Black Monday – Stagione 2: recensione finale della serie TV Sky

Dopo il crollo dei mercati azionari del 1987, Mo, Dawn e gli altri soci del Jammer Group si ritrovano al centro di un intrigo che unisce FBI, politica, religione e sesso.

Il fatto che la serie tv Black Monday sia prodotta da Seth Rogen ed Evan Goldberg (con lo zampino dell’attore protagonista Don Cheadle) sgombra già ampiamente il campo sul tono e sul registro del prodotto Showtime. Tra Suxbad – Tre menti sopra il pelo (2007), The Interview (2014) e Sausage Party (2016), la cifra formale del duo è ed è sempre stata la goliardia, calata in un contesto di grande libertà compositiva. Non esistono paletti, l’esagerazione e la bizzarria sono strade che meritano sempre di essere battute.

Dopo aver raccontato a modo suo il vero e misterioso crollo della Borsa americana avvenuto il 19 ottobre 1987, la seconda stagione di Black Monday indaga le conseguenze di quel disastro: come sono riemersi dall’abisso del lunedì nero i personaggi principali Mo, Dawn, Blair e Keith? Una domanda a cui gli showrunner Jordan Cahan e David Caspe rispondono con un caos creativo irresistibile, mescolando la commedia pura al musical e all’action. Senza perdere – provare per credere – un grammo di credibilità.

Black Monday – Stagione 2: Non si esce vivi dagli anni ’80

Black Monday - Stagione 2 - Cinematographe.itLa critica americana ha definito Black Monday un “joyously demented carnival” (letteralmente, un “gioioso carnevale demenziale”), e non potremmo essere più d’accordo: nulla, anche in questa seconda stagione, deve essere mai preso sul serio, proprio perché è tutto dannatamente serioso ed esplosivo. A fare da innesco alla storia è sempre Mo Monroe, broker fuggito a Miami ma destinato al grande rientro in scena a causa di un ricatto orchestrato dall’FBI. Più che un carnefice stavolta Mo ci appare come una vittima sacrificale, e ciò permette alla sceneggiatura di ampliare e approfondire le varie sottotrame.

Pensiamo a Dawn, che eredita la società proprio da Mo e sgomita per farsi spazio in un mondo dominato dal maschilismo bianco rampante; o a Blair, che dietro al suo matrimonio di facciata con Tiffany fatica a tenere nascosta la relazione con un potente politico in ascesa; o ancora a Keith, apparentemente fuori dai giochi ma desideroso di rivincita e rivalsa. Tutti interagiscono con tutti, e la cura nella scrittura fa emergere intelligentemente tematiche legate all’emancipazione femminile, all’omosessualità e al terrorismo finanziario che condiziona anche la nostra contemporaneità.

Attenzione a ciò che si desidera

Black Monday - Stagione 2 - Cinematographe.itTra le pieghe della continua parodia della Wall Street degli anni ’80 (con la solita menzione d’onore alla fotografia di Carl Herse e James Laxton, che riproducono alla perfezione le luci e le saturazioni visive di quel decennio, come se la serie fosse una presa diretta), emerge la volontà di dare un senso compiuto a tutto, di chiudere i fili narrativi seminati lungo il percorso e mostrarci come in fondo si debba fare molta attenzione a ciò che si desidera ardentemente. Ognuno dei caratteri pagherà a caro prezzo la propria avidità, in un epilogo tanto spensierato quanto agrodolce.

A colpire è soprattutto il destino di Dawn, che dopo anni di frustrazione lavorativa raggiunge attraverso una via inusuale l’obiettivo che si era prefissata: quello di essere messa al centro del crimine finanziario del secolo. Anche solo per approfondire e sviluppare questo cliffhanger, Black Monday – lo ripetiamo: una delle eccellenze sottovalutate degli ultimi anni – meriterebbe una degna prosecuzione e un rinnovo che al momento pare non scontato. I Novanta sono ad un passo, pronti a raccogliere i cocci dei danni economici ed emotivi perpetrati dagli appariscenti e abbaglianti Eighties.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 5
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

3.8