Fango – Storia di una alluvione: recensione della docu-serie

La recensione della docu-serie che ricostruisce i tragici eventi del devastante alluvione che ha messo in ginocchio lʼEmilia-Romagna nel 2023. Dal 16 giugno 2025 su Mediaset Infinity dopo l’anteprima al 21° Biografilm.

È il 16 maggio 2023 quando accade lʼimpensabile. I principali corsi dʼacqua dell’Emilia-Romagna, oltre 20 fiumi, esondano causando una delle più gravi alluvioni sul territorio nazionale. Si parla della morte di 17 persone e di circa 260.000 animali. Inoltre, in quei giorni vennero registrate 2.300 frane, 36.000 persone persero la propria casa, 105 scuole vennero devastate dalle acque e ben 544 strade furono cancellate dalle cartine in poche ore.  I numeri tra vittime, sfollati e comuni coinvolti nel disastro sono altissimi. Mai qualcosa del genere è stato documentato nella Storia del nostro Paese. Ed è quanto accaduto e le vicende di alcune persone che l’hanno vissuto sulla propria pelle che racconta Fango – Storia di una alluvione, la docu-serie in quattro episodi (da 30 minuti circa cadauno) presentata in anteprima alla 21esima edizione del Biografilm Festival e disponibile su Mediaset Infinity dal 16 giugno 2025.

Il massivo lavoro di documentazione sul campo che vi è alla base e di reperimento dei materiali di repertorio rappresenta il punto di forza di Fango – Storia di una alluvione

Fango – Storia di una alluvione cinematographe.it

Scritta, diretta e interpretata da Mara Moschini e Marco Cortesi, la docu-serie, preceduta da un podcast omonimo firmato dagli stessi autori, ripercorre gli attimi e le drammatiche vicende della notte che ha cambiato la vita di migliaia di persone. Operazione, quella di confrontarsi e utilizzare più media per trattare la medesima materia, simile a quella che Pablo Trincia ha realizzato sulla tragedia dell’hotel Rigopiano in E poi il silenzio, disponibile anch’essa in duplice versione e modalità di fruizione. Cambiano dunque la forma e il dispositivo utilizzati ma non la sostanza. Fango mette insieme sia lo stile del documentario narrativo sia quello d’inchiesta per riportare a “galla” nel senso letterario del termine gli eventi che hanno segnato il più grave disastro climatico della Storia italiana, attraverso interviste, testimonianze e filmati inediti. Dal precedente lavoro, premiato come uno dei migliori podcast del 2024 con oltre mezzo milione di ascolti, gli autori e filmmaker originari di Forlì hanno selezionato quattro delle dieci storie a disposizione dando vita alla serie televisiva. Si tratta di quattro episodi per altrettante storie vere di coraggio che restituiscono gli eventi attraverso aspetti e punti di vista diversi, compresi quelli dei soccorritori e della gente comune. Il tutto  rivive grazie alle parole stesse dei protagonisti e all’audio di centinaia di video amatoriali, telefonate, richieste d’aiuto, messaggi, alle quali si vanno ad aggiungere una corposa e preziosa mole di footage che è diventata parte integrante del tessuto narrativo. Ed è proprio il massivo lavoro di documentazione sul campo che vi è alla base e di reperimento dei materiali di repertorio, pubblici e privati, a rappresentare il punto di forza del progetto.

Scelte narrative e tecniche infelici come quella di affidare la voce narrante e la ricostruzione degli eventi a dei monologhi recitati con troppo afflato dagli stessi autori depotenzializza la docu-serie nel suo complesso

Fango – Storia di una alluvione cinematographe.it

Le immagini sono fortemente impattanti e cariche di emozioni, tanto che al cospetto di esser non si può rimanere indifferenti. La visione è costellata da passaggi ampiamente coinvolgenti emotivamente, che riportano alla mente e davanti agli occhi tutta la tensione, la paura e la sofferenza di quei momenti, su tutti quelli dei miracolosi salvataggi dei bambini nel primo e secondo episodio. Tutto questo viene raccolto in una confezione che per resa, modus operandi e approccio, risulta essere estremamente classico. Interviste frontale e archivi in tal senso dialogano efficacemente per portare sullo schermo un narrazione polifonica. A indebolire l’architettura però ci pensano i monologhi recitati in camera con fin troppa enfasi dagli stessi autori che fungono da voci narranti nella cronologia e nella ricostruzione degli eventi. Questi dovrebbero servire da collante e linea guida, ma invece di mettersi al servizio del racconto finiscono con il monopolizzarlo e diventarne protagonisti, occupando quello spazio che sarebbe stato più giusto concedere e affidare a coloro che quella tragedia l’hanno vissuta in prima persona. Tale scelta per quanto ci riguarda depotenzializza Fango – Storia di una alluvione, così come il ricorso ad alcune soluzioni tecniche (vedi il futile e accessorio ricorso grafico allo split screen con effetti fake utilizzato nelle interviste) e di messa in scena abusate e già viste (le immagini di repertorio inserite nello schermo di televisore abbandonato nel nulla) fanno storcere il naso per la carenza di originalità e nella decisione pigra di utilizzarle per l’ennesima volta.

Fango – Storia di una alluvione: valutazione e conclusione

Fango – Storia di una alluvione cinematographe.it

Dal podcast omonimo, Mara Moschini e Marco Cortesi selezionano quattro incredibili storie di coraggio e resilienza per animare altrettanti episodi di una docu-serie incentrata sull’alluvione che ha messo in ginocchio nel 2023 l’Emilia-Romagna e la sua gente, causando morti e devastazione. Muovendosi tra documentario narrativo e inchiesta, Fango – Storia di una alluvione ricostruisce i fatti focalizzandosi su singoli aspetti e punti di vista per restituire sullo schermo la totalità della tragedia provocata da uno degli eventi climatici più devastati avvenuti su suolo italiano. L’intreccio tra le emozioni delle testimonianze delle persone che quei drammatici momenti li hanno vissuti sulla propria pelle e i materiali d’archivio, gran parte dei quali inediti, lascia il segno nello spettatore. Ne scaturiscono passaggi assai toccanti e pieni di tensione, che purtroppo fanno da contrappunto ad altrettanti in cui la scelta degli autori di mettersi anche davanti la macchina da presa per dei lanci da servizio giornalistico, tra l’altro recitati con fin troppo afflato ed enfasi, finisce per depotenzializzare il tutto creando un cortocircuito. Scelte, queste, che insieme ad altre soluzioni tecniche ampiamente abusate e fini a se stesse alle quali i registi hanno deciso di ricorrere per confezionare il tutto, compromettono il risultato finale.   

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

2.8

Tags: Infinity