BNA: Brand New Animal, la recensione della serie anime di Netflix

Un racconto sulla diversità che passa dagli animali per raccontare tutte le imperfezioni dell'uomo.

XXI secolo. In un periodo in cui l’umanità ha scoperto l’esistenza degli animali antropomorfi, Michiru vive una vita tranquilla, fino a quando si trasforma in un tanuki dalle sembianze umane. Decide di scappare e rifugiarsi ad Anima City, un centro abitato da uomini bestia, costruito 10 anni prima per ospitarli. Qui incontra Shirou, un licantropo che detesta gli umani. Grazie a lui, Michiru comprende molto di questo mondo per lei sconosciuto. I due iniziano a indagare sull’improvvisa metamorfosi di Michiru che è convinta di essere affetta dalla malattia della bestia. Le cose per loro diventano sempre più pericolose. Da qui parte BNA: Brand New Animal, il nuovo anime arrivato il 30 giugno 2020 nel catalogo Netflix. La serie, composta da 12 episodi, e lo Studio Trigger, divenuto famosissimo per i suoi prodotti di animazione (al lavoro anche sull’anime del videogioco di prossima uscita Cyberpunk 2077); hanno partecipato alla sua realizzazione tre nomi molto conosciuti nell’animazione giapponese: il regista Yo Yoshinari, lo sceneggiatore Kazuki Nakashima e il designer Yosuke Yoshigaki.

BNA_Cinematographe.itBNA: il racconto di un mondo molto simile al nostro

Quello di BNA è un mondo molto più simile al nostro di quanto si possa immaginare nonostante la popolazione sia divisa fra umani e uomini bestia, da sempre in lotta per cui è quasi impossibile vivere fianco a fianco. Quando Michiru si trasforma in una ragazza tanuki, ha un solo pensiero: raggiungere Anima City; e questo non senza dolore, abbandona la famiglia e perde la sua migliore amica, Nazuna – che poi ritrova ad Anima City -, se stessa e la sua natura umana. Per la ragazza non è facile scoprirsi bestia, ciò che gli uomini hanno sempre cercato di sopraffare e domare, e a traghettarla in questo mondo, a poco a poco, è Shirou Ogami, un uomo bestia dalle fattezze di lupo e dal fiuto infallibile. Sembra che Shirou sia l’unico che possa aiutare Michiru a capire come sia stata possibile la sua trasformazione in bestia e solo così, comprendendo i motivi del passaggio da una “razza” all’altra, tornare ad essere semplicemente umana. Si sente diversa, percepisce che la sua natura è diversa da quella degli uomini bestia e lungo gli episodi Michiru deve fare i conti con sé stessa, trovandosi in un momento fondamentale della sua crescita. Spesso l’indole animalesca degli uomini bestia che seguono il loro istinto è per lei incomprensibile, ma questo non le impedisce di lottare per loro e salvarli addirittura; sente la mancanza di ciò che era, dei suoi genitori ma è consapevole che ormai una parte della sua vita è assieme agli uomini bestia. In una società simile, in cui il più forte vince, la protagonista affronta un complesso percorso di crescita e quindi di accettazione: Michiru si sente un pesce fuor d’acqua sia fra gli umani ma anche fra gli uomini bestia.

BNA - Cinematographe.itBNA: Anima City, una schietta istantanea della nostro società

BNA è in grado di parlarci di ciò che sono l’uomo e la società in cui viviamo. Le difficoltà di convivenza fra umani e uomini bestia sembra una schietta istantanea di quello che gli uomini e le donne di oggi vivono quando si tratta di integrazione: fin dal primo episodio viene raccontato l’odio da parte degli umani verso gli uomini bestia che nella loro città, descritta come paradisiaca, non convivono quasi mai con gli uomini. Anche però in questa società ad avere la meglio sono i più forti nonostante si cerchi in ogni modo di mantenere un equilibrio. Anima City è metafora di ciò che avviene nella nostra società sia nelle relazioni tra la città e il mondo degli umani che nei meccanismi interni ad essa. I problemi infatti sono sempre gli stessi: la discriminazione – i politici, i più potenti, i più ricchi pensano di poter mentire, opprimere il popolo in quanto esseri più forti -, la povertà – ci sono uomini bestia che non hanno mai mangiato del pane bianco e vivono nei “sobborghi” -, la violenza – alcuni abitanti sono disposti a uccidere, ferire e ingannare chiunque pur di far sentire la propria voce – l’instabilità emotiva del popolo – gli uomini bestia, proprio per la loro natura, potrebbero avere reazioni di rabbia incontrollata.

BNA racconta ciò che già in parte aveva mostrato Beastars, ma con meno appeal, lavorando ancora sul tema della convivenza tra diversi – su quanto sia difficile far conciliare mondi lontani ma poi non così tanto – che si declina in vari sensi: razzismo, terrorismo, antisemitismo – Alan Sylvasta, uno degli antagonisti di Shirou, ha quasi le sembianze di un ariano dalle fattezze “perfette”, infatti sostiene di essere puro -, femminismo. Michiru infatti rivendica di vivere e di essere ciò che vuole perché così deve essere: lei deve dire, fare, pensare e vivere come vuole e, proprio ad Anima City, può  trovare il suo posto e il suo ruolo.

BNA - Cinematographe.itBNA: un discorso sul libero arbitrio

Si tratta dunque anche di un discorso sul libero arbitrio; in BNA gli uomini bestia sono in continuazione influenzati da più di una “religione” che vuole plasmarli, imboccarli, rabbonirli a seconda delle circostanze. Intorno a Nazuna, l’amica di Michiru, viene costruito un personaggio che non è reale. Vogliono farla assomigliare al lupo d’argento della leggenda in modo che il popolo possa essere “comandato” da quella ragazzina che sembra tutto tranne che una “mentitrice”. “Religioni”, più o meno pagane – si parla anche di idol e di influencer – proprio come nella nostra società, sono utili a controllare le masse e le manifestazioni di ostilità nei confronti dei potenti, al contrario possono diventare mezzo per sobillare, istigare, muovere il popolo.

BNA - Cinematographe.itBNA: una serie anime che non riesce a conquistare lo spettatore

BNA non riesce a conquistare a pieno lo spettatore. Porta in campo molti temi ma non riesce a analizzarne nessuno in profondità: la protagonista è una figura interessante eppure viene inondata da tutti i colpi di scena della trama, il rapporto tra lei e Nazuna e quello tra lei e Shirou sarebbero potuti essere molto più a fuoco ma poi si sono persi nel marasma generale. Molto interessante sarebbe potuta essere la rappresentazione della diversità ma il risultato sa di già visto.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 2.5

2.7

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