Fishbowl Wives: recensione della serie TV Netflix

Tradimento fine a se stesso, nella sorda assenza di relazioni che mal si pongono in una visione romantica di stati emozionali e divagazioni affettive.

Fishbowl Wives è una serie drammatica che arriva direttamente dal Giappone.
Nel mese dell’amore (febbraio 2022) Netflix offre agli spettatori una serie TV grottesca lontana dall’ideale di una rosa senza spine, che logora rapporti e genera infedeltà e tradimenti.

Sei donne insoddisfatte e annoiate della loro vita coniugale, arrese a passioni sfiorite e appese ad una vita lussuosamente superficiale, quasi tutte vittime di “violenze” per mano di potenti mariti che appaiono, senza scrupolo alcuno, come personificazione di sentimenti demenziali e malati; e protagonisti di situazioni incestuose e ignobili che scandiscono ritmo e tempo per tutta la durata del drama.
Otto episodi dalla durata di un’ora ciascuno, tratti dal manga Kingyo Tsuma, scritto e disegnato da R. Kurosawa dal 2019 a oggi, con ben 9 volumi pubblicati; la serie ambientata in appartamenti facoltosi che altro non sono che bolle di virtù e umiliazione, dentro le quali convivono pesci che vorrebbero nuotare in acque più grandi. Metafora questa dentro la quale si dipana il filo conduttore del racconto che si agita in lenzuola di molestie fisiche e mentali, spesso surreali, oscurando ogni forma di pudore e ignorando sentimenti e dignità.

Fishbowl Wives: la serie Netflix tratta dal manga Kingyo Tsuma

Fishbowl Wives Cinematographe.it

Sakura, è una donna vittima di violenza, serva in un contesto familiare apparentemente perfetto, ma volto incolore di oscuri ormeggi sociali che non sono dissimili in altre parti del mondo. Sedotta dall’eccesso erotico, sfuggirà dalle mura domestiche, per immergersi in sfrenate follie arsa dalla sete di conoscenze fisiche. Fugge da un matrimonio di prigionia e sottomissioni, maltrattamenti illudendosi di trovar amore laddove amore non ci potrà mai essere.

La particolarità di questo dramma è il silenzio troppo implicito per i nostri tempi, troppo assertivo senza esprimere alcuna condanna, nessuna disapprovazione; senza uno scatto di indignazione o rivendicazione. Sin dalle prime scene appare un alone quasi prudente recalcitrante rispetto a dinamiche che potrebbero seriamente rendere la serie una manifestazione di contrasto e denuncia verso ossessive e angosciose “pratiche” che, quasi come se fosse questa la normalità, rendono la donna un oggetto e vittima. Venendo meno all’effettività di violenze che ci appariranno volutamente ridotte, o meglio ancora nascoste, la serie sembra lasciarci soltanto la possibilità di percepire orrori, e di svilupparsi mantenendo uno stile sempliciotto quasi da teen drama americano.

Atti erotici ridondanti e poca analisi in Fishbowl WivesFishbowl Wives Cinematographe.it

Molte le contraddizioni di una scenografia che sembra essere stata scritta balbettando, tra cuori spezzati e ridondanti atti erotici che sembreranno essere sempre di troppo o fin troppo prevedibili.
Gli episodi si rincorrono l’uno l’altro, quasi fossero un susseguirsi di pietanze, lasciandoci sempre poco sazi, tantissimi i temi che si sfiorano senza realmente affrontarli, senza sorprendere, scadendo nella scontatezza; senza offrire una lettura critica rispetto alla tragedia di una donna succube di una potenza maschilista vile e bastarda. È chiara la rinuncia di tessere un film di denuncia in un contesto asiatico bizzarro , apparendo uno show di vuoti sfarzi propri di una società troppo distante dalla nostra e soprattutto distante da quella reale.

Manca la comprensione e l’analisi di problematiche esistenziali e relazionali; è meramente una “vetrina” di coppie scoppiate, rotte, schiaffeggiate dentro ruoli predestinati ad una stabilità tossica di rapporti inclini al fallimento amoroso… ma di amore, questa serie ce ne offre ben poco, stabilendo un continuo equilibrio tra scorrettezze cucite a toppe già strappate.
La confusione allontana l’intero racconto innanzitutto da una buona etica e poi da una possibile morale ed è ben servita e aiutata dalla sola presenza di dialoghi in lingua originale, come se volessero contribuire a trattenere la serie tv legata ad un filo tanto sciocco quanto banale rendendola decisamente poco attraente.

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Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 2
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.5

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