Dragons of Wonderhatch: recensione della serie fantasy Disney+

Un isekai in ordine invertito con personaggi fantasy che "soggiornano" in una bolla e vengono spinti nella realtà.

Dragons of Wonderhatch, la serie tv disponibile su Disney+ dal 20 dicembre 2023 che amalgama live-action e anime è un isekai in ordine invertito con personaggi fantasy che prima “soggiornano” in una bolla, poi vengono spinti nel mondo reale. Lo spettacolo originale giapponese, con eroi e oggetti di altri mondi, segue le avventure di un giovane cavaliere dei draghi alle prese con il mondo dei sogni e con una serie di eventi straordinari. La prima stagione di Dragons of Wonderhatch, composta da otto puntate, è stata prodotta da Production I.G (Ghost in the Shell: SAC_2045) diretta da Kentarô Hagiwara (Tokyo Ghoul) con Takashi Otsuka (One Piece: Stampede).

Dragons of Wonderhatch – La bellezza di un regno immaginario caratterizzato da draghi è minacciata da Jairo

Più di una porta di connessione tra fantasia e realtà si crea guardando Dragons of Wonderhatch. Lo show vede protagonista Nagi Watari, una studentessa liceale del mondo reale che passa la sua vita sentendosi come se tutto intorno non le appartenesse – in una deludente realtà – e sognando di poter volare un giorno, di riuscire a “precipitare nel cielo“. La scena d’apertura è un sogno diurno, quel sogno che è vedere, oltre ciò che vedono gli occhi. La protagonista perde i sensi in classe, sprofonda nella sua immaginazione. Il pilot si apre con uno stile didascalico e con le immagini animate mozzafiato del concept artist Posuka Demizu (The Promised Neverland). Parallelamente, a Upananta, un mondo incantato con isole galleggianti e domatori di draghi, si profila un pericolo: questo regno fantastico è sull’orlo della distruzione. Mentre il villain Jairo sembra inarrestabile, l’eroe Aktha è l’unica speranza di salvezza, ma scompare misteriosamente in una battaglia decisiva. Intanto Thaim, che è un giovane apprendista domadraghi, si impegna a ritrovare Aktha. Questa ricerca lo porta in un mondo parallelo (quello reale) dove i draghi esistono solo nei sogni di Nagi, la giovane disadattata del mondo reale, figlia di un’artista di manga con un ruolo cruciale nel plot, che si troverà faccia a faccia con Thaim (a sua volta reietto del mondo animato di Upananta), che da tempo viene deriso per la sua incapacità di riuscire a sentire i draghi che popolano la sua terra. Nagi e Thaim partiranno insieme per una grandiosa avventura.

Convince la serie tv con Mackenyu, grazie al suo singolare mix di live-action e anime

Come detto, questa serie tv è sostanzialmente un isekai, ma Dragons of Wonderhatch sovverte questo sottogenere facendo entrare più di un personaggio fantasy nel mondo reale, invece che il contrario. Lo show offre con buoni risultati una nuova interpretazione del suo genere con il suo mix di live-action e anime. Passa liberamente dalle sequenze live-action (più toccanti) alle parti anime ben animate, con un alto valore di qualità e produzione. Live-action e anime non si incrociano o si intersecano mai come ad esempio in Space Jam, ma restano sempre separate. Nelle parti anime c’è la maggior parte dell’azione (ad esempio nelle battaglie organizzate contro Jairo), e di solito sono frenetiche, ma c’è sempre meno azione man mano che ci addentriamo negli episodi di questo primo ciclo e mentre i personaggi del mondo di Upananta viaggiano nel mondo reale. I cavalieri dei draghi poi, che formano la brigata celeste di Aktha non possono non ricordarci How To Train Your Dragon della DreamWorks, film in cui ognuno ha il proprio ed unico drago.

Dragons of Wonderhatch: valutazione e conclusione

Il mix di live-action e animazione in un isekai visto al contrario crea qualcosa di fresco e distinguibile fra i contenuti proposti dalle piattaforme streaming. E il personaggio di Thaim è in grado di conquistarsi la benevolenza di chi guarda. Un altro aspetto interessante del mondo di Dragons of Wonderhatch è il modo in cui è stata pensata una lingua immaginaria per la gente di Upananta, un linguaggio che suona abbastanza straniero per essere decifrabile, sforzo che ci ricorda ad esempio il klingon di Star Trek. Anche la CGI e gli effetti visivi per riprodurre i movimenti dei draghi sono buoni. L’unico neo è l’eccessiva serietà di certe scene, se si considerano le premesse da cui è partito lo spettacolo, ma tutti quelli che hanno intenzione di guardarlo per la presenza del bel Mackenyu Maeda (I Cavalieri dello zodiaco, One Piece) nei panni del leggendario Aktha, non rimarranno delusi.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3