L’attacco dei giganti – stagione 3: recensione della prima parte di stagione

Recensione della prima parte della stagione 3 della celebre serie anime L'attacco dei giganti, che ha appena debuttato su Netflix.

L’attacco dei giganti è l’anime tratto dall’omonimo shōnen horror/post-apocalittico del mangaka giapponese Hajime Isayama, ormai divenuto famoso in tutto il mondo.

L’adattamento anime, diretto da Tetsurō Araki e prodotto da Wit Studio, in collaborazione con Production I.G., ha fatto il debutto nella sua edizione per l’Italia nel 2014, sul sito di streaming VVVVID. A ormai 5 anni di distanza la serie ha visto concludersi la sua terza stagione e prevede di lanciare la quarta e ultima (denominata appunto “Final Season“) nell’autunno del 2020.

Ad agosto 2019 intanto sono stati caricati su Netflix i 12 episodi che compongono la prima parte della stagione 3 dell’anime.

L’attacco dei giganti 3 – parte 1: la trama della serie TV

attacco dei giganti stagione 3, cinematographe.it

La rivelazione di Historia riguardo la sua appartenenza alla famiglia Reiss sciocca i suoi compagni del Corpo di Ricerca, i quali, dopo aver recuperato Eren dalle grinfie di Reiner e Berthold, si sono ritirati in una casa isolata sotto il comando del capitano Levi. Intanto il Governo Centrale ordina al comandante Smith di consegnare loro Historia ed Eren, ma, al pronto rifiuto del soldato, reagisce proclamando fuorilegge l’intero Corpo di Ricerca.

Il gruppo di Levi è dunque costretto a darsi alla latitanza e si organizza per fare uscire allo scoperto chi si cela dietro la richiesta del Governo Centrale e capire così quali siano le vere intenzioni del Re delle Mura riguardo la discendente della famiglia Reiss e il potere del Gigante di Eren.

Quello con cui però i nostri non hanno fatto i conti è la nuova Squadra di Soppressione Antiuomo, facente parte del Corpo di Gendarmeria e il cui leader è un terribile assassino conosciuto con il soprannome di “Kenny Lo Squartatore”.

Questa volta Eren, Mikasa, Armin, Levi, Hanji e i loro compagni dovranno combattere un nemico diverso dai Giganti, un nemico che proviene dalla parte interna delle Mura, un nemico che si professava essere dalla loro stessa parte.

L’attacco dei giganti 3 – parte 1: chi sono i protagonisti?

attacco dei giganti stagione 3, cinematographe.it

Questa prima parte della terza stagione de L’attacco dei giganti si prende una pausa dal sanguinoso scontro fuori le Mura per guardare al loro interno, concentrandosi sui propri protagonisti, sul loro passato, sulla loro psicologia e sul loro ruolo in una scacchiera che diventa sempre più ampia.

Alcuni personaggi come Levi e Mikasa sono ormai diventati dei beniamini per il pubblico dell’anime, eppure del loro passato si sa poco o niente, così come quello del carismatico Erwin Smith. Ma oltre loro, c’è una coltre di mistero che avvolge anche Grisha Jaeger, la quale, in questa stagione, comincia pian pano a diradarsi.

Questo processo di analisi e di spiegazione è innescato dalla “fresca” Historia Reiss, la cui famiglia si scoprirà essere al centro di molti degli eventi legati alla storia dell’Umanità all’interno delle Mura e le cui decisioni hanno influito sui comportamenti e le azioni di tanti dei protagonisti della trama dell’anime.

Naturalmente, in pieno stile L’attacco dei giganti, per ogni risposta data sorgerà un nuovo interrogativo, ma a questo si è abituati.

L’attacco dei giganti 3 – parte 1: i rischi di mettere troppa carne al fuoco

attacco dei giganti stagione 3, cinematographe.it

Dunque i Giganti vengono messi un attimo da parte per fare spazio agli intrighi, le famiglie, le discendenze e gli eventi legati alla storia e alla politica dell’Umanità all’interno delle Mura.

Le 12 puntate sono piene di informazioni, dettagli e flashback. Talmente piene che sembra di percepire un’accelerazione nel flusso della narrazione, dato che il minutaggio è quello che è e le cose da dire sono veramente tante. Il rischio che si corre è quello di trattare superficialmente dei passaggi della storia e non riuscire a far comprendere a pieno delle scelte prese dai personaggi nel presente dopo delle rivelazioni scioccanti appartenenti al loro passato.

Soprattutto nella fase centrale di questa prima parte della stagione 3 la scrittura paga l’eccessiva quantità di carne al fuoco, lasciando degli elementi per strada (o almeno dando l’impressione di farlo) e probabilmente accusando il poco tempo concesso all’anime per sviluppare la propria storia in tempi consoni. D’altronde il ritmo narrativo di uno shōnen atipico come L’attacco dei giganti ha bisogno di qualche pausa, almeno per far digerire al pubblico le tante informazioni. Evenienza non contemplata in questo caso, quindi si chiede allo spettatore uno sforzo di attenzione più importante del solito (e non è che in genere sia poco).

La ragione può essere riconducibile al bisogno della rete di chiudere la terza stagione in modo che la quarta sia effettivamente l’ultima e, anche dopo questi 12 episodi, il sospetto che la carne al fuoco sia ancora tantissima è molto forte.

A margine, dal punto di vista tecnico l’anime continua a migliorare a vista d’occhio: i disegni non sono più quelli piatti della prima stagione e anche le animazioni continuano a registrare una velocità e una fluidità sempre più rilevante. Da sottolineare anche la regia e il montaggio sonoro, essenziale, ma sempre efficace nell’accompagnare la narrazione.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.1