Il Trono di Spade – stagione 8: recensione del primo episodio

La notte tra il 14 e il 15 aprile è andata in onda la prima puntata della stagione 8 di Il Trono di Spade: ecco la nostra recensione dell'inizio della fine.

L’ultimo primo episodio. L’ultima premiere che costringe i suoi spettatori italiani a impostare una piacevolissima sveglia alle 3 di notte se non vogliono rischiare spoiler. Almeno, lo è per ora. Il Trono di Spade ha iniziato la sua stagione finale la notte tra il 14 e il 15 aprile, debuttando con un episodio che riesce in maniera alquanto efficace ad aprire tutte le porte che andavano aperte per riuscire a raccontare quel grande epilogo che ci è stato promesso.

Jon e Daenerys sono arrivati a Grande Inverno, accolti da una Sansa titubante e da Arya, che non vede suo fratello dalla prima stagione. Nella capitale del Nord ci sono anche Tyrion, Varys e i draghi dei Targaryen (rimasti in due, il terzo è a servizio degli Estranei, lo sappiamo). Ad Approdo del Re Cersei è rimasta sola – Jaime è partito nel finale della settima stagione alla volta del Nord per combattere con il resto del continente occidentale – e si affida a Euron Greyjoy, l’uomo che le ha portato un esercito e una flotta. I pezzi sono tutti sulla scacchiera, pronti a muoversi seguendo le regole di un gioco mortale.

L’importanza di Il Trono di Spade per la cultura di massa

Sono passati 10 anni da quando il mondo ha conosciuto per la prima volta Il Trono di Spade. Dopo un inizio in sordina, ignorato dal grande pubblico, la serie – complice un budget sempre più alto e un gusto per la spettacolarità che si è impennato di conseguenza – è diventata uno dei prodotti (televisivi e non) più attesi e discussi di sempre. Questo finale è epocale e chiude un capitolo importante nella storia della televisione. Il piccolo schermo, grazie agli investimenti di HBO, ha raggiunto vette inaspettate perdendo a volte di qualità puramente narrativa, ricordiamocelo, ma guadagnando in grandiosità visiva e concettuale.

Il Trono di Spade 8 cinematographe.it

È innegabile che nelle ultime stagioni gli spettatori più attenti abbiano notato una svolta di pigrizia in quelle storie che sembravano non essere in grado di sbagliare. Il Trono di Spade pareva capace di sorprendere sempre e comunque, pur rimanendo fedele a se stesso e a quell’epicità che gli scorreva direttamente nelle vene. Quell’abilità si è andata perdendo, lasciando spazio a effetti speciali pazzeschi fatti di fuoco credibile, di draghi maestosi e di nemici realissimi. A perderci sono stati gli spettatori che non si lasciano incantare dall’esteriorità, che la apprezzano (come non si potrebbe, Il Trono di Spade è una perla fantasy), ma per i quali i contenuti sono sempre e comunque più importanti.

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L’arrivo della stagione finale era un enorme rischio, da questo punto di vista. Sono stati promessi scenari da favola e momenti d’azione memorabili (paragonati a quelli de Il Signore degli Anelli, per capirci). È stato promesso un finale che avrebbe lasciato tutti senza fiato. Ma l’apparenza avrebbe di nuovo soppiantato la sostanza? Dopo un solo episodio è presto per dirlo, ma l’impressione è che D.B. Weiss e David Benioff ce l’abbiano messa tutta per riuscire a fare le cose per bene.

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Dopo un solo episodio, è impossibile giudicare il prodotto nella sua interezza, ma è innegabile che per ora, quell’equilibrio necessario e tanto cercato tra spettacolarità e contenuto, sia stato raggiunto. La prima puntata dell’ottava stagione è stata in grado di mostrarci scenari incredibili, bellissimi, mozzafiato. Ci ha mostrato i draghi volare sulle distese innevate del Nord, ci ha mostrato le flotte schierate ad Approdo del Re e ci ha mostrato i risultati della violenza degli estranei.

Il Trono di Spade 8 cinematographe.it

D’altro canto, però, ha voluto con ordine e razionalità, tirare le fila e farci capire esattamente quali saranno i punti di partenza per raccontare il suo finale. C’è il rapporto da luna di miele di Jon e Daenerys, messo in crisi solo dalla loro parentela (di cui Jon ora è a conoscenza). C’è la diffidenza di Sansa nei confronti di una regina straniera e c’è Arya che ritrova sul suo cammino vecchi amici, vecchi compagni di viaggio e vecchi rancori. Ci sono Tyrion e Varis che, insieme a Ser Davos, pianificano le nozze che permetteranno ai Sette Regni di unirsi sotto un unico Re. C’è Cersei, incinta del figlio di Jaime, che si fa ammaliare da un Euron Greyjoy senza scrupoli, intento a ricevere il suo premio mentre i suoi nipoti Theon e Yara partono verso il Nord. Alla barriera gli Estranei lasciano messaggi inequivocabili e, nel frattempo, Bran è seduto in un angolo di Grande Inverno e osserva e medita e osserva di nuovo.

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Questo primo episodio è stato un assaggio corposo e (abbastanza) soddisfacente considerando che davanti a noi ci sono altri 5 episodi pronti a dipanare una delle storie più massive, coinvolgenti e influenti sulla cultura di massa di questo decennio. Da questo momento in poi assisteremo al suo epilogo, con la consapevolezza che Il Trono di Spade abbia segnato un solco importante, importantissimo, nel modo di fare e vivere la televisione.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 3
Sonoro - 4.5
Emozione - 4.5

3.9