In viaggio con Eugene Levy: recensione della serie Apple Tv+

In viaggio con Eugene Levy, su Apple Tv dal 24 febbraio 2023, o di come sia bello per un viaggiatore riluttante imparare a viaggiare, conoscere e aprirsi a nuove esperienze.

In viaggio con Eugene Levy è una serie disponibile su Apple Tv+ a partire dal 24 febbraio 2023, otto episodi condotti da e plasmati sull’ironica, fragile e molto divertente personalità di Eugene Levy. Attore pluripremiato, comico, regista, noto al pubblico italiano soprattutto per il ruolo di Noah Levenstein nella saga cult American Pie. Ora, uno show di viaggi non passa certo per la novità più scottante della stagione. Un mercato per prodotti del genere esiste ed è anche abbastanza saturo, tenendo a mente che l’appeal della premessa, consentire allo spettatore/rice un’esotica fuga dalla realtà e dai suoi problemi inseguendo un paradiso differente ogni puntata, non è in discussione. Per far funzionare la cosa, serve originalità. L’originalità di In viaggio con Eugene Levy è racchiusa e spiegata bene dal titolo originale.

In viaggio con Eugene Levy: il viaggiatore riluttante

In viaggio con Eugene Levy conematographe.it recensione

Che sarebbe The Reluctant Traveler, in italiano il viaggiatore riluttante. La filosofia del prodotto resta pressoché inalterata, nessun cambiamento strutturale in vista; ribaltate sono le coordinate emotive e tanto basta. In viaggio con Eugene Levy insegue la sua originalità cercando di liberarsi dell’ingombrante bagaglio retorico che in operazioni come questa è un po’ una costante: lo stupore artificiale, il sentimentalismo, un’attitudine a esplorare che non lega bene con la personalità e le scelte del pubblico, sedentario per forza di cose. In viaggio con Eugene Levy cerca di lasciare al palo la concorrenza raccontando il giro del mondo dal punto di vista di uno che non ha nessuna voglia di viaggiare. Non gli piace per niente.

Eugene Levy è un topo di città e anche un po’ pigro. Al mare non ci va, ha paura di affogare. Volare meglio di no, per via delle vertigini. Il caldo e il freddo non li sopporta, per ragioni a un tempo opposte e speculari. Dipendesse da lui, passerebbe la vacanza in hotel, anche perché fisicamente non è proprio tirato a lucido, non solo per via dei settanta (e più) anni. Con il cibo, il mantra è sperimentare il meno possibile. Eugene Levy, per sua stessa ammissione, non si sente a suo agio in nessun posto. Presi insieme, questi tratti fanno un totale che è quanto di più lontano dall’idea standard dell’esploratore. Il punto è proprio questo: viva gli antieroi.

Eugene Levy, deformando consapevolmente alcuni punti di forza della sua personalità comica, offre una galleria di vulnerabilità immediatemente riconoscibili dallo spettatore. A fare il giro del mondo, stavolta, è una persona (un carattere) comune, non Indiana Jones. Due elementi saltano all’occhio. In primo luogo, un bel contrasto: In viaggio con Eugene Levy punta sulla contrapposizione ossessiva di un magico scenario e un carattere irresistibilmente brontolone. La risata è garanzia di leggerezza e, per quanto possibile, smorza gli eccessi di sentimentalismo. In secondo luogo, una storia raccontata in questo modo guadagna in robustezza e profondità. Il viaggio si sdoppia, inevitabilmente: in superficie, l’esplorazione di una location mozzafiato. Intimamente, l’apertura al mondo di una persona con nel bagaglio più dubbi che risposte. Ora, la domanda più importante: viaggiare, sì ma dove?

Otto sfondi bellissimi tra cibo, cultura, natura e famiglia

In viaggio con Eugene Levy apple tv+ cinematographe.it

Otto episodi, otto viaggi, otto sfondi fuori dal comune. Nell’ordine: Finlandia, Costa Rica, Venezia, Utah, Maldive, Sudafrica, Lisbona e Giappone. Narrativamente le cose filano in modo (volutamente) elementare e anche molto efficace. Riassumendo: Eugene Levy arriva in un posto che non ha nessuna voglia di visitare. All’inizio, non va molto più in là delle comodità, fuori portata per l’uomo della strada, di un hotel di (extra) lusso o roba del genere. Un ragionevole compromesso per un esploratore riluttante; viaggiare senza sporcarsi troppo le mani. Piano piano, l’incanto del luogo, la cordialità delle persone e il buon cibo producono l’attesa magia. Il protagonista, libero da pregiudizi e sciocche paure, è pronto a lasciarsi travolgere dalla novità dell’esperienza, dalla curiosità verso il mondo e le persone. Per scoprire che potrà cambiare il paesaggio, il clima, la lingua o le cose che metti nel piatto. L’essenziale no, quello è uguale dappertutto.

L’abc di una vita vissuta come si deve è attaccamento alla famiglia e un dialogo armonioso con la natura. Elogio di una società antitecnologica? La lentezza come ideologia, in radicale opposizione al chiasso e alla frenesia della vita moderna? Sì, ma senza esagerare. In viaggio con Eugene Levy non riesce del tutto a liberarsi dal fardello e dalle trappole del messaggio edificante vagamente sentimentalista. Il passaggio dal resort, incarnazione del privilegio, alla vita comune della gente comune è un aspetto molto delicato; che si riesca a gestire la transizione senza peccare di populismo è apprezzabile. La durata media degli episodi è di 35 minuti circa. Andrebbero gustati con senso della misura. Niente binge watching (visione immersiva). Pillole di viaggio, da consumare al giusto (lento) ritmo.

Vale la pena di diluire la visione di In viaggio con Eugene Levy anche perché è il modo migliore per non accorgersi di una certa ripetitività del modello narrativo di riferimento. Per quanto il grado di apprezzamento di ogni episodio sia invariabilmente condizionato dalla personalità e del gusto di ciascuno, alcune verità si impongono oggettive. La ricchezza di tradizioni e l’orgoglio della Nazione Navajo (ep. 4, Utah), il segreto della felicità finlandese, Venezia e la peculiare varietà paesaggistica, culturale e quindi gastronomica del nostro paese. Non solo pizza, a quanto pare. Va spiegato a chi non può saperlo.

Chiaro come l’appeal di n viaggio con Eugene Levy sia da suddividere equamente tra la bellezza degli sfondi e il carisma simpatico del conduttore/protagonista. Nervoso, insicuro, divertito e malinconico, Eugene Levy gioca con il suo personaggio, con le aspettative del pubblico verso un certo tipo di umorismo, semina qui e là frammenti di vita vissuta per raccontarci che la voglia di conoscere, esplorare e sperimentare non deve mancare mai. In nessun posto, a nessuna età. Per nessuna ragione.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

2.9

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