Business Proposal – recensione della serie Netflix

Abbiamo visto i primi due episodi di Business Proposal, la serie Netflix sottile, leggera e... fragile.

Vedendo i primi episodi di Business Proposal è naturale riflettere sul fatto che puoi comprare il sesso, un’amicizia, persino un matrimonio, ma non sarà mai una cosa vera, perché l’amore non è monetizzabile; le situazioni reali sono le uniche occasioni per creare emozioni reali: è il concetto che diluisce l’eccesso di fiducia e di presunzione dei benestanti in una società moralmente fiacca dove il denaro impera e in cui l’appuntamento al buio – che implica un salto nell’incognito – è solo uno dei moderni espedienti per cedere al mito dell’amore.
La serie TV sudcoreana Business Proposal, una commedia romantica basata sull’omonimo webtoon di HaeHwa, scritta da Han Sul-hee e Hong Bo-hee e diretta da Park Sun-ho, è uno dei kdramas più attesi del primo semestre del 2022; procede con la doppia velocità dell’amore e si compone di sgraditi equivoci, errori e nonsense: giornate “colabrodo” (in cui si perde da tutte le parti) vissute da un eccezionale cast di giovani attori: Ahn Hyo-seop, Kim Se-jeong, Kim Min-kyu e Seol In-ah. Business Proposal è stata creata ad hoc per il pubblico appassionato del dramma coreano, frizzante e leggero, e la prima stagione è composta da dodici episodi della durata di 60 minuti; i primi due sono disponibili su Netflix a partire dal 4 aprile 2022. Lo show tiene il pubblico appeso al cliff-hanger, in attesa di scoprire le successive puntate, svelate settimanalmente.

Business Proposal: quando gli appuntamenti al buio giocano brutti scherzi

Park Sun-ho realizza un prodotto seriale a tecnica mista in cui convivono live action ed elementi animati. Le riprese sono state realizzate facendo ruotare spesso la macchina da presa e non si rinuncia quasi mai all’effetto visivo delle carrellate, delle inquadrature simultanee o all’attenzione ai dettagli per provare a orientare le reazioni del pubblico o ad anticipare gli eventi futuri. Il cross cutting, schema tipico dei film sentimentali, è il tipo di tessitura usata dal regista per ricostruire passo dopo passo le vite della coppia di protagonisti: la ricercatrice Shin Ha-ri  e il businessman  Kang Tae-mu, che si innamoreranno per caso, e lentamente, l’uno dell’altra. Shin Ha-ri ha un’amica benestante di nome Jin Young-seo la quale non ha intenzione di trovare un fidanzato; il padre di Jin le organizza puntualmente degli appuntamenti con manager di successo con la speranza che la figlia si innamori e si sposi. Così, quando si presenta la nuova occasione, dietro compenso Shin decide di recarsi all’ennesimo appuntamento al buio al posto dell’amica con l’obiettivo di far andare male l’incontro; le amiche architettano un piano infallibile per scaricare il malcapitato, ma quando Ha-ri scopre che il ragazzo in questione è  Kang Tae-mu, CEO dell’azienda per cui lavora, le cose si complicano e tutti i piani crollano. Neanche il Presidente Kang è davvero interessato a trovare l’amore, men che meno desidera trovare una sposa, ma non vuole perdere tempo e soprattutto vuole accontentare lo spassoso nonno Kang Da-goo, che vorrebbe vederlo sistemato. Dopo una serie di equivoci, il protagonista decide semplicemente di trovare una donna che si finga sua promessa sposa, in cambio di denaro. Ha-ri che, per non fargli scoprire di essere una sua dipendente, si presenta sotto il falso nome di Shin Geum-hui, accetta l’accordo, perché la sua famiglia vive un momento economicamente negativo, nel frattempo Jin lascia la casa paterna e scopre di avere come nuovo vicino il segretario di Kang: l’affascinante Cha Sung-hoo.

Una commedia in cui si beve da cristallo: sottile, leggera e… fragile

Come il suo protagonista principale, l’homme fatale Kang Tae-mu, lo show televisivo sudcoreano cerca di accattivarsi a qualunque prezzo la simpatia del suo pubblico: la padronanza dei movimenti di camera; una fotografia che ottiene l’atmosfera magica, la luce giusta, brillante e calda nei modernissimi ambienti; un cast di attori attraenti e talentuosi; una sceneggiatura divertente e senza cadute di stile; un sonoro che si amalgama bene a tutto il resto. Se si guarda a questi elementi, allora molto probabilmente Business Proposal riuscirà a mantenere l’attenzione del suo pubblico fino all’ultima puntata, tuttavia non possiamo tacere la presenza di numerose semplificazioni narrative del prodotto seriale in questione: sono i tipici cliché del genere. Il tema uomo ricco donna povera, lo scambio di favori fra amiche, il bicchiere di troppo e le figuracce, la panoramica sul tema sessismo sul lavoro e la “proposta d’affari” che dà il titolo all’opera. Ma che in questo caso non è l’Amore a pagamento rappresentato nell’intrigante tela di squisita fattura, e dai toni fortemente caravaggeschi, del maestro francese Nicolas Tournier; è solo uno show che assolve alla funzione di intrattenere ma in cui si beve da cristallo sottile, leggero e …fragile.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.8

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