In una notte buia e spaventosa: recensione della serie animata Netflix

In una notte buia e spaventosa riscrive la favola di Hansel e Gretel attraverso un racconto cupo e dark, ricco di colpi di scena. Disponile dall'8 ottobre su Netflix.

C’era una volta una storia che tutti crediamo di conoscere, ovvero quella dei fratelli Hansel e Gretel. Ma siamo davvero sicuri di saperla? La risposta non sembra essere così scontata. In una notte buia e spaventosa – serie animata Netflix disponibile dall’8 ottobre 2021 e composta da 10 episodi– riscrive infatti la favola.
Hansel e Gretel sono i figli del re e della regina di Grimm. La loro vita sembra scorrere tranquilla e sicura fino a quando, all’improvviso, i genitori non decidono di tagliare loro la testa, per poi ricucirla con uno spago magico. Spaventati, i due fratelli scappano nella Foresta delle Tenebre alla ricerca dei genitori perfetti. Troveranno invece ad attenderli l’avventura che li ha resi celebri: giunti nella casa di dolci, sconfiggeranno la strega e la uccideranno.
Il punto di partenza di In una notte buia e spaventosa è quindi lo stesso della favola dei fratelli Grimm. Ciò che succede dopo viene invece immaginato da Adam Gidwitz nel romanzo omonimo da cui la serie è tratta.

In una notte buia e spaventosa – Riscrivere le favole partendo dagli stereotipi

In una notte buia e spaventosa -Netflix

In una notte buia e spaventosa non ha paura di osare. Essendo un prodotto animato basato sulle favole verrebbe da ipotizzare che sia stata pensata per i bambini. Ed in parte è così.  La serie, però, non risparmia nulla allo spettatore e non nasconde gli aspetti più crudi e spaventosi delle avventure che i due protagonisti si trovano a vivere.

La sceneggiatura riscrive la propria favola partendo dagli stereotipi che da sempre caratterizzano queste narrazioni, volgendoli a proprio favore. Nel corso della storia Hansel e Gretel si trovano ad affrontare quasi tutti gli elementi tipici delle fiabe: streghe e stregoni, draghi, persino il Diavolo. La storia, però, è sempre trattata con ironia e leggerezza, grazie ad alcune battute atte a stemperare la tensione e ad un alternarsi serrato di diversi registri narrativi. Uno degli elementi chiave, in tal senso, risulta essere il punto di vista della narrazione, ovvero quello di tre corvi i quali – per motivi inizialmente non chiari – sono costretti a raccontare ciò che è accaduto nei minimi dettagli. La loro presenza permette di giocare, oltre che con gli stilemi delle fiabe, anche con quelli dell’animazione: la rottura della quarta parte, l’impossibilità di intervenire perché ciò che viene mostrato è già accaduto, la volontà di inserire tagli e censure nelle parti più cupe del racconto, per evitare di mettere in scena stragi e spargimenti di sangue. Non a caso le scene più spaventose sono sostituite da disegni stilizzati che ricordano i fondali teatrali e che conferiscono ancora più movimento e originalità alla narrazione.

Il risultato è una forte coerenza stilistica e di contenuto, veicolata attraverso l’uso di un’animazione dai colori forti e decisi. Le avventure e gli scenari attraversati nel corso della narrazione, infatti, sembrano appartenere naturalmente allo stesso mondo.

I veri eroi devono soffrire

In una notte buia e spaventosa -Cinematographe.it

Hansel e Gretel sono soltanto dei bambini. Almeno all’inizio. Il loro viaggio di formazione, vessato di pericoli e tristi presagi, li porterà infatti a crescere in fretta e a maturare.
Per raggiungere il prevedibile e – irrinunciabile – lieto fine bisogna soffrire. E ai due giovani protagonisti non viene risparmiato nulla: separazioni, arti amputati, morte dei propri amici sono i tasselli fondamentali e dolorosi sui quali costruire la propria storia.
Per circa metà della serie Hansel e Gretel vivranno esperienze autoconclusive, alla fine delle quali apprenderanno una lezione sempre nuova. Sulla vita e su loro stessi. Hansel imparerà a tenere a freno i propri istinti e farsi guidare maggiormente dalla ragione. Gretel, lontana dal fratello, deciderà invece di seguire il proprio cuore.

Dal sesto episodio, però, tutti i fili della narrazione si intrecceranno, dando vita ad un’unica avventura che amplia una prima parte introduttiva, tanto delle situazioni quanto dei personaggi.
La seconda metà della serie, quindi, permette di mettere a frutto ciò che si è vissuto. E consente – ancora una volta – di giocare con gli stilemi di un genere, in questo caso con le regole stesse delle serie tv: la sesta puntata, infatti, finisce con un cliffhanger, mentre la settima costituisce un vero e proprio plot twist, colmo delle risposte cercate per tutta la storia.

In una notte buia e spaventosa: nel finale, tutto si intreccia

Scoperta la verità, i due fratelli torneranno quindi a casa. Dove dovranno affrontare la lezione più grande: apprezzare ed accettare ciò che hanno sempre avuto – anche se non è perfetto. Maturati e cresciuti, Hansel e Gretel possono tornare ad essere dei bambini, fra le braccia dei propri genitori. Ma non saranno gli unici a cui è riservato un epilogo consolatorio. Dopo un finale concitato e forse troppo approssimativo, i tre corvi – anche loro cambiati dalla forza del proprio sacrificio – metteranno il pubblico al corrente della sorte toccata a tutti gli altri protagonisti. Sono tantissimi, infatti, i personaggi che Hansel e Gretel incontrano lungo il proprio cammino, ognuno con una propria storia, la quale contribuisce a sostenere il buon ritmo della narrazione.

In una notte buia e spaventosa, quindi, risulta essere un prodotto innovativo – almeno all’interno del catalogo Netflix – capace di restituire il cuore pulsante del romanzo di partenza: ironia, tinte dark e divertimento. Senza dimenticare la morale. Perché anche un racconto cupo e spaventoso – costruito sulle ceneri di tante favole – ha bisogno di speranza.

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Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 2.5
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.8

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