Generazione 56K: recensione della serie Netflix con i The Jackal

La recensione di Generazione 56K, la nuova serie Netflix basata su un'idea originale di Francesco Ebbasta, co-fondatore dei The Jackal.

Tramite le sue capacità senso-percettive, l’essere umano è in grado di identificare e ricordare un momento o un intero periodo della sua vita tramite un determinato profumo, un’immagine, una superficie particolare o magari semplicemente un suono. Quest’ultimo è, ad esempio, il caso della cosiddetta Generazione 56K: coloro che ne fanno parte, infatti, possono associare la propria infanzia ed adolescenza al rumore provocato dal modem che portava per la prima volta internet nella casa della gente, curiosa ma anche un po’ spaventata da questo oggetto sconosciuto che permetteva di affacciarsi su un mondo fino a quel momento sconosciuto e che, anno dopo anno, avrebbe stravolto sempre più le vite di tutti.

Generazione 56K, la serie che “sblocca ricordi”

Generazione 56K - Cinematographe.it

GENERATION 56K (L to R) EGIDIO MERCURIO as SANDRO BAMBINO, GENNARO FILIPPONE as LUCA BAMBINO, ALFREDO CERRONE as DANIEL BAMBINO, SVEVA SIMEONE as INES BAMBINA, and AZZURA IACONE as MATILDA BAMBINA in episode 106 of GENERATION 56K Cr. MARGHERITA PANIZON/NETFLIX © 2021

Proprio il celebre modem presta il nome alla nuova serie Netflix ideata, co-sceneggiata e per metà diretta da Francesco Ebbasta, nel catalogo streaming a partire dal 1° luglio. Dopo Addio fottuti musi verdi, il co-autore dei The Jackal torna dietro la macchina da presa, portando con sé due elementi del gruppo comico (Fabio Balsamo e Gianluca Fru) che proprio grazie ad internet ha raggiunto una sempre maggiore popolarità. Un po’ come i protagonisti della serie che, anziché deprimersi rimpiangendo i tempi andati, si sono adattati e si guadagnano da vivere inventando nuove app, mantenendo intatto quel fil rouge con il passato che domina la serie dall’inizio alla fine.

Generazione 56K racchiude dentro sé lo spirito che caratterizza alcuni dei video più celebri dei The Jackal, in cui i comici partenopei si fanno portavoce di un’intera generazione nata quando internet non era ancora così invadente ed ora si ritrova a crescere ed instaurare rapporti in un contesto storico totalmente stravolto, dove a dominare sono quegli “ascensori” che ti permettono di raggiungere prima la vetta ma rischiano di privarti di tutta la bellezza del viaggio.

Il passato ritorna per ricordarci chi siamo

Generazione 56K - Cinematographe.it

GENERATION 56K (L to R) ANGELO SPAGNOLETI as DANIEL and GIANLUCA COLUCCI as LUCA in episode 106 of GENERATION 56K Cr. MARGHERITA PANIZON/NETFLIX © 2021

Tra gli splendidi scenari di Napoli e Procida, la serie TV si sviluppa seguendo due linee temporali che si incrociano continuamente e che mettono costantemente a paragone l’infanzia dei protagonisti e ciò che di quel periodo ciascuno di loro ha portato nel proprio presente: amicizie, fragilità ma anche voglia di continuare a sognare in grande. Ad essere raccontato è soprattutto il legame tra Daniel (Angelo Spagnoletti) e Matilda (Cristina Cappelli) ma Generazione 56K trova spazio anche per altre due tipologie di rapporti, praticamente agli antipodi tra loro: quella di Sandro (Fabio Balsamo), già sposato e meno spaventato dalle dinamiche sociali del presente, e quella di Luca (Gianluca Fru), che invece fonda la propria sfera sentimentale sulla distanza sociale e trova rifugio dietro le barriere che la tecnologia gli mette a disposizione. Qualora venissero annunciati nuovi episodi della serie, sarebbe interessante approfondire ulteriormente proprio i loro due personaggi.

Il protagonista di Generazione 56K dimostra un lato di sé ancora fortemente fedele ai toni e ai modi di interagire con il prossimo che al giorno d’oggi risultano quasi fuori contesto o da boomer, tanto per usare un termine più moderno. La sua scarpetta di Cenerentola, ad esempio, è Terminator: una sorta di prova del nove a cui vengono sottoposte le ragazze con cui esce e che gli permettono di capire se si trova di fronte ad una ragazza che come lui ha conservato dentro sé una fetta degli “anni più belli”. Se infatti queste conoscono la saga sci-fi con Arnold Schwarzenegger o dimostrano quantomeno interesse per la trama scritta da James Cameron con Gale Anne Hurd, ecco che dentro di lui scatta la scintilla che lo spinge a voler approfondire la conoscenza.

Matilda è il personaggio più approfondito della serie: sin da bambina, a differenza degli altri protagonisti, ha dovuto fare i conti con una realtà famigliare complicata ed anche a scuola non veniva compresa da tutti, se non dalla sua amica Ines (Sveva Simeone nella versione bambina, Claudia Tranchese in quella adulta) La ritroviamo, a distanza di due decenni, sempre un po’ insicura e preoccupata del giudizio degli altri, ma finalmente pronta a prendere in mano la propria vita. Nel corso della serie, è protagonista di una continua lotta tra testa e cuore, anche se sin da subito si capisce da quale lato penda maggiormente la bilancia e quale sarà la preferenza finale tra i due contendenti, Daniel e Enea (Sebastiano Kiniger). La sua evoluzione è costante e totale, ed il finale lo dimostra in maniera definitiva.

Dal punto di vista interpretativo, ciascun attore riesce a donare peculiarità e tratti distintivi al proprio personaggio, a cominciare da quelli più giovani che portano sullo schermo la versione bambina dei protagonisti e che ci ricordano ciò che abbiamo vissuto anche noi, tra l’arrivo di internet, le corse per scappare dai rimproveri dei genitori, i primi patemi d’animo e la nascita di splendide amicizie che, per i più fortunati, restano una delle poche costanti della vita, anche a distanza di anni. Magari la serie Netflix non convince lo spettatore a voler improvvisamente organizzare una cena con i compagni delle elementari ma gli ricorda comunque quanto sia giusto seguire i propri sogni ed il proprio istinto, rimanere onesti con se stessi e con gli altri, aspettare di trovare la persona che sia davvero giusta per noi, che possa quindi calzare perfettamente la nostra famosa scarpetta, senza mai accontentarsi.

Generazione 56K, ci sarà una seconda stagione?

Generazione 56K - Cinematographe.it

GENERATION 56K (L to R) ANGELO SPAGNOLETI as DANIEL, CRISTINA CAPPELLI as MATILDA, and FABIO BALSAMO as SANDRO in episode 107 of GENERATION 56K Cr. MARGHERITA PANIZON/NETFLIX © 2021

Generazione 56K strizza l’occhio agli eterni nostalgici del passato, arricchendo la narrazione con elementi e dinamiche che il pubblico ricollega facilmente agli anni Novanta e, nello specifico, all’infanzia vissuta in realtà di provincia o più isolate come potrebbe essere ad esempio Procida. Probabilmente Francesco Ebbasta, Costanza Durante, Laura Grimaldi e Davide Orsini avrebbero potuto approfondire ulteriormente gli altri rapporti umani presenti nella serie che, episodio dopo episodio, diventano sempre più marginali ma che ogni tanto avrebbero potuto distogliere l’attenzione dalla story-line romantica di Daniel e Matilda, dall’epilogo fin troppo prevedibile.

Già dopo i primi due episodi, infatti, il pubblico capisce bene come finirà la storia e forse qualche colpo di scena in più sarebbe servito per rendere più accattivante la visione della serie, soprattutto negli episodi centrali che risultano meno scorrevoli rispetto alla fase iniziale e a quella finale della storia che, in ogni caso, trova il suo punto di forza nella leggerezza di cui si ha sempre più bisogno e che si sposa perfettamente con il periodo dell’anno in cui Netflix ha scelto di aggiungere la serie nel suo catalogo. Una dimostrazione di crescita rispetto ad Addio fottuti musi verdi che fa ben sperare per le opere future di Francesco Ebbasta e dei The Jackal, a cominciare da una eventuale nuova stagione di Generazione 56K, in cui si potrà alzare ulteriormente l’asticella.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 4
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3.3