Escape at Dannemora: recensione della miniserie di Ben Stiller

Ben Stiller dirige Paul Dano, Benicio Del Toro e Patricia Arquette nella miniaserie Escape at Dannemora: ecco la nostra recensione

Il 6 giugno 2015 due detenuti del carcere di massima sicurezza Clinton Correctional Facility – entrambi accusati e ritenuti colpevoli di omicidio – fuggirono dalla struttura. Due dipendenti della prigione vennero ritenuti complici dell’evasione. Questa storia viene ora raccontata dalla miniserie Escape at Dannemora creata da Brett Johnson e Michael Tolkin per Showtime (in Italia la trasmette Sky Atlantic). La regia è di Ben Stiller e i protagonisti sono Benicio del Toro, un’irriconoscibile Patricia Arquette e Paul Dano.

La miniserie esplora i giorni precedenti alla fuga, sondando il terreno per riuscire a raccontarci come quell’evasione memorabile sia stata possibile. Le cose sono davvero andate come racconta l’FBI? I retroscena della vicenda sono davvero così torbidi? Chi ha plagiato chi? Escape at Dannemora ce lo racconta pian piano, introducendo nel nostro spettro visivo i suoi protagonisti e incasellando fatti, pettegolezzi, ricostruzioni.

Escape at Dannemora

Escape at Dannemora è un viaggio affascinante anche e soprattutto grazie a Patricia Arquette

Ci affascina subito Escape at Dannemora. Siamo ben disposti a sacrificare la nostra libertà per entrare in quel carcere affollato. Non è faticoso rinchiuderci in una cella e ascoltare con sospetto i discorsi dei detenuti. Ogni sussurro potrebbe significare altro e ogni sguardo nasconde favori, ricatti, amicizie e agguati. La storia che Johnson e Tolkin hanno messo in piedi è una vicenda di cui conosciamo già le premesse. Alcuni conoscono anche il finale. L’unico elemento da scoprire e da immaginare è lo svolgimento. E che svolgimento.

Guardando la miniserie è inevitabile rendersi conto che ci sono due elementi essenziali a far galoppare la nostra attenzione: un cast interessantissimo e una regia stregante. I tre protagonisti sono attori fenomenali che nella loro carriera hanno vestito ruoli, identità e attitudini ben diverse. Lo sappiamo che Del Toro e Dano sono interpreti eccellenti e anche in questo caso fanno un lavoro eccelso, ma la lente d’ingrandimento è puntata su Patricia Arquette.

Escape at Dannemora

Vincitrice di un Premio Oscar nel 2015 per il colossale Boyhood, la Arquette è sempre stata un’attrice apprezzata. Sempre intensa, sempre versatile. Eppure, quando la vediamo apparire per la prima volta sul piccolo schermo di Escape at Dannemora rimaniamo spiazzati. La sua introduzione avviene volutamente in maniera lentissima. La sentiamo parlare, vediamo la sua figura volutamente appesantita, i capelli appiattiti e tinti di un biondo spento, degli occhiali che la invecchiano, la pelle rovinata e i denti finti. Non è la Patricia Arquette a cui siamo abituati: è diversa fisicamente, certo, ma non solo. Già nei primi momenti è facile notare come sia riuscita a uscire da se stessa per entrare nei panni squallidi di Tilly Mitchell e il risultato è esaltate.

La magnifica regia di Ben Stiller per Escape at Dannemora 

Come spesso accade, però, questi interpreti non brillerebbero in maniera tanto sfolgorante se a guidarli non ci fosse una regia altrettanto di valore. Quella regia è di Ben Stiller, attore e regista comico che nel corso della sua carriera ha vissuto una serie di spaccature drammatiche e più seriose: tutte quasi sempre ammirevoli. Dopo il sottovalutatissimo I sogni segreti di Walter Mitty del 2013 non sorprende che Escape at Dannemora sia tanto ben fatto.

Stiller alterna lo spazio angusto di un luogo di detenzione, di una piccola casa di campagna poco illuminata, con grandi praterie, cieli intonsi, paesaggi innevati di cui non si vede nemmeno l’orizzonte. Non è un caso che un progetto che – per la maggior parte – sarà ambientato in un luogo chiuso si apra con un enorme simbolo di libertà: il cielo azzurro e un uccello che vola senza vincoli e senza costrizioni. Quell’uccello è un desiderio ed è una profezia.

Arriva un certo momento dove ci rendiamo conto che non ci servono sorprese. Non ci servono storie infarcite di colpi di scena a basso costo. Spesso ci serve solo un racconto ben raccontato, dipinto con i colori giusti e abitato da personaggi ipnotici. Escape at Dannemora è una miniserie di 7 episodi, un viaggio breve e intensissimo attraverso una storia vera e incredibile: non serve altro.

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.6