Inseparabili: recensione della serie Prime Video con Rachel Weisz

Beverly ed Elliot ci trasportono nel loro mondo fatto di luci ed ombre, di eccessi e camici rossi

Il sangue caldo scorre veloce tra le corsie dell’ambizione, mentre stravaganti mecenati sorseggiano vino pregiato senza spirito. Due gemelle, identiche in tutto e per tutto, si uniscono e si scontrano in un gioco pericoloso, legate non solo dalla genetica, ma da un legame perverso, viscerale, potente. Inseparabili è questo e molto altro. Eppure, come le sue protagoniste, dotato di pregi e difetti, umano nel suo toccare vette autoriali altissime e sprofondare subito dopo sotto il peso di un certo manierismo.

Leggi anche Inseparabili: Rachel Weisz e Alice Birch svelano tutte le curiosità sulla serie TV ispirata al film di Cronenberg

L’ombra dell’originale ed omonimo film di David Cronenberg avrebbe spaventato in molti, ma non è stato il caso di Alice Birch, che con intelligenza ha affrontato caparbiamente la sfida. La showrunner non si è fatta schiacciare dalla paura del confronto, realizzando così uno show emancipato dall’opera madre. Non tutto è oleato a puntino, ma l’esperienza visiva si dimostra infine avvincente, per quanto intervallata da attimi di puro body horror. Quest’ultimo da non intendere nella sua accezione classico, quanto più una sua rivisitazione e in certi casi ribaltamento.

Dead Ringers: Rachel Weisz e la sfide nell'interpretare due ruoli; Cinematographe.it

Il corpo corrotto e deturpato dalle paure umane di Cronenberg, diventa qui sinonimo di bellezza ancestrale, materno, frutto di desideri profondi. Ed è così che, nel ventre di una donna incinta, cresce e prende forma la vita, quella fatta di ambizione e amore, tormento e perversione. La serie, ancora una volta, è questo molto altro. Le tematiche spaziano dai dilemmi etici e morali finanche al razzismo, al sistema sanitario e al trattamento che molto spesso si riserva alle donne. Quello dello show è un gioco perverso con lo spettatore, lo mette a disagio, lo sprona ad andare oltre lo stupore, ma non sempre ci riesce. Disponibile interamente su Prime Video dal 21 aprile, Inseparabili farà sicuramente parlare di sé.

Da Cronenberg e Alice Birch, la storia di Beverly ed Elliot

Inseparabili - Dead Ringers: Rachel Wesz e Alice Birch svelano i retroscena della serie; Cinematographe.it

La serie di Prime Video è una rilettura dell’omonimo film di Cronenberg, a sua volta adattamento del romanzo di Bari Wood e Jack Geasland che si erano ispirati alla reale storia dei gemelli Marcus. Insomma, Inseparabili è passato attraverso vari medium prima di arrivare sul piccolo schermo, passando dallo scritto al cinema. La storia ci parla di Beverly ed Elliot, affermate dottoresse specializzate in ginecologia e ostetricia. No, non è un procedural alla Dr. House, ma il racconto di due sorelle gemelle, identiche nell’aspetto e diverse nel carattere. Esse condividono il lavoro, gli amanti, la droga e l’eccesso. Il loro è un rapporto quasi simbiotico, morboso e agli occhi dei più malsano. Questo non le sembra però fermare dal loro intento: aiutare le donne riscrivendo le regole del sistema sanitario. Non conta quali muri debbano abbattere, quali etiche o morali. Purtroppo, ogni gesto ha le sue ripercussioni, anche per loro.

Al tempo il dubbio ruolo fu di Jeremy Irons, mentre per la serie è stata scelta Rachel Weisz. La storia di partenza viene così riletta in un’ottica femminile, allo stesso della direzione del prodotto; scritto e diretto da artiste donne. L’attrice veste così i panni sia di Beverly che di Elliot. La prima sobria e austera, mentre la seconda una bestia feroce e sfrontata. Dobbiamo dirlo, la prova attoriale di Weisz non sempre convince, cascando a più riprese nel caricaturale, nell’eccesso di smorfie e gesti. Un overacting in grado, in alcuni casi, di farci stridere i denti più delle scene di sangue. Per fortuna, tale aspetto non mina la riuscita della serie, che di dimostra comunque un ottimo esperimento.

Britne Oldford nei panni di genevieve nella serie Prime Video

Inseparabili, ricalca molto della trama del film, ampliandone il discorso grazie anche al forato episodico. Le protagoniste riescono ad aprire il loro centro, nel quale portare avanti ricerca una ricerca brillante, ma non prive di dilemmi morali. Il rapporto tra le due sorelle si incrinerà passo per passo, accentuandosi con l’arrivo di Genevieve (Britne Oldford), interesse amoroso di Beverly. Il tutto messo in scena secondo l’ottica di Alice Birch, che predilige il dialogo all’azione, la staticità dell’immagine alla camera sporca; quest’ultima fin troppo abusata da un certo cinema indie.

La regia ricercata di Inseparabili

Rachel Weisz in Dead Ringers, la serie Prime Video; cinematographe.it

Gli spazi si stringono e si oscurano intorno ai personaggi. La luce si affievolisce, le finestre scompaiono e il nero e il rosso regnano sovrani. Quella di Beverly ed Elliot è una discesa e un ritorno dagli inferi, dal quale si può riemergere soltanto nella luce. Quest’ultima ritorna infatti forte e abbagliante soltanto nelle battute finali. Una claustrofobia ricalcata anche dalla regia, che sembra prediligere il primo piano e la mezza figura. Le scene d’insieme vengono invece racchiuse in preponderanti figure geometriche, metafora a nostro avviso delle rigorose regole che le protagoniste andranno ad infrangere. Non per altro la loro clinica combatte il cubico e lo spigoloso con forme ondulate, ovoidali.

Inseparabili fa della forma il suo marchio di fabbrica, lanciandosi in riprese virtuose che strizzano l’occhio a Kubrick. Lo show tenta, ai limiti dell’eccesso, di sorprendere l’occhio dello spettatore, di spiazzarne la mente attraverso lo shock. Lo fa per mezzo di immagini a volte crude, altre volte con una spinta erotizzazione dei personaggi. È il caso di Beverly, e tale discorso si ricollega all’interpretazione di Weisz in questi casi sopra le righe. Nel creare la propria pozione la serie fa un uso eccesivo del grottesco, per quanto inizialmente ben si coniugasse a questa sorta di retro future che permea il comparto scientifico.

Inseparabili: recensione della serie Prime Video; Cinematographe.it

Al di là di qualche crepa e sbavatura di troppo, la serie di Prime Video si fa guardare con curiosità a trasporto. Certo, una minor durata delle puntate avrebbe giovato sicuramente alla fluidità del racconto. Inseparabili, infatti, non fa parte del vorace intrattenimento mordi e fuggi. Non si presta al binge watching sfrenato, anzi lo rifugge. È un prodotto che va centellinato, assorbito e interiorizzato. I seguaci del “guarda il prossimo episodio” troveranno così pane per i loro denti. Detto ciò, ci troviamo sì davanti ad un racconto di eccessi e morbosità, ma che non sono altro che la metafora di una riappropriazione di spazi per troppo tempo ad uso esclusivo degli uomini.

Inseparabili: conclusione e valutazione

Rachel Weisz è la protagonista di Inseparabili; Cinematographe.it

In conclusione, Inseparabili non è una serie perfetta e neanche per tutti. Non ne ha fatto mistero fin dal trailer, delineandosi come un prodotto fuori dagli schemi del mainstream, che non per forza deve piacere a tutti e parlare a tutti. La recitazione di Rachel Weisz non sempre trova il nostro favore, soprattutto quando veste i panni di Beverly. La critica alla società elitaria è forte, ma di questi tempi fin troppo abusata. A convincerci è invece un racconto ricolmo di elementi metaforici, degni di uno studio psicologico al dettaglio. La serie, insomma, arriva e sconvolge la carte.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.2