? Una verità umana, sentimentale, poliziesca, storica? Un po’ di tutto questo. Come siano andate le cose lo sappiamo già, almeno per quel che riguarda gli elementi essenziali. Un vivo che parla del proprio omicidio è strano. Più bizzarro ancora è che l’identità del colpevole (del mandante) sia universalmente nota, anche se nessuno è in grado di intervenire .

Novembre 2006, Londra. Alexander Litvinenko (David Tennant) è ricoverato in ospedale. Allerta le forze dell’ordine perché ha qualcosa da dire. Sostiene di essere stato avvelenato. In pochi ci credono, all’inizio. Brent Hyatt (Neil Maskell) e Jim Dawson (Barry Sloane), Polizia Metropolitana di Londra, chiamati a occuparsi del caso, arrivano in ospedale accompagnati da un sorrisetto scettico trattenuto a stento, ma cambiano subito atteggiamento. Soprattutto Brent. Litvinenko ha poco tempo e molte cose da dire. Spiega ai funzionari che la sua salute è destinata a declinare molto rapidamente, che non c’è speranza di recupero e che sa perfettamente chi c’è dietro alla sua morte. Il suo vecchio capo all’FSB, cioè il Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa.

Litvinenko lascia la sua casa e il suo paese per salvarsi l’anima. All’FSB, agenzia di stato specializzata nella liquidazione di nemici politici, era impossibile mantenersi integri. In Inghilterra ci arriva con la moglie Marina (Margareta Levieva) e un figlio e qui indossa gli abiti dell’aspirante e volenteroso cittadino britannico, il dissidente che svela le malefatte del regime putiniano. Vladimir Putin, ieri il capo di Alexander all’FSB, oggi zar di tutte le russie, è il bersaglio esplicito delle sue invettive. Litvinenko dice, mi uccide perché io so. Da aggiungere al corollario di stranezze di Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente è anche il fatto che il protagonista esce subito di scena. Tutto il resto, è il racconto delle conseguenze di una morte diversa dalle altre.

Verità umana, verità poliziesca, verità politica

Litvinenko-Indagine sulla morte di un dissidente cinematographe.it recensione

George Kay scrive Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente tenendo a mente che gli elementi essenziali, esteriori, della vicenda, sono noti al grande pubblico. Qui si tratta di allargare lo sguardo sulla vicenda per offrire quanta più verità è possibile, dal maggior numero di angolazioni: una verità che è insieme intima, medica, politica, poliziesca. Il cuore narrativo di Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente è ovviamente l’indagine poliziesca. Neil Maskell e Mark Bonnar, l’uno detective, l’altro superiore in grado presso la Polizia Metropolitana di Londra, praticamente il rovescio edificante del rapporto tossico tra Putin e Litvinenko, superano i tanti scogli di un’indagine pericolosissima e finiscono per scoprire un mucchio di cose interessanti a proposito dell’affaire Litvinenko.

La causa della morte, tanto per cominciare. Un agente patogeno radioattivo chiamato Polonio-210. Letalità massima. Poi, quando Litvinenko è entrato in contatto con la sostanza, come e per opera di chi. Ha rilievo il racconto dei tentativi, infruttuosi, messi in campo dalla polizia inglese per interrogare i sospettati in Russia; gli espedienti utilizzati dalle autorità locali per insabbiare la faccenda hanno dell’incredibile. Questo è forse il momento più riuscito di una miniserie nel complesso poco incisiva; a suo modo un piccolo capolavoro di tragiche assurdità: la risposta del regime all’indagine è criminale, offensiva, grottesca e ridicola. Vedere per credere. Mark Bonnar e Neil Maskell costruiscono i personaggi rispettando abbastanza fedelmente le dinamiche e le convenzioni del poliziesco standard: uno empatico e accomodante (Maskell), l’altro burbero ma per finta (Bonnar).

Un’impressione, qualcosa in più, di scarsa originalità, getta la sua ombra su Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente. La storia è quella di un padre che sceglie di mettersi dalla parte giusta e per questo muore. Ma la storia è anche quella degli sforzi di chi, tutto intorno, si batte perché giustizia sia fatta. Il versante sentimentale della vicenda è tutto negli occhi di Margarita Levieva; dona spessore a Marina Litvinenko occupando la scena con grazia e dignità; ritratto di un dolore profondo e una tenacia incrollabile. Peccato che non si vada molto più in là di così.

Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente è insieme un procedurale poliziesco e la storia di una famiglia spezzata, raccontata con partecipazione ma anche in modo convenzionale. Funziona come monito fuori tempo massimo: abbiamo sempre saputo quanto fosse pericoloso Vladimir Putin ma abbiamo preferito venire a patti con il diavolo, per un mix di valutazioni politiche e convenienze economiche (la serie, lateralmente, allude anche a questo) davvero fuori luogo. Oggi ne paghiamo le conseguenze. Quello che manca alla storia è la forza di andare al di là delle convenzioni, nell’esposizione dei fatti e nella definizione delle psicologie. I detective sono empatici, le mogli coraggiose e incrollabili, gli scagnozzi infidi. Tutto secondo copione. Manca la volontà di ragionare sul rapporto tra verità e drammatizzazione: la storia (vera) di un uomo che entra in ospedale per annunciare la sua morte ha un retrogusto hitchcockiano; al tempo stesso è quel tipo di twist che solo l’assurdità della vita potrebbe partorire. Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente non ha tempo e voglia di perdersi in questi labirinti. Intrattiene e informa, in modo competente e un po’ superficiale.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 2.5

2.5

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