Lighthouse: recensione della serie TV Netflix con Gen Hoshino e Masayasu Wakabayashi

Un format unico e originale per la serie TV ideata dal giapponese Nobuyuki Sakuma.

Lighthouse è un reality nascosto da format seriale, uno show a puntate che racconta una storia vera, reale, mostrando una interazione effettivamente in atto – e live – tra i protagonisti scelti dal regista. Si tratta di uno dei titoli più bizzarri, originali e provocatori che la piattaforma abbia mai messo a disposizione del proprio pubblico: guardare questa opera, di origine giapponese, non è semplice per chi non è dentro la cultura locale. Nonostante un format decisamente inusuale, una forma non solita nel palinsesto proposto solitamente da Netflix, è davvero interessante soffermarsi a riflettere sugli spunti forniti da Lighthouse, sia nella sua oscurità che nelle rare frazioni di dialogo tra i protagonisti che risultano accessibili all’utente medio.

Lighthouse è un vero e proprio reality serial che ha come protagonisti due grandi intrattenitori dell’industria cinematografica e dello spettacolo giapponese, Gen Hoshino e Masayasu Wakabayashi. Raggiunta la mezza età, i due diventano i volti di un dibattito profondo e intimo sull’arte e le sue problematiche. Il messaggio, dilatato per sei puntate in cui i due uomini raccontano le loro vite e le loro carriere, è che vivere nella creatività diventa complesso in ogni parte del mondo come in ogni parte dell’animo. La problematica centrale degli interessanti dibattiti è riuscire a diventare fruibile, ad arrivare al larghissimo pubblico nonostante sia concepita e vissuta da due uomini profondamente radicati nello showbusiness giapponese.

Lighthouse, un reality interessante dal format originale che crea qualche momento di confusione per chi non conosce il giapponese

Lightouse recensione film netflix - cinematographe.it

Lighthouse è un reality diviso in sei episodi della durata di mezz’ora ognuno in cui due maestri dell’intrattenimento giapponese parlano delle loro carriere, confrontandosi sulle difficoltà rappresentate dal processo creativo e il rapporto con il grande pubblico. Le loro difficoltà sono messe alla mercé degli spettatori, svelando tante realtà inutibili ma raramente visibili della realtà ricca di insidie rappresentata dallo spettacolo, dalla performance e dalla capacità di creare sempre contenuti nuovi, al passo con i tempi, che possano piacere sia all’artista che ai fan.

La creatura di Nobuyuki Sakama, creatore già di Last One Standing, riesce a catturare con successo i momenti clou di queste conversazioni organizzate tra un musicista pluripremiato e un commediante di grande rilevanza nello spettacolo giapponese. I due, profondamente immersi nelle loro carriere, rappresentano il meglio dei rispettivi mondi, portando allo spettatore una serie di spunti riflessivi e d’ispirazione molto acuta, profonda, brillante. Il problema, come ogni prodotto che cerca di affermarsi in un contesto lontano da quello di origine, riesce ad arrivare meglio ad un bacino di élite in grado di conoscere e riconoscere gli elementi tipici della cultura giapponese. Un plus per poter accedere al messaggio più profondo di questa mini-serie è la padronanza della lingua: i sottotitoli distraggono dalla natura velocissima dei discorsi, creando dei vuoti di attenzione piuttosto problematici per lo scorrere sciolto della linea ideologica e narrativa.

Sono tanti i momenti in cui la mente vaga, nonostante i dibattiti continuano ad avvenire sullo schermo: nella transazione culturale, si perde molto cuore e molto umorismo ed è – purtroppo – un elemento che rende il prodotto non una creatura per tutti.

Lighthouse: valutazione e conclusione

The Lighthouse - Cinematographe.it

Lighthouse si afferma nel panorama del palinsesto Netflix come un’opera originale se non unica: il format di reality seriale, il dibattito colto in un lungo lasso di tempo con appuntamenti diversi, in luoghi e ambienti sempre differenti, fornisce certamente un materiale disorientante ma interessante per il pubblico appassionato di spettacolo. Gli artisti si troveranno a seguire il dibattito tra i due intrattenitori giapponesi con focalizzata attenzione e leggeranno nelle loro discussioni parti essenziali della loro vita, della loro esperienza di vita e di arte.

Nonostante il format rivoluzionario e inclassificabile, il contenuto importante e ricco di spunti, due protagonisti che hanno molto da comunicare, il fascino del reality si perde relativamente nella trasposizione culturale per coloro che non hanno conoscenza dello showbusiness e della cultura giapponese. In compenso, un prodotto complesso da seguire in tutte le sue componenti può fornire da propulsore per la curiosità di chi avrà la forza e la pazienza di seguirlo fino alla fine, magari portando una grande fetta di pubblico a conoscere meglio una cultura celebre ma ancora molto sconosciuta.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.8

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